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Blog sulla sicurezza informatica e l’informazione dei sistemi

Andrea Biraghi, Cyber Security manager e direttore della divisione Security and information Systems, lavora da anni per il mantenimento della sicurezza dei sistemi informativi. In una società sempre più digitalizzata ed interconnessa è divenuto ormai indispensabile prendere atto delle minacce esistenti nella rete Internet: solo un costante impegno ed aggiornamento rendono possibile affrontare e combattere i Cyber criminali e riprendersi in fretta dalla loro violazioni. La posta in gioco è alta e la sicurezza dei servizi web è fortemente legata al nostro sviluppo economico: basti pensare al rapido aumento delle connessioni, degli utenti, l’aumento del valore di numerose transazioni effettuate attraverso le reti, la crescita delle imprese legate al commercio elettronico.

Category: Privacy

Hacking e abuso di privacy: la fuga di informazioni personali nell’hack DragonForce Malaysia a giugno

DragonForce Malaysia Hack: l’hacktivismo in Medio Oriente persiste: nuovi attacchi digitali durante il mese di maggio 2021 e le crescenti tensioni in Medio Oriente hanno portato a rinnovate operazioni di attivisti informatici in tutta la regione.

Gli attacchi digitali di maggio hanno presentato un certo livello di rischio per i siti non protetti poiché gli attori delle minacce hanno preso di mira le organizzazioni delle telecomunicazioni, i settori finanziari e le agenzie governative. Al momento, le azioni fisiche sono diminuite nella regione dall’ultima incursione, ma gli attacchi digitali sono continuati fino a giugno. La più grande paura nell’hacking informatico risiede nell’abuso della privacy – come la fuga di informazioni personali nell’hack DragonForce Malaysia a giugno – così come la preoccupazione che le forze straniere possano dirottare i sistemi e prendere il controllo dei database nazionali e dei sistemi operativi

Gli eventi informatici in Medio Oriente sono diventati reazionari nell’ultimo anno; ai casi di hacktivismo nella regione seguono poi tipicamente scontri fisici o politici.


DragonForce Malaysia – #OpsBedilRadware.com

DragonForce Malaysia hack: il report di Radware

In uno degli eventi più pubblicizzati , DragonForce Malaysia (DFM) ha fatto trapelare informazioni su centinaia di migliaia di studenti israeliani. Queste informazioni includevano nomi utente, password, nomi, indirizzi, numeri di telefono, date di nascita e altri dati relativi alla scuola. Sotto il sito web di AcadeME che fa riferimento a #OpsBedil e “Operation Israel” mentre chiama hacker, attivisti e organizzazioni per i diritti umani a unirsi e fare una campagna contro Israele.

DragonForce-Malaysia-andrea-biraghi

OpsBedil è un’operazione di hacktivist che attualmente prende di mira diversi verticali e agenzie governative in Medio Oriente. È l’ultima campagna digitale per colpire la regione ed è condotta da attori delle minacce nel sud-est asiatico, in particolare Malesia e Indonesia. Gli attacchi eseguiti sotto #OpsBedil sono considerati una risposta politica all’ambasciatore israeliano a Singapore che ha dichiarato a giugno che Israele è pronto a lavorare per stabilire legami con le nazioni a maggioranza musulmana del sud-est asiatico.

La Malesia, che è per oltre il 60% musulmana e sostiene la Palestina, ha una presenza significativa di attivisti informatici e militanti palestinesi. A seguito di questa richiesta di stabilire legami, gli attivisti informatici nella regione hanno iniziato a prendere di mira le risorse israeliane a giugno con una serie di attacchi DoS, fughe di dati e campagne di deturpazione. Il gruppo condanna la proposta di stabilire legami e ribadisce il proprio continuo sostegno alla Palestina con attacchi digitali.

Leggi il report: DragonForce Malaysia – #OpsBedilRenewed Hacktivism in the Middle East Persists With New Digital Attacks

Leggi anche: Pegasus spyware: l’hacking tool per spiare giornalisti e attivisti

Protezione dei dati e social media: i più giovani vanno tutelati

Protezione dei dati, social media e minori: intanto Tik Tok – il social network che permette creare e pubblicare video creativi che diventano virali – si deve di fatto fermare in Italia fino al 15 febbraio. La decisione è del Garante Privacy per la riservatezza dei dati personali.

La ragione del blocco sta nella mancanza di strumenti di accertamento sicuri dell’identità e soprattutto dell’età di chi la utilizza. Il blocco così è stato stabilito – per tutti gli account del social – “per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”, che dovrebbe rispettare il divieto dell’iscrizione agli under 13.

Ma è vero? Il blocco è stato disposto fino al 15 febbraio, tuttavia la piattaforma è ancora in funzione…

Il provvedimento applicato ora vieta a TikTok di trattare i dati personali di utenti dei quali non è in grado di verificare l’età. La tesi è che in assenza di una verifica, la piattaforma non può escludere a priori il fatto che anche utenti minori di 13 anni possano utilizzare il suo servizio.

Wired
Umberto Rapetto: il generale della Guardia di Finanza parla dell’allarme TikTok

Ma non solo, anche la Repubblica di San Marino bussa virtualmente alla porta dei colossi di Internet ergendosi ad avamposto dei diritti. Si prospetta quindi una nuova manovra per salvaguardare la sicurezza dei più giovani e la loro privacy online. Un accertamento che – viene assicurato – sarà rigoroso sotto il profilo giuridico e tecnico: da Facebook a Instagram e WhatsApp, a Google con Youtube, e Amazon con Twich e infine Twitter.

Si può pure “chiudere” TikTok, ma poi nascerà un nuovo social o un’altra app di intrattenimento che veicolerà analoghe sfide e competizioni suicide e ci si ritroverà al punto di partenza. Il commento di Umberto Rapetto, direttore di Infosec.news

E’ possibile proteggere la propria privacy e i dati sul web? Si, è possibile, diventando consapevoli delle informazioni che si condividono in rete. la verità, infatti, è che spesso non ci preoccupiamo più di tanto, quando utilizziamo i nostri dati anche quelli più sensibili, credendo giustamente che non avendo nulla da nascondere di male, non sia poi così necessario tutelarci.

Andrea Biraghi – I dati sul web: proteggere privacy e dati è importante soprattutto per i più giovani

La protezione dei dati sui social media: quale soluzione per i più giovani?

Il problema alla base però non riguarda solo la chiusura di una APP ma l’educazione dei più giovani, a cui si dovrebbe insegnare che la loro presenza sul Web non è affatto anonima e che questo ha a che fare con delle responsabilità a partire dalle propri e scelte. Perchè chiusa una app ce ne sarà un’altra e un’altra ancora, non arrivando ad eliminare mai il vero problema. Umberto Rapetto infatti suggerisce di intervenire anche sulle porposte di “esistenza felice off-line”.

Genitori, insegnanti, educatori di qualsivoglia sorta si chiedano cosa hanno fatto per affrontare il tanto inevitabile, quanto prevedibile cambiamento che lo tsunami hi-tech avrebbe determinato ad ogni latitudine. La risposta può variare dal “pochissimo” al “davvero nulla”.

Umberto Rapetto – Si può davvero chiudere TikTok?

In tutto questo i genitori svolgono una importante funzione, quando la propria casa resta il principale luogo di accesso a internet. L’88% dei ragazzi italiani – secondo il report EU Kids Online Italyusa internet a casa ogni giorno.

Leggi anche :

App-immuni-cosa-è-andrea-birgahi

APP Immuni cosa è e come funziona?

Cosa è l’APP Immuni? L’APP, studiata per sistemi IOS e Android per il tracciamento dei soggetti risultati positivi al virus dell’emergenza Covid-19. Tale applicazione, sviluppata da Bending Spoons – società italiana – che ci promette di diventare lo strumento per poter tornare alla normalità nella così detta Fase 2, è ultimamente molto discussa, ancora molto tempo prima che ne venisse spiegato il reale funzionamento o le caratteristiche.

Vediamo, però, quali informazioni ci riportano e maggiori testate giornalitiche e le riviste specializzate al riguardo.

app immuni cosa è

In realtà questa applicazione che ha creato tanta discussione potrebbe essere utile nel momento in cui si cerchi di contenere il contagio per non “ricapitombolare” alla prima fase.

Quale è, in modo semplice, il suo funzionamento? Dal momento in cui viene installata sul telefono – su base volontaria e gratuitamente – come normale applicazione, il dispostivio conserva i datu dell’utente, a cui verrà assegnato un ID temporaneo, e questi “dati” verranno scambiati con i dispostivi vicino a lui tramite tecnologia BlueTooth. I dati però saranno crittografati, quindi protetti, che conterranno anche la durata dell’incontro tra i dispositivi, in base alla forza del segnale percepito. Quindi sapere che vicino a noi c’è una persona, tracciata come positiva al Covid19, potrà tutelarci dal “rischio contagio”…

Un articolo recente di Agenda Digitale ci chiarisce persino come si è arrivati a questa scelta che si fonda su tre motivazioni principali, che vengono chiamate ufficiali:

  • capacità di contribuire in modo tempestivo come strumento di contrasto contro la propagazione del virus;
  • conformarsi al modello europeo come delineato dal Consorzio PEPP-PT
  • garantire il rispetto della privacy.

Una nota che viene fatta però, sul secondo punto, è che l’APP Immuni si è scostata dal modello prestabilito, andando incontro alle richieste di Apple-Google, ovvero: un modello più decentralizzato. Si seguiranno ovvero le idee del progetto Decentralised Privacy-Preserving Proximity Tracing (DP-3T) che si è separato da Pepp-Pt perseguendo un modello più decentralizzato.

Per approfondire leggi l’articolo integrale su AgendaDigitale.eu: Immuni, cos’è e come funziona l’app italiana coronavirus.

Secondo quanto riporta Avvenire, invece, vi sono ancora delle incognite legate all’efficacia del sistema. Oramai è noto che l’applicazione non è stata rivista sotto l’aspetto dela sicurezza, non potendosi valutare in modo adeguato gli aspetti relativi alla Cyber Security e alla resistenza o meno ad attività di reverse enginering, od altre tipologie di attacco informatico.

APP Immuni: il tracciamento in arrivo a fine maggio

Andrea Biraghi

Dopo vari ritardi l’APP Immuni sarà disponibile a fine Maggio. Tra le paure ci sono, come dice Repubblica ipotetiche sorveglianze di massa e violazioni della privacy su larga scala. Per molti ancora ci sono numerosi nodi da sciogliere.

Per quanto riguarda la Privacy, sempre secondo Repubblica, “l’app, basata sul modello decentralizzato di raccolta dati, non colleziona informazioni come il nome, cognome, indirizzo, email, numero di telefono, al contrario di quel che fanno altre applicazioni dentro e fuori l’Europa”. In effetti l’applicazione non raccoglie nemmeno i dati realtivi alla geolocalizzazione.

“L’identificativo trasmesso dallo smartphone agli altri telefoni nelle vicinanze, un codice, in più cambia di frequente. I dati restano sul dispositivo, a meno che non si risulti contagiati”. I dati inoltre non saranno raccolti da Bending Spoons, ma saranno trattati dalle autorità sanitarie, in Italia (su server gestiti e supervisionati da soggetti pubblici).

Ma vediamo quali punti riassume Avvenire circa i limiti rilevati. Le questioni aperte riguardano la gestione della sicurezza: questo potrebbe permettere infatti ai criminali informatici di raccogliere i dati via etere e poi ritrasmetterli. “Inoltre, secondo altri esperti di cyber sicurezza, la preoccupazione per la tutela dei dati degli utenti potrebbe essere legata a possibili attacchi via bluetooth”. Tra le questioni ancora aperte c’è la faccenda relativa ai dati a rischio, sul ruolo di Sogei e di Bending Spoons, ma ancora più preoccupante sarebbero i limiti della volontarietà.

Leggi tutto su Avvenire.it: Coronavirus. L’app Immuni, tutti i nodi da sciogliere

Covid19 e spazio cibernetico: il contagio corre anche sul digitale

Covid19 e spazio cibernetico: mentre il coronavirus si diffonde tra le persone, con la stessa velocità circolano fake news in rete, e disinformazione in rete, creando in modo rapido confusione e poca certezza delle fonti di informazione.

In un articolo di IspiOnline, “La pandemia ed il virus 2.0” si parla di propagazione della pandemia di Coronavirus sul quinto dominio, ovvero lo spazio cibernetico. Le ripercussioni sono sintetizzate in tre macro settori:

  1. Attacchi cibernetici
  2. Fake News | Disinformazione
  3. Privacy e Controllo
Covid19-e-spazio-cibernetico-andrea-biraghi

Mentre gli attacchi informatici crescono, diventando sempre più veloci e mirati e prendendo di mira i settori ancora troppo vulnerabli come le strutture sanitarie, alcuni si dimostrano impreparati ad affrontare le nuove sfide che il Covid19 ci impone. Tra questi la a stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il settore sanitario è, ogni giorno, sempre più bersagliato a livello globale: un importante contributo per comprendere la situazione sanitaria in materia di sicurezza informatica lo ha dato il rapporto Clusit 2019.

Ma non finisce qui, non si parla solo di vulnerabiltà e protezione di dati: i nuovi cyber attacchi mettono a rischio anche le pubbliche amministrazioni, le infrastrutture. Gli attacchi bypassano i controlli di sicurezza dei firewall, così da avere facile accesso ai dati sensibili archiviati sui server Web. Qui sotto il grafico che ripota i principlai attacchi nelle reti italiane [Fonte: ISPI – Kaspersky LAB]

[Fonte: ISPI – Kaspersky LAB]

Covid19 e spazio cibernetico: deepfake e fakenews l’era pericolosa della disinformazione

Il rischio che sta comportando la pandemia presente però non è solo legato al settore della cyber security ma a quello delle fake news che corrono in rete. Non solo: spesso video manipolati e alterati, creano notizie e false informazioni inganevvoli, volte ad influenzare l’opionone pubblica e mettendo a rischio la vera informazione. Ne abbiamo già parlato in Deepfake: video manipolati nell’era dell’Intelligenza artificiale.

Spesso però non si tratta solo di infodemia ma di veri a propri attacchi di ingegneria sociale. Non per nulla IspiOnline riporta che “sono state rilevate anche operazioni di disinformazione attraverso canali più tradizionali effettuate o promosse da attori legati a potenze straniere. Il fine, in questo caso, sarebbe quello di delegittimare la risposta delle democrazie occidentali rispetto alla pandemia in corso, rafforzando pertanto l’appeal dei regimi più illiberali”.

L’informazione in questo modo sta subendo una vera e propria minaccia.

Approfondisci su: Fake News: l’informazione sotto minaccia | Andrea Biraghi

Covid19: le app per il tracciamento e la privacy

Ultimo ma non meno importante è la questione tra privacy e tracciamento dei positivi al Covid19: si apre così un dibattito importante tra la necessità di tracciare i contagi e l’annosa questione privacy. Di seguito si ripare anche un’altra questione: quanto sono compatibili sicurezza informatica e privacy?

Qui sotto la discussione nel seminario IISFA sulla tracciabilità cellulari e covid19, cyber security e protezione dei dati.

Privacy e Protezione Dati: previsioni per il 2020

Privacy e Protezione dati: il 2020 si prospetta come un anno fitto di impegni a ritmi serrati mentre centinaia di disegni di legge rimangono in sospeso in tutto il mondo. Si discutono intanto i rischi associati ai dati biometrici e alla localizzazione, mentre alcuni legislatori negli Stati Uniti vorrebbero includere la cronologia di navigazione web. Mentre aspettiamo per vedere se le informazioni che rivelano le nostre attività online verranno incluse o meno, vediamo quali sono le tendenze, le previsioni e le agende 2020 dei paesi dei prossimi 12 mesi con un focus su Europa e Italia.

Andrea Biraghi  privacy e protezione dati
Privacy – Data protection

Privacy 2020: l’agenda sulla scrivania del garante

Agenda Digitale, in modo cronologico, ha elencato tutto quello che è stato fatto nel 2019, anno decisivo a livello sia europeo che generale per il GDPR e in generale per la protezione dei dati. L’elenco delle arttività più significative è disponibile qui di seguito: Privacy e protezione dei dati, ecco le urgenze 2020.

Tra gli interventi più attesi del 2020 per la protezione dei dati invece, un ruolo determinante sarà dato al Regolamento e-Privacy, che dovrebbe intensificare l’impatto del Gdpr In Europa. L’obiettivo è quello di creare un quadro normativo omogeneo nel contesto delle comunicazioni elettroniche. Nuove disposizioni quindi per i dati memorizzati o inviati dai device digitali, introducendo norme più severe per le attività di marketing.

Violazione dei dati personali – Data Breach – Adempimenti previsti [Fonte: GarantePrivacy]

Ruolo importante anche per le Nuove Guidelines dall’EDPB in programma e la pronunciazione pronunci sul digital marketing e sui cookie, oltre che sulle versioni finali realtive alla normativa in materia di videosorveglianza e il diritto alla cancellazione o diritto all’oblio, consentendo di deindicizzare il proprio nome dai risultati che compaiono nelle prime pagine Google.

Previsioni su Privacy e Protezione dei dati per il 2020

In materia di privacy, alquanto sensibilizzata in Europa, non è da dimenticare la protezione dati sulle piattaforme social per garantire una maggiore protezione dei dati sensibili dei cittadini dell’UE.

Ad ogni modo vedremo le strategie della Privacy combinarsi con quelle della Cyber Security, e nuove regola sulle cessioni di dati a terze parti e come le stesse li condividono con la quarta, la quinta e via dicendo: dovrà quindi essere compreso come i dati di un’organizzazione vengono utilizzati, archiviati e accessibili da altre parti.

I “cimiteri di dati” diventano un rischio per la conformità: al riguardo la società immobiliare Deutsche Wohnen che per anni ha archiviato illecitamente dati sensibili, è stata duramente sanzionata da Berlino: l’accusa è di aver elaborato in modo inappropriato i dati di inquilini e proprietari di case per un lungo periodo sproporzionato.

Infine, la privacy dei dati, se gestita in modo ottimale, diventa oggi un fattore strategico.



Privacy ultime novità: l’Europa in linea con il GDPR

Privacy ultime novità: nell’ultimo anno, soprattutto negli utlimi mesi, la questione della privacy è stata alquanto sensibilizzata in Europa anche riguardo ai dati personali sulle piattaforme social.

Andrea Biraghi utlime notizie privacy
Privacy, dati e GDPR

Twitter ad esempio sta aggiornando le sue politiche sulla privacy, fornendo ai suoi utenti informazioni maggiori sull’utilizzo dei loro dati e per fornire chiarezza sugli sforzi fatti per proteggerli. Secondo l’agenzia Reuters Twitter infatti ha dichiarato di non avere intenzione di infrangere alcuna regola del GDPR: inotre la società ha affermato di aver aumentato le proprie comunicazioni sui dati e sulla loro divulgazione negli ultimi due anni e che sta lavorando per aggiornare i sistemi e integrare la privacy in nuovi prodotti.

Riguardo la gestione della privacy degli utenti europei, sempre secondo Reuters, Google, colosso di Mountain View, sarebbe sotto stretta osservazione dell’Unione Europea.

Grazie al GDPR (General Data Protection Regulation), realizzato dalla Commissione Europea per garantire una maggiore protezione dei dati sensibili dei cittadini dell’UE, sono state cambiati Termini e Condizioni delle app social coem quelle per Whattsap.

Facebook, invece ha imposto le sue nuove regole tra cui l’utlizzo di dati biometrici come il riconoscimento facciale, facoltativo per maggiorenni e disabilitato per i minorenni. Per i dati personali saranno gli utenti a scegliere se permettere al social di utlizzare i dati raccolti  da partner pubblicitari. Inoltre vi è ora la possibilità di cancellare informazioni del profilo come quelle politiche e religiose.

Protezione adolescenti – Le persone di età compresa tra i 13 e i 15 anni avranno bisogno del permesso di un genitore per compiere azioni specifiche sul social. Limitazioni alle informazioni condivise come la città natale o il compleanno. Dati personali – Gli utenti sceglieranno se far usare al social i dati raccolti da partner pubblicitari. Possibilità di cancellare informazioni del profilo come quelle politiche e religiose.

Privacy, ultime novità sulla raccolta dei dati biometrici

Privacy ultime novità: dati biometrici.

Nonostante molti paesi riconoscano i dati biometrici come dati sensibili, l’incremento del loro utilizzo è evidente. Con uno studio Comparitech ha valutato il grado di protezione garantita ai cittadini di 47 paesi nel mondo.

Grazie alle tutele del GDPR e scondo un’analisi di Comparitech, l’Italia è in linea con i paesi europei, collocandosi nella parte intermedia della classifica ma è ultima nel riconoscimento facciale. Nelle prime posizioni della lista di Comparitech, riguardo i paesi con una gestione più invasiva dei dati biometrici non appare nessun paese europeo. I paesi ove la sorveglianza è più stretta invece sono Cina, Malesia, Pakistan, Usa e India, Indonesia, Filippine e Taiwan Cina.

Dallo studo sono emersi alcuni dati rilevanti:

  • Il governo cinese non solo non riesce a proteggere la privacy dei suoi cittadini ma la invade in modo attivo.
  • La raccolta e la conservazione dei dati biometrici sta aumentando in tutto il mondo.
  • I paesi dell’UE tendono a condividere dati con gli altri Stati membri.
  • Solo 5 paesi dispongono di adeguate garanzie sulla privacy in base al sistema di punteggio di Comparitech e tutti sono in Europa. Il GDPR svolge un ruolo importante in questo, proteggendo l’uso della biometria nei luoghi di lavoro, ma non tiene ancora conto di tutto.
  • Nessun paese ha ottenuto un punteggio perfetto.

Quali dati biometrici vengono raccolti?

Molti paesi raccolgono dati biometrici sui viaggiatori, spesso attraverso visti e controlli agli aeroporti. La biometria, come l’utilizzo dell’impronta digitale da parte delle banche, viene utilizzata dalle app per confermare l’identità. In molti paesi vengono utilizzate, o esistono sotto forma di test, le videocamere per il riconoscimento facciale.