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Blog sulla sicurezza informatica e l’informazione dei sistemi

Andrea Biraghi, Cyber Security manager e direttore della divisione Security and information Systems, lavora da anni per il mantenimento della sicurezza dei sistemi informativi. In una società sempre più digitalizzata ed interconnessa è divenuto ormai indispensabile prendere atto delle minacce esistenti nella rete Internet: solo un costante impegno ed aggiornamento rendono possibile affrontare e combattere i Cyber criminali e riprendersi in fretta dalla loro violazioni. La posta in gioco è alta e la sicurezza dei servizi web è fortemente legata al nostro sviluppo economico: basti pensare al rapido aumento delle connessioni, degli utenti, l’aumento del valore di numerose transazioni effettuate attraverso le reti, la crescita delle imprese legate al commercio elettronico.

Category: Cyber Security

Cyber security: ultimi aggiornamenti, trend in Italia e notizie dal mondo in materia di protezione dei sistemi informatici.

Notizie aggiornate s e approfondimenti sulla Sicurezza Informatica per proteggere e salvaguardare i sistemi e le reti, difendendosi dalle minacce online.

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Nuovi severi standard per i produttori di tecnologia digitale connessa ad Internet in Uk

Nuovi severi standard “anti hacker” per i produttori di tecnologia digitale connessa ad Internet in Uk: la nuova legge introdotta oggi dal governo inglese ha l’obiettivo di proteggere dagli attacchi degli hacker su telefoni, tablet, smart TV, fitness tracker e altri dispositivi collegabili a Internet.

La nuova legge – Product Security and Telecommunications Infrastructure Bill (PSTI) – richiederà a produttori, importatori e distributori di tecnologia digitale che si connettono a Internet o ad altri prodotti di assicurarsi di soddisfare i nuovi severi standard di sicurezza informatica, con multe salate per coloro che non si conformano.

I nuovi standardi di sicurezza per la tecnologia Uk di fatto impediscono la vendita di prodotti collegabili di consumo nel Regno Unito che non soddisfano i requisiti di sicurezza di base, includendo piani per multe fino a 10 milioni di sterline o fino al 4% delle entrate globali per le aziende che non rispettano la normativa

Nuovi standard tecnologia UK: vietate le password predefinite universali

Presentata ieri al Parlamento, la legge consentirà al governo di vietare le password predefinite universali, costringere le aziende a essere trasparenti nei confronti dei clienti su ciò che stanno facendo per correggere i difetti di sicurezza nei prodotti collegabili e creare un migliore sistema di segnalazione pubblica per le vulnerabilità riscontrate in tali prodotti.

Il disegno di legge accelererà inoltre l’implementazione di reti mobili e a banda larga più veloci e affidabili, rendendo più semplice per gli operatori l’aggiornamento e la condivisione dell’infrastruttura. Le riforme incoraggeranno negoziati più rapidi e collaborativi con i proprietari terrieri che ospitano le attrezzature, per ridurre i casi di lunghe azioni giudiziarie che ostacolano i miglioramenti nella connettività digitale.

Il ministro per i media, i dati e le infrastrutture digitali Julia Lopez ha dichiarato:

Ogni giorno gli hacker tentano di entrare nei dispositivi intelligenti delle persone. La maggior parte di noi presume che se un prodotto è in vendita, è sicuro e protetto. Eppure molti non lo sono, mettendo troppi di noi a rischio di frode e furto.

Il nostro disegno di legge metterà un firewall attorno alla tecnologia di tutti i giorni, da telefoni e termostati a lavastoviglie, baby monitor e campanelli, e vedrà multe salate per coloro che non rispettano i nuovi rigidi standard di sicurezza.

La proprietà e l’uso di prodotti tecnologici connessi è aumentato notevolmente negli ultimi anni. In media ce ne sono nove in ogni famiglia del Regno Unito, con previsioni che suggeriscono che potrebbero esserci fino a 50 miliardi in tutto il mondo entro il 2030. Le persone presumono in modo schiacciante che questi prodotti siano sicuri, ma solo un produttore su cinque dispone di misure di sicurezza adeguate per i propri prodotti collegabili.

Leggi anche: Moses Staff un ransomware senza richiesta di riscatto è ancora un ransomware?

moses staff malware

Moses Staff un ransomware senza richiesta di riscatto è ancora un ransomware?

Nel settembre 2021, il gruppo di hacker Moses Staff ha iniziato a prendere di mira le organizzazioni israeliane, con un’ondata di attacchi informatici seh segue quella iniziata circa un anno fa dai gruppi Pay2Key e BlackShadow.

Gli utlimi due gruppi – Pay2Key e BlackShadow – però hanno agito principalmente per ragioni politiche – sottolinea il rapporto CheckPoint – nel tentativo di danneggiare l’immagine del Paese, chiedendo denaro e conducendo lunghe e pubbliche trattative con le vittime. Moses Staff si comporta diversamente.

Moses Staff afferma apertamente che la loro motivazione nell’attaccare le società israeliane facendo trapelare i dati sensibili rubati e crittografando le reti delle vittime, senza richiedere un riscatto. Il loro scopo sarebbe

“Combattere contro la resistenza ed esporre i crimini dei sionisti nei territori occupati”.

Per comprendere il gruppo i risultati chiave del rapporto di CheckPoint sono:

  • MosesStaff effettua attacchi mirati facendo trapelare dati, crittografando le reti. Non vi è alcuna richiesta di riscatto e nessuna opzione di decrittazione; i loro motivi sono puramente politici.
  • L’accesso iniziale alle reti delle vittime è presumibilmente ottenuto sfruttando vulnerabilità note nell’infrastruttura pubblica come i server Microsoft Exchange.
  • Gli strumenti utilizzati di base sono: PsExec, WMIC e Powershell.
  • Gli attacchi utilizzano la libreria open source DiskCryptor per eseguire la crittografia del volume e bloccare i computer delle vittime con un bootloader che non consente l’avvio delle macchine senza la password corretta.
  • L’attuale metodo di crittografia del gruppo può essere reversibile in determinate circostanze.
TheHackerNews

L’accesso iniziale quindi sarebbe ottenuto tramite lo sfruttamento di vulnerabilità note pubblicamente come mezzo per violare i server aziendali e ottenere l’accesso iniziale, seguito poi dall’implementazione di una shell web personalizzata che viene utilizzata per eliminare malware aggiuntivo. Una volta all’interno, gli intrusi sfruttano le tecniche LotL (Living off the Land) per spostarsi sulla rete e distribuire malware per bloccare le macchine tramite un malware PyDCrypt”.

CheckPoint ancora sottolinea un errore commeso dal gruppo:

“A differenza dei loro predecessori hanno commesso un errore quando hanno messo insieme il proprio schema di crittografia, il che è onestamente una sorpresa nel panorama odierno in cui ogni criminale informatico a due bit sembra conoscere almeno le basi su come mettere insieme un ransomware funzionante. “

Ancora il rapporto afferma che il gruppo potrebbe avere sede in Palestina.

Le vittime calcolate sino ad oggi sono circa 16.

Leggi anche: NSO Group (Pegasus) nella lista nera USA con altre due società

Report: dispositivi medici a rischio hacker

Una recente ricerca sottolinea come alcuni software per dispositivi medici siano vulnerabili e quindi a rischio hacker. La causa starebbe nei loro difetti, afferma FORESCOUT RESEARCH LABS, che ha condotto lo studio su alcuni software sui quali sono state rilevatepiù di una dozzina di vulnerabilità, così anche nei macchinari utilizzati in altri settori che, se sfruttati da un hacker, potrebbero causare il crash di apparecchiature critiche come i monitor dei pazienti.

La ricerca, condivisa in esclusiva con CNN, indica le sfide che gli ospedali e altre strutture hanno dovuto affrontare nel mantenere aggiornato il software durante una pandemia che assorbe in modo continuo tutte le risorse. La ricerca è un perfetto esempio che spiega comele agenzie federali stiano lavorando più a stretto contatto con i ricercatori per indagare sui difetti della sicurezza informatica che potrebbero influire sulla sicurezza dei pazienti.

Dispositivi medici a rischio hacker: esecuzione di codice in remoto, denial of service e perdita di informazioni


Secondo le società di sicurezza informatica Forescout Technologies – con il supporto di Medigate Labs – , che hanno analizzato circa 4.000 dispositivi realizzati da una vasta gamma di fornitori nei settori sanitario, governativo e al dettaglio, si sono scoperte almeno 13 vulnerabilità.

Le vulnerabilità interessano lo stack Nucleus TCP/IP, conosciuto come NUCLEUS:13, e consentono l’esecuzione di codice in remoto, il denial of service e la perdita di informazioni.

Nucleus è utilizzato in dispositivi critici per la sicurezza, come macchine per anestesia, monitor per pazienti e altri nel settore sanitario. Forescout Research Labs si impegna a supportare i fornitori nell’identificazione dei prodotti interessati (il nostro rilevatore di stack TCP/IP open source può essere utile in questo senso) e a condividere i nostri risultati con la comunità della sicurezza informatica.

Forescout Technologies

Nel blog di Forescout viene mostrata la tabella cone le vulnerabilità scoperte di recente e colorate in base al punteggio CVSS: giallo per medio o alto e rosso per critico. Secondo la ricerca, oltre ai monitor dei pazienti, alcune macchine per anestesia, ultrasuoni e raggi X potrebbero essere interessate dal difetto del software.

Non ci sarebbero – per ora – invece prove che hacker malintenzionati abbiano approfittato dei difetti del software e l’azeinda Siemens, proprietaria del software, lavorando con funzionari federali e ricercatori ha rilasciato già aggiornamenti che correggono le vulnerabilità.

In risposta al rapporto la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) del Department of Homeland Security emetterà un avviso per incoraggiare gli utenti ad aggiornare i propri sistemi e per accertare rapidamente se i loro dispositivi sono interessati da vulnerabilità.

Leggi anche: Attacchi ransomware nel settore sanitario: il rapporto Mandiant

NSO Group (Pegasus) nella lista nera USA con altre due società

La società israeliana NSO Group del software Pegasus è finita nella lista nera Usa con le accuse di pirateria informatica.

Il Dipartimento del Commercio contro Nso: “È impegnata in attività contrarie alla sicurezza nazionale o agli interessi di politica estera degli Stati Uniti”

Il dipartimento del commercio degli Stati Uniti ha aggiunto mercoledì il gruppo israeliano NSO e Candiru alla sua lista nera commerciale, con le accuse di aver venduto spyware a governi stranieri che hanno utilizzato l’attrezzatura per prendere di mira funzionari governativi, giornalisti e altri.

Leggi l’articolo: Pegasus spyware: l’hacking tool per spiare giornalisti e attivisti

NSO Group è noto per la produzione di strumenti di hacking, utilizzati dai governi e dalle forze dell’ordine di tutto il mondo. Lo strumento più noto dell’azienda è “Pegasus”, uno spyware in grado di eseguire il jailbreak di un dispositivo come un iPhone, installare malware e consentire l’esportazione dei dati dell’utente.

Ma non sembrerebbe l’unica ad essere entrata in tale lista, come afferma Reuters: sono state elencate infatti anche Positive Technologies of Russia e Computer Security Initiative Consultancy PTE LTD Singapore.

Un ex funzionario degli Stati Uniti che ha familiarità con Positive Technologies, che ha parlato a condizione di anonimato, ha affermato che l’azienda ha contribuito a stabilire l’infrastruttura informatica utilizzata negli attacchi informatici russi alle organizzazioni statunitensi.

L’aggiunta delle società all’elenco, per impegnarsi in attività contrarie alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti o agli interessi di politica estera, significa che le esportazioni verso di esse dalle controparti statunitensi sono limitate. Ad esempio, rende molto più difficile per i ricercatori di sicurezza statunitensi vendere loro informazioni sulle vulnerabilità dei computer.

In una mossa che non ha precedenti, il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti avvisa: “Non stiamo intraprendendo azioni contro paesi o governi in cui si trovano queste entità”, ma per la sicurezza impone che i fornitori dovranno richiedere una licenza prima di vendere i loro prodotti (che probabilmente verrà negata). In risposta il portavoce della NSO ha affermato che le tecnologie della società “supportano gli interessi e le politiche di sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenendo il terrorismo e la criminalità, e quindi cercheranno di invertire questa decisione.

E’ infatti la prima volta che un’amministrazione Usa prende di mira società cyber israeliane, che ricevono le loro licenze di esportazione dal Ministero della Difesa israeliano.

La strategia dei ransomware evolve: la difesa passerà allo zero-trust

La strategia dei ransomware sta evolvendo e la difesa – afferma Daniel Spicer, CSO, Ivanti – passerà allo zero trust. Questo significa microsegmentare la sicurezza.

Zero Trust è un termine coniato dagli analisti di Forrester Research: il suo significato fa riferimento a un’architettura alternativa per la gestione della sicurezza IT. L’approccio Zero Trust, filosoficamente parlando, è basico. Il principio perseguito, infatti è quello di non fidarsi mai e di verificare sempre.

ZeroUnoWeb

La sicurezza quindi va implementata e sicuramente la sua strategia va rivista, in luce di ransomware sempre più frequenti ma anche gravi per per tutte le organizzazioni. Il panorama della sicurezza informatica ha già avvisato: la situazione non farà che peggiorare. 

Gli attacchi informatici e ransomware che hanno scopi economici sono ora crimini multimiliardari e le loro strategie sono sempre più complesse e le aziende pagano per i dati sensibili che diventano pubblicamente disponibili su Internet. Le organizzazioni pagano in media $ 220.298 e subiscono 23 giorni di inattività a seguito di un attacco segnala ThreatPost, e diventa necessario fare di tutto per prevenirli.

Stare un passo davanti al cyber crime: sicurezza e zero trust

Tuttavia stare un passo avanti ai cyber criminali diventa ogni giorno più impegnativo: i moderni ransomware tra ingegneria sociale, phishing e-mail, collegamenti e-mail dannosi e sfruttamento di vulnerabilità in software senza patch si infiltrano e distribuiscono malware. Non lasciano tempo ad uno stop e inoltre man mano che la strategia di sicurezza cambia i cyber criminali si adeguano a loro volta. Questo richiede il monitoraggio in tempo reale.

La sicurezza zero-trust inoltre richiede ad aziende e organizzazioni continue verifiche prima di consentire gli accessi alla rete, la garanzia di sistemi aggiornati, autotrenticazioni implementate e rafforzate, gestione continua di patch e vulnerablità. A ciò viene incontro la tecnologia del deep learning che garantisce un controllo in tempo reale di endpoint, dispositivi perimetrali etc.

Servono perà ulteriori passi avanti per la preventizone delle minacce e soprattutto piani di ripristino. In poche parole come afferma Daniele Spicer biosgna imparare a “prevdere l’imprevedibile”.

Leggi anche: La Sicurezza aerospaziale richiede un approccio qualificato e maturo

La Sicurezza aerospaziale richiede un approccio qualificato e maturo

La sicurezza informatica aerospaziale richiede un approcio qualificato e maturo: questo è stato il messaggio principale della conferenza intenazionale Cyber Security for Aerospace nella sede di Leonardo a Chieti.

La conferenza con l’obiettivo di affrontare e approfondire i temi legati alla sicurezza informatica per il settore aerospaziale ha coinciso con l’inaugurazione della nuova Customer Experience Area di Leonardo e l’ufficializzazione degli ultimi dati relativi al progetto Cyber trainer sviluppato da Leonardo in collaborazione con l’Ateneo Aquilano e la Regione Abruzzo. Cyber Trainer addestrerà gli operatori della cyber security che testarenno nuove tecnologie contro le minacce informatiche.

Sicurezza aerospaziale: il rapporto Kaspersky e Zayed University

Il settore dell’Aerospazio sta attraversando infatti un periodo di cambiamenti tecnologi e digitali radicali: la space economy attrae cifre sempre più ingenti, ma gli attacchi informatici mettono a repentaglio il settore. Ciò confermato anche da un rapporto di Kaspersky in collaborazione con la Zayed University di Dubai, intitolato Cyberthreat profile of space infrastructure.  

Le minacce alle infrastrutture sono esaminate in dettaglio, in un momento in cui sempre più paesi – tra stati e aziende private – stanno puntando in questa direzione, non ultimi gli Emirati Arabi Uniti con la missione Hope.

Finanziata dall’Agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti, la Zayed University (ZU) ha progettato una camera di simulazione di Marte per studiare l’ambiente del pianeta rosso prima delle missioni con equipaggio. Inoltre, i ricercatori ZU hanno pubblicato una libreria di firme spettrali per l’ambiente degli Emirati Arabi Uniti utilizzando sensori remoti iperspettrali e altri.

L’infrastruttura spaziale comprende sistemi mission-critical come razzi, stazioni orbitali, satelliti, sistemi aerei senza equipaggio, sonde spaziali, robotica e sistemi di comunicazione spazio-terra. Proprio come qualsiasi altra infrastruttura critica, quella spaziale spesso incorpora una rete aziendale che ospita servizi di posta elettronica, servizi elettronici e file server e i dati raccolti da sonde, sistemi e sensori.

La minaccia alle infrastrutture spaziali sta già accadendo: soprattutto negli utlimi anni gli attacchi informatici sono stati diretti ad interrompere le comunicazioni satellitari, sfruttare l’infrastruttura per intercettare le trasmissioni satellitari o rubare informazioni sensibili. La potenziale superficie di attacco è ampia, le possibilità di interruzione sono considerevoli e i potenziali guadagni per gli attori malevoli potrebbero essere molto allettanti.

“Le infrastrutture critiche tradizionali sono state ripetutamente compromesse negli ultimi anni, con conseguenze spesso gravi. Gli esseri umani devono imparare dagli errori del passato e rendere la sicurezza informatica una priorità fin dall’inizio mentre si espandono nello spazio”, ha affermato Maher Yamout, Senior Security Researcher di Kaspersky.

Le economie dei governi di tutto il mondo fanno sempre più affidamento su infrastrutture dipendenti dallo spazio; si è quindi aperta una nuova frontiera per la sicurezza informatica.

Leggi anche: La Sicurezza dei satelliti e dei network della difesa | Andrea Biraghi

In settori come i trasporti e la logistica, i dati sulla posizione vengono registrati regolarmente in tempo reale dai satelliti GPS e inviati ai back office consentendo ai team di monitorare i conducenti e le risorse. Le organizzazioni che hanno avamposti remoti o navi oceaniche ovviamente non possono connettersi online tramite una rete mobile o via cavo, devono invece utilizzare i satelliti per le comunicazioni. Inoltre, i satelliti memorizzano le informazioni sensibili che raccolgono da soli, che potrebbero includere immagini di installazioni militari riservate o infrastrutture critiche. Tutti questi dati sono obiettivi interessanti per vari tipi di criminali informatici.

Andrea Biraghi

Google alert: aumento di attività da parte di Hacker di stato

Google avvisa dell’aumento di attività da parte di hacker di stato: nel 2021 in totale 50.000 avvisi, un aumento di quasi il 33% rispetto allo stesso periodo nel 2020. Questo picco è in gran parte dovuto al blocco di una campagna di un gruppo russo noto come APT28 o Fancy Bear.

Hacker di stato: il gruppo APT35

Ma non solo Google si concentra anche su un gruppo legato alle Guardie rivoluzionarie iraniane, noto come APT35, o Charming Kitten, che conduce regolarmente attacchi di phishing, dove, ad esempio, viene utilizzata un’e-mail per indurre qualcuno a consegnare informazioni sensibili o per installare malware.

All’inizio del 2021, APT35 ha compromesso un sito web affiliato a un’università del Regno Unito per ospitare un kit di phishing. Gli aggressori hanno inviato messaggi di posta elettronica con collegamenti a questo sito Web per raccogliere credenziali per piattaforme come Gmail, Hotmail e Yahoo. Agli utenti è stato chiesto di attivare un invito a un webinar (falso) effettuando l’accesso. Il kit di phishing richiederà anche codici di autenticazione inviati ai dispositivi.

APT35 si affida a questa tecnica dal 2017: nel mondo accademico, nel giornalismo, nelle ONG, nella politica estera e nella sicurezza nazionale. Google descrive in dettaglio le forme di attacco del gruppo APT35, che includono: tentativo di caricare spyware nel Google Play Store, attacchi di phishing,  bot sul servizio di messaggistica di Telegram per notificare quando gli utenti sono entrati in un sito di phishing. Google sottolinea e avverte: la Guardia rivoluzionaria iraniana – creato dopo la rivoluzione islamica del 1979 – ha un ruolo chiave nell’ondata di hack sostenuta dallo stato.
Lo stesso gruppo di Teheran – che dispone di un vasto apparato di intelligence – ha preso di mira i membri dello staff della campagna elettorale negli Stati Uniti del 2020.

“Per anni questo gruppo ha dirottato account, distribuito malware e utilizzato nuove tecniche per condurre lo spionaggio in linea con gli interessi del governo iraniano”.

Ajax Bash, membro del team di analisi delle minacce di Google

Leggi anche: Campagne di spionaggio e hacking: Russia e USA

Attacchi ransomware nel settore sanitario: il rapporto Mandiant

Aumentano gli attacchi ransomware al settore sanitario mentresocietà di sicurezza informatica americana Mandiant – in un nuovo rapporto – sottolinea come un gruppo di criminali informatici noto come “FIN12” stia espandendo le seu operazioni di hacking prendendo di mira ripetutamente il settore. Kevin Mandia, l’amministratore delegato di Mandiant, ha affermato:

“Questo è un gruppo a cui abbiamo risposto tante volte e vogliamo che tutti possano iniziare a difendersi in modo più efficace”

CBS News

Gli hacker del gruppo Mandiant attaccano spegnendo i sistemi, ostacolando l’accesso alle cartelle cliniche dei pazienti e alle immagini radiologiche: ciò aumenta il rischio per tutti i pazienti fino a quando non viene pagato un riscatto.

Nel report completo “FIN12: The Prolific Ransomware Intrusion Threat Actor That Has Aggressively Pursued Healthcare Targets”, Mandiant afferma che il gruppo stia colpendo dal 2018, quindi ben prima della pandemia. Ma viene anche svelato un ndoo centrale, quello dell’affiliazione tra vai gruppi che collaborno insieme. Nel report infatti – dove viene svelata l’attività del gruppo FN12 – viene anche evidenziato come FIN12 abbia partner che gli consentono varie operazioni, come l’accesso iniziale, l’evoluzione delle tattiche, delle tecniche e delle procedure del gruppo e le tendenze nel loro ampio uso di Cobalt Strike BEACON.

Nel sommario viene sinteizzata l’attività principale dei cyber criminali:

  • FIN12 è un gruppo di minacce finanziariamente motivato, attivo almeno da ottobre 2018, specializzato nella distribuzione post-compromissione del ransomware principalmente RYUK.
  • Fin dalla sua prima apparizione, FIN12 ha mantenuto una stretta collaborazione con gli attori delle minacce affiliati a TRICKBOT. Tuttavia, FIN12 ha apparentemente diversificato le sue partnership per le operazioni di accesso iniziale, in particolare nel 2021.
  • FIN12 fa molto affidamento su strumenti e malware disponibili pubblicamente per consentire le proprie operazioni. In quasi ogni singola intrusione FIN12 da febbraio 2020, FIN12 ha utilizzato Cobalt Strike BEACON, ma storicamente hanno utilizzato anche EMPIRE e TRICKBOT come strumento post-sfruttamento.
  • La maggior parte delle vittime di FIN12 osservate ha sede in Nord America, ma il loro targeting regionale si è ampliato nel 2021 in altre regioni, tra cui Europa e Asia Pacifico.

Gli attacchi ransomware del gruppo FN12 si concentrano per circa il 20% sul settore sanitario.

Leggi anche: Ransomware 2021 i tre rapporti : IBM, Trend Micro e BlackBerry

Google Alert: il cyber crime può rendere il malware non rilevabile su Windows

Google avvisa: una nuova tecnica può rendere il malware non rilevabile su Windows. I ricercatori hanno rivelato una nuova tecnica per eludere deliberatamente il rilevamento del malware, tramite l’aiuto di firme digitali non valide dei payload di malware. L’analisi del certificato viene quindi interrotta per evitare il rilevamento. La nuova tecnica è attualamente utilizzata dal cyber crime a proprio beneficio. Inoltre, gli aggressori in grado di nascondere la propria identità nelle firme senza comprometterne l’integrità, possono evitare il rilevamento più a lungo, e prolungare la durata dei certificati di firma del codice per infettare più sistemi.

“Gli aggressori hanno creato firme di codice non valide che sono considerate valide da Windows ma non possono essere decodificate o verificate dal codice OpenSSL, che viene utilizzato in numerosi prodotti di scansione di sicurezza”

Neel Mehta di Google Threat Analysis Group

Il team ha osservato che il nuovo meccanismo è stato sfruttato da una famigerata famiglia di software indesiderato noto come OpenSUpdater, utilizzato per scaricare e installare altri programmi sospetti su sistemi compromessi. La maggior parte degli obiettivi della campagna sono gli utenti residenti negli Stati Uniti che sono inclini a scaricare versioni craccate di giochi e altri software.

I gruppi di campioni OpenSUpdater sono spesso firmati con lo stesso certificato di firma del codice, ottenuto da un’autorità di certificazione legittima. Da metà agosto, i campioni OpenSUpdater hanno una firma non valida e ulteriori indagini hanno dimostrato che si trattava di un tentativo deliberato di eludere il rilevamento. In questi nuovi campioni, la firma è stata modificata in modo tale che un marcatore End of Content (EOC) ha sostituito un tag NULL per l’elemento ‘parameters’ del SignatureAlgorithm che firma il certificato Leaf X.509.

I prodotti che utilizzano OpenSSL per estrarre le informazioni sulla firma rifiuteranno questa codifica in quanto non valida. Tuttavia, per un parser che consente queste codifiche, la firma digitale del binario apparirà altrimenti legittima e valida.

Firma digitale

Leggi anche: Telegram è la nuova dark web per i criminali informatici

Telegram è la nuova dark web per i criminali informatici

Telegram, l’app del pietroburgese Pavel Durov – secondo una ricerca – sembra che stia emergendo come nuovo dark web per i criminali informatici. La ricerca è della società di sicuerezza Cyberint – insieme al Financial Times – che ha scoperto canali con decine di migliaia di abbonati.

L’esplosione dnell’utilizzo di Telegram è stata provocata, secondo lo studio, dai recenti cambiamenti in uno dei suoi concorrenti: WhatsApp, ora proprietà di Facebook.

Mentre Telegram e WhatsApp sono entrambe destinazioni popolari per coloro che cercano maggiore privacy nelle loro comunicazioni digitali – le due piattaforme offrono una qualche forma di crittografia end-to-end – la nuova politica sulla privacy di quest’ultima, anche se assediata, ha reso la piattaforma meno attraente per i criminali informatici.

Tal Samra, analista delle minacce informatiche di Cyberint ha affremato: “Di recente abbiamo assistito a un aumento del 100% dell’utilizzo di Telegram da parte dei criminali informatici”

“Il suo servizio di messaggistica crittografata è sempre più popolare tra gli attori delle minacce che conducono attività fraudolente e vendono dati rubati . . . in quanto è più comodo da usare rispetto al dark web.”

Tal Samra

In passato, i dump di dati e i data leak che ora vengono scambiati tramite l’app – di facile utilizzo – erano infatti in gran parte dominio del cosiddetto “dark web”, a cui è possibile accedere solo utilizzando browser e login speciali.

Gli hacker trovano attraente il dark web perché vive in un angolo del deep web – vale a dire, la parte di Internet che non appare nei motori di ricerca – che è ancora più bloccato contro gli osservatori esterni e le intrusioni.

Tutte queste barriere – quelle della dark web – hanno un prezzo, ovviamente: non tutti possono accedervi. È qui che Telegram entra in scena. È facile scaricare l’app e creare un account. Le chat “segrete” del servizio utilizzano la crittografia end-to-end, per una maggiore privacy. E mentre le chat di gruppo non hanno la stessa protezione, hai comunque bisogno di un link o di un invito per entrare. Inoltre Telegram consente anche enormi chat di gruppo fino a 200.000 utenti.

La notizia giunge anche nel momento in cui molti in Russia definiscono “un momento spartiacque” la sospensione dell’accesso alle raccomandazioni di voto anti-governativo diffuse dal team di Aleksej Navalyj in occasione delle parlamentari. Dopo Google e Apple è stata la volta dell’applicazione di messaggistica istantanea Telegram che ha annunciato che avrebbe bloccato tutti i servizi associati alla campagna elettorale, incluso il “Bot” del Voto intelligente: il canale automatizzato che raccomandava il nome da votare in base al seggio.

Leggi la ricerca del Finacial Times

I Cyber Partisans in Bierlorussia affermano di aver violato i database ufficiali

I cyber partisans in Bierlorussia – Belarus Cyber ​​Partisans – affermano di avere violato i database ufficiali e di avere accesso a dati estremamente sensibili.

I Berlarus Cyber Partisans hanno rivendicato così una serie di attacchi informatici – a fine agosto 2021 – ai database del governo e della polizia in Bielorussia, compresi quelli del Ministero degli Interni. La notizia è riportata da DW a cui un hacker avrebbe detto che l’idea era di fornire alla popolazione informazioni importanti.

Il 17 agosto, il sovrano bielorusso Alexander Lukashenko ha indirettamente confermato la perdita di dati sensibili. “Se non puoi proteggere le informazioni nei tuoi computer, allora scrivi le cose a mano e mettile nei cassetti”, ha detto ai ministri in una riunione.

Di recente il gruppo avrebbe affermato di avere accesso ai dettagli del passaporto di tutti i bielorussi, nonché ai piani di sicurezza interna, e dati riguardo alle intercettazioni. Secondo quanto riferito, l’elenco include funzionari della sicurezza, aziende statali e aziende private. I Cyber Partisans affermano di avere centinaia di migliaia di ore di registrazioni, affermando anche che elaboreranno le informazioni e le rilasceranno gradualmente. 

Per fare ciò, i cyber partisans della Bierlorussia hanno creato un canale Telegram che ha già 77.000 abbonati. L’app di messaggistica crittografata è spesso utilizzata dai sostenitori dell’opposizione in Bielorussia perché rende più facile aggirare i censori. È stata una delle maggiori fonti di informazione durante le proteste antigovernative nel 2020.

I Cyber partisans sono un collettivo di attivisti/hacktivisti anonimo decentralizzato bielorusso emerso nel settembre 2020 – dopo le presidenziali del 2020 – noto per i suoi vari attacchi informatici contro il governo bielorusso, istituzioni governative e agenzie governative.

Wikipedia

Secondo i Cyber Partisans, il ministero dell’Interno bielorusso ha creato un database intitolato Street Riots, in cui sono state registrate quasi 39.000 persone solo lo scorso anno, principalmente perché avevano partecipato alle proteste dopo le contestate elezioni presidenziali. Il database apparentemente contiene informazioni sui passaporti di questi manifestanti, nonché dettagli relativi agli arresti e al successivo esito. DW – la Deutsche Welle, emittente internazionale tedesca e uno dei media internazionali di maggior successo e di rilievo – afferma di avere visto gli screenshot e confermano.

Leggi anche: Hacking e abuso di privacy: la fuga di informazioni personali nell’hack DragonForce Malaysia a giugno

La Cina nega l’hacking dei dati sul fiume Mekong e confuta il rapporto Reuters

Il rapporto Reuters accusa la Cina dell’hacking di dati sul fiume Mekong dalla Cambogia.

Non è immediatamente chiaro quale tipo di dati abbiano rubato gli hacker e non sappiamo perché abbiano fatto questo tentativo. Ma ci deve essere qualcosa di interessante o importante che li ha motivati ​​a farlo”, ha affermato il Segretariato della Commissione del fiume Mekong (MRC). Questo è successo nel 2018 ma stiamo ascoltando la notizia ora che il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti l’ha rilasciata.

Il Segretario ha anche affermato che la maggior parte dei dati su MRC è disponibile pubblicamente e ospitata su un portale di dati. Il portale rappresenta un magazzino di dati in cui sono attualmente disponibili almeno 10.333 dataset. I set di dati includono serie temporali idro-meteorologiche e climatiche attuali e storiche, mappe spaziali, atlanti, fotografie e set di dati settoriali a cui è possibile accedere facilmente.

L’accusa dell’hacking è partita dagli Stati Uniti e puntava ad una campagna di spionaggio informatico globale: tra i governi presi di mira dagli hacker cinesi c’era la Cambogia, uno dei più fedeli alleati asiatici di Pechino.

L’obiettivo dell’attacco è stato rivelatore: le discussioni tra Cina e Cambogia sull’uso del fiume Mekong (segreti commerciali e dati idroacustici). Il Mekong infatti è divenuto un nuovo campo di battaglia per l’influenza statunitense e cinese nel sud-est Asia.

Reuters si basa sulle accuse che “sono state delineate in un atto d’accusa di 30 pagine del tribunale degli Stati Uniti che descrive in dettaglio le attività di quella che è stata definita una società di facciata gestita dalla sicurezza dello stato cinese ad Hainan, una provincia insulare cinese vicino al sud-est asiatico”.

Tra gli obiettivi degli hacker c’era il “Ministero del governo cambogiano”, secondo l’accusa, dal quale “hanno rubato dati relativi alle discussioni tra i governi di Cina e Cambogia sull’uso del fiume Mekong” nel gennaio 2018.

In risposta a Reuters, il ministero degli Esteri cinese ha affermato che le accuse alla Cina dell’hacking ai dati sul Mekong sono infondate e che gli Stati Uniti sono la principale fonte mondiale di attacchi informatici, compresa anche l’intercettazione dei propri “alleati”:

La Cina si è opposta fermamente e ha combattuto gli attacchi informatici di tutte le forme. La Cina non fa mai [questi attacchi] né incoraggerà, sosterrà o condonerà gli attacchi informatici. Gli Stati Uniti, infatti, sono la più grande fonte di attacchi informatici al mondo.

Leggi anche: Cyber crime e aziende comparto energia in Italia a rischio: il rapporto Swascan

Pegasus spyware: l’hacking tool per spiare giornalisti e attivisti

Attivisti, giornalisti per i diritti umani ed oppositori politici sono stati oggetto di tentativi di hacking tramite Pegasus spyware di NSO Group. Secondo un’indagine circa 37 smartphone – su 67 esaminati – sono stati violati con successo utilizzando lo strumento di sorveglianza, sviluppato dall’azienda israeliana di armi informatiche NSO. Il leak contine circa 5.000 numeri di telefono. il TheGuardian riporta che “si ritiene che un gruppo di 10 governi siano clienti NSO che aggiungono numeri al sistema, con l’elenco che include Azerbaigian, Kazakistan, Ruanda ed Emirati Arabi Uniti, tra gli altri”.

NSO Group è noto per la produzione di strumenti di hacking, utilizzati dai governi e dalle forze dell’ordine di tutto il mondo. Lo strumento più noto dell’azienda è “Pegasus”, uno spyware in grado di eseguire il jailbreak di un dispositivo come un iPhone, installare malware e consentire l’esportazione dei dati dell’utente.

Il malware può violare sia gli smartphone con sistema Android sia iOS, lasciando pche tracce. Entra in azione grazie ad un click dell’utente su un link dannoso ricevuto – si insinua all’interno del dispostivo accendendo ad informazioni come: foto, registrazioni, passwords, localzzazione, registri chiamate e post pubblicati sui social. Inoltre Pegasus consente di abilitare telecamere e microfoni in segreto, leggere messaggi crittografati e registrare telefonate. È stato anche possibile acquisire le coordinate GPS, consentendo il monitoraggio in tempo reale e la registrazione di dove si trovava il bersaglio.

In un’indagine di un gruppo di 17 organizzazioni dei media, sembra che Pegasus venga utilizzato per attaccare i critici dei governi, piuttosto che solo contro i criminali. Una fuga di notizie, riportata da The Guardian, include un elenco di oltre 50.000 numeri di telefono ritenuti persone di interesse per i clienti del gruppo NSO dal 2016.

…nell’elenco sono stati inclusi più di 180 numeri associati ai giornalisti, inclusi giornalisti e dirigenti di importanti testate, tra cui il Financial Times, la CNN e il New York Times.

Nell’ottobre 2019, Facebook ha fatto causa a NSO Group per accuse che il produttore di strumenti di hacking abbia utilizzato una vulnerabilità in WhatsApp per inviare malware a circa 1.400 giornalisti. Nell’aprile 2020, il gruppo NSO ha affermato che Facebook si era precedentemente avvicinato alla società nel 2017 per acquistare potenzialmente l’accesso al software, in particolare per raccogliere dati sui dispositivi Apple.

AppleInsider

Leggi anche: Cyber spionaggio e controllo da remoto: Mollitiam e il monitoraggio di massa di profili e identità digitali

Cyber crime e aziende comparto energia in Italia a rischio: il rapporto Swascan

Cyber crime: l’Italia è il quarto paese più colpito dai ransomware subito dopo Regno Unito, Francia e Germania.

I dati arrivano dalla scoietà di sicurezza informatica FireEye che segna una crescita dei ransomwareche colpisce tutta l’area Emea. L’area Emea comprende Europa, Africa e Medio Oriente, e i ransomware rappresentano la tipologia di attacco cyber maggiormente in aumento, con un +422% tra febbraio 2020 e maggio 2021.

Quali sono i settori più colpiti? dal cyber crime in Italia? Il settore manifatturiero è al primo posto, seguito da servizi legali e professionali, logistica e industria ingegneristica.

“I gruppi che operano attraverso attacchi ransomware continueranno a crescere fino a quando non inizieremo ad affrontare il problema a livello politico.Rallentare queste attività criminali richiederà un livello di coinvolgimento che non abbiamo mai visto prima. Il cybercrime è una sfida globale e abbiamo necessità di segnalare e operare contro i paesi che offrono protezione ai cyber criminali o che accettano, con passività, le loro azioni, finché non colpiranno chi li ospita o li protegge”. 

Jens Monrad, Director, Head of Mandiant Intelligence, Emea

Nel frattempo Swascan ha pubblicato l’Energy Cyber Risk Indicator (Giugno 2021): gli indicatori sono stati determinati con il servizio di Domain Threat Intelligence (DTI).

Sottolineando il fatto che il settore energetico è una delle infrastrutture critiche del nostro Paese, sostenendone le attività e lo sviluppo economico, evidenzia come la transizione verso una rete energetica digitalizzata o 4.0, esponga il settore a nuovi rischi e alle attvità malevole dei “criminal hacker”.

Il settore sarebbe quindi ad altro rischio e la conferma è il numero crescente di minacce e di attori che prendono di mira le utility. Ulteriore criticità è rappresentata dalla natura decentralizzaa della leadership della cyber security di molte organizzazioni, oltre alle interdipendenze – tra le le infrastrutture fisiche e informatiche – che rendono le aziende vulnerabili agli attacchi. L’analisi riferita al Giugno 2021, prende in considerazione un campione di 20 aziende tra le prime 100 del settore su base fatturato.

Il numero totale delle potenziali vulnerabilità riscontrate per il settore energetico è 1643, così distribuite: 4 aziende (20% del campione) hanno 0 potenziali vulnerabilità, 7 aziende (35% del campione) hanno tra 1 e 25 potenziali vulnerabilità, 3 aziende (15% del campione) hanno tra 26 e 50 potenziali vulnerabilità e 6 aziende (30% del campione) hanno più di 50 potenziali vulnerabilità. La media delle potenziali vulnerabilità è 82, ma è presente 1 azienda che espone oltre 900 potenziali vulnerabilità: escludendola dal calcolo della media, il numero medio di potenziali vulnerabilità per azienda si abbassa da 82 a 34.

Energy Cyber Risk Indicator – Swascan

Cyber spionaggio e controllo da remoto: Mollitiam e il monitoraggio di massa di profili e identità digitali

Cyber spionaggio e controllo remoto di internet: Mollitiam Industries sarebbe in procinto di sviluppare strumenti di hacking in grado di assumere il controllo di dispotivi Android, MacOS e Windows su smarthphone e tablet.

Secondo i documenti visti da Wired – materiali di marketing online non protetti – la società di cyber intelligence, con sede in Spagna, grazie afi fondi europei (UE) ha creato una nuova tecnologia di sorveglianza invasiva che consente di assumere il “controllo remoto anomimo” ed invisibile dei dispositivi connessi alla rete Internet elundendo il rilevamento. Wired cita i prodotti di intercettazione anonima come “Invisible Man” e “Night Crawler“, in grado di accedere in remoto ai file e alla posizione di un bersaglio e di accendere di nascosto la fotocamera e il microfono di un dispositivo (incluse password, attività di ricerca sul Web e persino testi scambiati su applicazioni di messaggistica crittografate). Ma non sarebbe una novità perchè Mollitiam, in un recente webinar, ha mostrato la capacità della sua tecnologia di registrare le chiamate WhatsApp, divulgare i dettagli dell’ingegneria sociale e delle tattiche di phishing utilizzate. “Conquista la fiducia del bersaglio”.La tecnologia, a basso consumo di dati e batteria di Moltiam, consente ai suoi strumenti di funzionare senza destare sospetti.

…il suo spyware sarebbe dotato di un keylogger, il che significa che ogni sequenza di tasti eseguita su un dispositivo infetto, incluse password, query di ricerca e messaggi inviati tramite app di messaggistica crittografate, può essere tracciata e monitorata.

Cyber spionaggio:

Secondo quanto riferito dalla rivista, Mollitiam è anche in procinto di implementare uno strumento per il “monitoraggio di massa di profili e identità digitali“, sia attraverso i social media sia la dark web: il progetto – viene affermato – è soprendentemente simile ad un progetto sulla raccolta dati finanziato in parte dal Fondo di sviluppo europeo (UE). Il progetto dovrebbe sviluppare una piattaforma di generazione di intelligence automatizzata che analizzi e metta in correlazione grandi quantità di dati “da fonti Internet aperte”. Wired ha esaminato i documenti ufficiali. La notizia arriva in un momento in cui vengono sollevati problemi di privacy a causa degli sforzi delle forze dell’ordine e delle agenzie di intelligence per accedere ai dati personali aggirando le tecnologie di messaggistica crittografata. Né la società né le autorità europee hanno risposto alla segnalazione.

Edin Omanovic, direttore della difesa di Privacy Watchdog Privacy International ha così affermato:

“Il fatto che abbiano ricevuto denaro pubblico dall’UE per sviluppare la loro attività è scioccante. Le capacità di mercato di Mollitiam che rappresentano una minaccia così unica per la nostra privacy e sicurezza che è altamente discutibile se tali poteri possano mai essere compatibili con il diritto internazionale sui diritti umani” .

This secretive firm has powerful new hacking tools
Mollitiam Industries claims to have created hackings tools that can take control of smartphones and laptops

Dovremmo tutti presumere che le nostre comunicazioni, anche le nostre comunicazioni crittografate, siano monitorate?

Intelligenza artificiale e cyber security

Anche se l’intervento umano è ancora considerato essenziale nel settore l’intelligenza artificiale (IA) è oggi in prima linea nella battaglia della cyber security per salvare le organizzazioni dagli hacker. Sebbene l’intelligenza artificiale abbia compiuto progressi significativi nelle sue applicazioni in tutti i settori, al momento il suo utilizzo nella sicurezza informatica può ancora essere definito come “nascente”.

L’IA – che parte dll’emulazione del pensiero umano – infatti aiuta ad esempio i professionisti e gli esperti nell’analisi del riconoscimento vocale e comprendere in modo accurato il crimine informatico in un momento in cui le aziende e le organizzaziini – esposte alle crescenti minacce – richiedono tecnologie di sicurezza elevate.

L’IA sta dicentando anche un potente strumento nel campo della protezione dei dati e contro attacchi potenzialemnte articolati, derivanti dallo sviluppo della tecnologia 5G e dell’Internet of Things che si stima porteranno ad attacchi informatici di quinta generazione– multi-dimensionali, multi-stadio, multi-vettore, polimorfici – e su larga scala che richiedono una prevenzione in tempo reale e continui aggiornamenti per evitare attacchi zeroda, oltre all’utilizzo di Firewall con funzioni avanzate di nuova generazione (NGFW).

Ma cosa è un attacco di Quinta Generazione? Un attacco cibernetico estremanente pericoloso e a grande scala, progettato per infettare più componenti di un’infrastruttura informatica, comprese le reti, le macchine virtuali istanze cloud e i dispositivi endpoint. Un attacco di questo tipo è in grado di superare le barriere di difesa dei FireWall: primi esempi di questo tipo di tacchi sono stati NotPetya e WannaCry.

Andrea Biraghi

Intelligenza artificiale e cyber security: benefici e rischi

In tutto questo non bisogna dimenticare che l’intelligenza artificiale può rappresentare un arma a doppio taglio: si necessita quindi mettere in conto che l’IA stessa possa essere violata la pari di ogni sistema e quindi rappresentare una perdita piuttosto che un benficio. Tra le tecnologie che devono investire in una solida sicurezza dell’IA la guida autonoma, i missili autonomi, telecamere di sicurezza e via dicendo.

Tra gli attacchi contro l’IA: l’alterazione dell’input dell’algoritmo (con inupt errati), informazioni false inserite nei data set che influiscono sui processi di data mining e attacchi alla privacy, dove in fase di addestramento l’IA può venire sfruttata per raccogliere informazioni sul suo algortimo.

I benefici e i vantaggi tuttavia sono numerosi, tra cui una maggiore efficienza e accuratezza degli analisti informatici, con una riduzione notevole del tempo di analisi e dei costi di rilevamento. Consente inoltre una risposta più veloce e quidni efficace alle violazioni, automatizzando le contromisure. Tra i benefici anche la possibilità di migliorare le analisi predittive e la mitigazione dei rischi.

Car Hacking: le minacce informatiche nel settore automotive

Minacce informatiche e Automotive. Mentre gli esperti di sicurezza canadesi avvertono dei rischi di pirateria informatica dei veicoli autonomi, i ricercatori di sicurezza Ralf-Philipp Weinmann di Kunnamon, Inc. e Benedikt Schmotzle di Comsecuris GmbH hanno mostrato alla conferenza CanSecWest, una vulnerabilità di sicurezza “remote zero-click” scoperta nell’Ottobre 2020, di un componente software open-source (ConnMan) utilizzato nelle automobili Tesla. Questo gli ha permesso di aprire le porte di una Tesla con un attacco remoto da un drone che trasportava un dongle Wi-Fi. Tuttavia si tratta di un vecchio bug, quindi – secondo i ricercatori – l’attacco non dovrebbe essere possibile oggi.

Sarebbe così possibile per un criminale sbloccare le porte e il bagagliaio dell’auto, cambiare la posizione dei sedili, sia le modalità di sterzo che di accelerazione, ma questo tip di attaccto non fornirebbe il controllo totale della guida. Chiamati “TBONE”, questi exploit sono stati originariamente scritti per il concorso PWN2OWN 2020, che è stato annullato a causa di COVID-19. Successivamente gli hacker hanno rivelato queste vulnerabilità a Tesla, che le ha patchate nell’aggiornamento 2020.44 alla fine di ottobre 2020.

Potrebbe sembrare fantascienza per molti ma anche senza accesso fisico al tuo veicolo, gli hacker possono prendere il controllo dell’automobile. I rischi della tecnologia cosi si moltiplicano al pari delle opportunità. I criminali informatici e il “cyberspionaggio” hanno iniziato da tempo a prendere di mira anche l’industria automotive con minacce informatiche per rubare dati e informazioni relative in special modo i veicoli a guida automatica o semiautomatica. Ma i rischi non si fermano qui.

Gli hacker possono accedere ai sistemi di un automobile con accesso da remoto senza la chiave, che secondo Upstream.auto ha rappresentato il 93% degli attacchi di furto nel 2020. Si aggiungono gli accessi tramite smarthphone, attacchi informatici tramite le porte dati USB e infine gli avanzati sistemi telematici di navigazione e localizzazione, che rendono le auto connesse bersagli attraenti per hacker, terroristi e stati-nazione.

Minacce informatiche e la supply chain del settore automotive

Gli esperti automotive canadesi invece non sembrano così tranquilli: nasce cosi un nuovo centro specializato, lo SHIELD Automotive Cybersecurity Centre of Excellence, che ha sede presso l’Università di Windsor. Il suo compito sarà distribuire le conoscenze sulla riduzione delle vulnerabilità cibernetiche all’interno delle automobili e dei loro componenti tra produttori, ricercatori e automobilisti, con l’intenzione di offrire servizi di consulenza e test alle piccole e medie imprese canadesi. Il messaggio è quello legato alla supply chain, considerando i tanti partner coivolti, dai produttori di componenti, agli assemblatori, agli operatori di rete, agli amministratori, ai gestori dei parcheggi e agli automobilisti.

L’obiettivo del nuovo centro è ridurre il rischio.

Mary Teresa Barra, della General Motors, ha affermato che proteggere le automobili da incidenti causati da attacchi informatici “è una questione di sicurezza pubblica”. Ma non è solo un problema di conformità alle normative ma di dettagliate analisi delle minacce alla sicurezza e alla privacy, di valutazione del rischio e trattamento del rischio, consideriamo non solo lo sviluppo iniziale dei progetti e dei prototipi ma anche l’intero ciclo di vita dello stesso prodotto.

Andrea Biraghi – Cyber Security e Cyber Spionaggio: le minacce nel settore automotive in Europa

Leonardo cyber security e la sicurezza dello spazio | Andrea Biraghi

I nuovi obbietivi di Leonardo SPA hanno lo scopo di potenziare 3 principali aree strategiche per il futuro sviluppo delle applicazioni di sicurezza in ambito spaziale, leggi anche Andrea Biraghi La sicurezza nello spazio: la nuova frontiera per la Cyber Security.

Le economie dei governi di tutto il mondo fanno sempre più affidamento su infrastrutture dipendenti dallo spazio; si è quindi aperta una nuova frontiera per la sicurezza informatica. Anche l’Italia è chiamata a giocare un ruolo strategico, sia a livello eruopeo sia internazionale e Leonardo SPA – che opera nel contesto della sicurezza nazionale e della difesa – gioca un ruolo fondamentale in questo.  Nel contesto spaziale infatti evolvono minacce e rischi: con i satelliti che supportano le comunicazioni globali – per non parlare di una serie di funzioni economiche, governative e militari quotidiane – non dovrebbe sorprendere che si tratti anche un potenziale obiettivo per i criminali informatici.

sicurezza spaziale leonardo andrea brigahi

Leonardo: le tre aree strategiche per la sicurezza spaziale – Looking for space Security, Andrea Biraghi.

Quali sono le tre aree strategiche che Leonardo implementerà per la sicurezza spaziale? Per il prossimo triennio – come si legge in un articolo di CorriereComunicazioni è previsto l’investimento di un milione di euro annui e l’impiego di circa 30 ricercatori, in base all’accordo fra Leonardo e l’Istituto Italiano di Tecnologia. Le aree su cui si focalizzeranno gli sforzi, le ricerche e le applicazioni sono: il calcolo ad alte prestazioni, l’intelligenza artificiale e la robotica.

La crescente minaccia cyber sta così convergendo con la dimensione spaziale.

La continua proliferazione dell’esplorazione spaziale non farà che aumentare la portata del nostro ambiente connesso. Dato l’elevato valore dei dati memorizzati sui satelliti e altri sistemi spaziali, sono bersagli potenzialmente interessanti per chiunque voglia sfruttare questa situazione per realizzare un profitto illegale. 

Andrea Biraghi

Leggi anche:

Guerra Informatica: obiettivi dell’hybrid warfare le infrastrutture critiche

Mentre la guerra informatica continua ad essere combattuta tra gli stati, continua anche la corsa della sicurezza informatica che ad oggi deve essere ritenuta responsabilità del paese nel suo complesso e non solo relativa ad un individuo o ad un’organizzazione.

Nel corso degli anni, abbiamo assistito a un’escalation nella serie di hacking sui servizi sanitari, le reti elettriche, le centrali nucleari e la nostra privacy. Le minacce non vengono solo da Cina, Russia, Corea del Nord o qualsiasi attore statale o non statale con l’intento di destabilizzare un paese. Le minacce informatiche, in continua evoluzione, mettono così anche a rischio le infrastrutture critiche che sono in definitiva veri e propri sistemi strategici, essenziali per una nazione.

…le vere vittime sono imprese, organizzazioni e cittadini, che ne subiscono gli effetti. Allo stesso tempo, si assottiglia la linea di separazione tra azioni statali e “semplice” criminalità informatica.

AgendaDigitale.eu – Cyberwar, i nuovi fronti da Microsoft Exchange alla disinformazione sui vaccini

Ma la maggior parte dei cyber attacchi sono diretti alle infrastrutture critiche e il cyber spazio ha assunto un ruolo primario nei nuovi scenari geopolitici internazionali. Quali sono i nuiovi scenari? Nemici da remoto che utilizzano armi come virus informatici, malware e programmi che alterano l’operabilità di un sistema o avviano uno spegnimento completo del sistema. Gli attacchi informatici saranno il nuovo campo di battaglia – invisibile, invisibile e imprevedibile – dove hacker di varie nazioni competeranno per distruggere economie e vite.

Guerra informatica: i nemici invisibili

Negli ultimi anni e con maggior frequenza negli ultimi mesi, si sta assistendo, oltre che allo cyber spionaggio, all’interruzione dei servizi essenziali specialmente in nazioni e aree dove vi sono oggi le maggiori tensioni e frizioni geopolitiche. E i cyber sabotaggi spesso sembrano avere nemici invisibili: nonostante infatti le accuse alla Russia da parte del Governo USA, rimane incerta l’attribuzione dell’attacco alla società SolarWinds

Gli eventi attuali dimostrano che le strategie e le tattiche di guerra informatica aggressiva sono già un luogo comune in tutto il mondo e per ciò e di conseguenza la Sicurezza nazionale deve migliorare in modo drastico la comprensione della tecnologia, delle leggi e dell’etica collegate agli attacchi e alle difese informatiche, pianificando un vero e propri piano in tutte le sue fasi. Il cyber spazio, diventato terreno quotidiano per moltissime operazioni, infatti è diventato terreno di scontro decisivo.

Andrea Biraghi – Cyber Warfare e Geopolitica del CyberSpazio

AgendaDigitale.eu parla dell’ultimo libro della giornalista americana Nicole Perlroth: This Is How They Tell Me The World Ends – pubblicato nel Febbraio 2021. Nicole Perlroth getta uno sguardo inquietante sulle strategie di cyber war in atto affermando che siamo vicinissimi, ad un “9/11 cyber Pearl Habor”: un Pearl Harbor cyber dell’11 settembre. La giornalista descrive così in dettaglio il mercato poco compreso per gli exploit zero-day, che i governi hanno segretamente pagato agli hacker milioni di dollari sperando di usarli prima che qualcuno risolva – o approfitti – dello stesso errore. Invece oggi…sono in mano a tutti.

Leggi anche: Cyber Attacchi alle infrastrutture critiche: gli obiettivi dell’hybrid warfare

Ransomware 2021 i tre rapporti : IBM, Trend Micro e BlackBerry

Ransomware 2021: da 3 rapporti separati sulle minacce informatiche pubblicati da IBM, Trend Micro e BlackBerry, emergono molti degli stessi temi.

In questi rapporti nei nomi dei nuovi arrivati vi sono i nomi Egregor e DoppelPaymer, e ransomware come Sodinokibi e Ryuk permangono nelle liste delle migliori campagne. Tra i punti di unione dei tre rapporti la crescita e il raddoppiamento di ransomware e phishing – con alcune modifiche – e minacce come i deepfake e la disinformazione che nel futuro diventeranno minacce sempre più importanti.

I criminali informatici e gli hacker di stato risultano raddoppiati, approfittando anche del caos della pandemia con il passaggio al lavoro da remoto. BlackBerry sottolinea che i Managed Service Provider (MSP) erano obiettivi importanti durante gli attacchi ransomware 2020: secondo il “2021 Threat Report” gli hacker hanno sempre più sfruttato il ransomware per compromettere gli MSP come parte di campagne di criminalità informatica altamente mirate. Il ransomware rimane il grande business del cyber crime .

Ransomware 2021: come cambiano gli attacchi

Una delle osservazioni circa il numero di tentativi di attacchi ransomare è stata circa il suo declino. Questo declino per Jon Clay di TrendMicro non è dovuto alla diminuzione delle minacce, ma al mutare delle tattiche.

“Se si guardano i numeri ransomware, quel numero è in realtà in calo di anno in anno perché le tattiche sono cambiate”.

“Siamo passati dagli attacchi ransomware spray-and-pray all’approccio molto più mirato da parte degli attori ransomware.”

Darkreading – Ransomware, Phishing Will Remain Primary Risks in 2021

Altre notevoli tendenze del ransomware 2020 evidenziate nel rapporto di BlackBerry includono l’uso di Ransomware-as-a-Service (RaaS), l’esfiltrazione dei dati prima e durante la crittografia ransomware,la “collaborazione” di Ryuk con Trickbot ed Emotet, o la collaborazione di Zeppelin con Azorult.

Un altro fattore è il mercato Bitcoin che sta spingendo gli aggressori a trasferirsi in Linux e cercare di sfruttare i servizi cloud. “Molte aziende si stanno spostando verso il cloud, quindi ci sono molti dati lì”, afferma Rossmann di IBM Security X-Force.

Le tendenze che si evincono dallo stesso rapporto riguardano le strategie di doppia estorsione, l’uso di Crimeware-as-a-Service da parte di hacker di Stato e attacchi informatici a pazienti sanitari e loro. cartelle cliniche.

Dal monitoraggio 24 ore su 24 agli strumenti di sicurezza basati sull’intelligenza artificiale e al rilevamento delle minacce interne e la comprensione di come gli eventi attuali hanno un impatto sulla superficie di attacco di un’organizzazione possono fare la differenza tra una violazione dei dati e una difesa informatica di successo.

Eric Milam, vice presidente della ricerca e dell’intelligence di BlackBerry.


Cyber security: avvisi di sicurezza e falsi positivi, l’analisi di Fire eye

Cyber security e falsi positivi: si può migliorare l’analisi della sicurezza senza tradurla in migliaia o a volte milioni di avvisi al giorno che da soli non forniscono informazioni sufficienti?

La frase “falso positivo” suggerisce che ci sia un positivo che si è dimostrato falso. Tuttavia, come detto sopra, queste singole prove, senza contesto o correlazioni, non sono mai utilizzabili da sole. Per dimostare infatti che un allarme positivo, bisogna raccogliere, analizzare e contestualizzare le prove di supporto necessarie. Rispondere ai falsi allarmi – secondo una ricerca fornita dal Ponemon Institute – le organizzazioni sprecano in media 1,27 milioni di dollari ogni anno.

Dei 17.000 avvisi malware che un’organizzazione riceve ogni settimana, solo 3.230 sono considerati affidabili e solo 680 degli avvisi vengono effettivamente esaminati.

FireEye – Security Alerts: Stop the Noise

La società di cyber security Fire Eye nel rapporto “The Voice of the Analysts: Improving Security Operations Center Processes Through Adapted Technologies”, rileva che gli analisti stanno diventando “meno produttivi” a cauasa della diffusa “stanchezza degli avvisi” con conseguente allarme ignorato, aumento dello stress e paura di non rilevare minacce e di non poter prevenire gli incidenti. Ma nel rapporto vengono evidenziate anche le attività principali che gli stessi analisti ritengono sia meglio automatizzare per proteggere meglio i loro Centri operativi di sicurezza (SOC).

“Gli analisti della sicurezza sono sopraffatti da una marea di falsi avvisi positivi da soluzioni disparate, mentre crescono sempre più preoccupati di poter perdere una vera minaccia. Per risolvere queste sfide, gli analisti chiedono strumenti di automazione avanzati, come extended detection e response, che possano contribuire a ridurre la paura di incidenti mancanti rafforzando al contempo la sicurezza informatica del loro SOC.”

Chris Triolo, Vice President of Customer Success di FireEye.

Cyber Security: ridurre i falsi positivi

Gli intervistati hanno condiviso per il report gli strumenti principali che utilizzano per le loro analisi. Meno della metà utilizza tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning (43%) ), strumenti soar (Security Orchestration Automation and Response), software SIEM (Security Information and Event Management) (45%) e altre funzioni di sicurezza.
Per ridurre l’affaticamento da “falsi positivi” e gestire i propri SOC, i team di sicurezza hanno bisogno di soluzioni automatizzate avanzate. Le soluzioni avanzate e meglio automatizzate permettono un rilevamento delle minacce più alto (18%), seguito dall’intelligence sulle minacce (13%) e dal triage degli incidenti (9%).

Il report di FireEye evidenzia che la maggior parte delle soluzioni di sicurezza informatica non distingue tra malware quotidiano e attacchi mirati avanzati. in questo modo gli avvisi importanti vengono confusi o persi con gli avvisi non importanti, consentendo agli attacchi di violare la sicurezza della rete.

Le procedure consigliate da FireEye sono:

  • Ridurre i falsi positivi e consolidare gli eventi correlati
  • Verificare, analizzare e fornire il contesto per gli avvisi
  • Allineare la sicurezza ai rischi aziendali
  • Assegnare priorità ed evidenziare gli avvisi importanti

Ci sono tuttavia delle soluzioni di sicurezza come software che raccolgono le singole prove, pesandole e analizzandole e contestualizzandole. Software che diminuisicono i falsi positivi collegando collega i punti di tutti i vari eventi di sicurezza, creando un quadro chiaro di una violazione.

I Cyber attacchi di quinta generazione: il 2021 anno chiave

I cyber attacchi di quinta generazione diventano sempre più sosfisticati: si va dallo spionaggio internazionale alle massicce violazioni delle informazioni personali alle interruzioni su larga scala di Internet.

Con la rapida digitalizzazione a causa della pandemia, il passaggio al server cloud, l’alto numero di smartphone connessi in rete e il passaggio al lavoro da remoto tutti noi diveniamo più vulnerabili. Nonostante le misure prese per assicurare di essere protetti in oggni momento i nuovi attacchi hanno riguardato una serie di exploit informatici su larga scala. Perhè molte aziende sono protette contro attacchi de seconda e terza generazione e la sicurezza informatica deve evolvere invece verso la quinta generazione per proteggere le aziende contro gli attacchi all’intera infrastruttura IT.

I cyber criminali si muovono sempre più rapidamente per infettare un gran numero di aziende e organizzazioni in vaste aree geografiche con mega-attacchi su larga scala. Le reti e i data center, i cloud e i dispositivi sono ancora esposti. Inoltre nonbiosgna dimenticare che la nuova implementazione delle reti mobile per il 5G offriranno velocità più elevate ma anche la possibilità ai criminali informatici di innescare attacchi informatici sempre più grandi. 

Lo sviluppo della tecnologia 5G e dell’Internet of Things aumenteranno le vulnerabilità degli utenti: si parla di attacchi informatici di quinta generazione su larga scala. Molte aziende però non sono ancora preparate contro attacchi di questo tipo: multi-dimensionali, multi-stadio, multi-vettore, polimorfici, in poche parole estremamente articolati.

Andrea Biraghi – Gli attacchi di quinta generazione

Come difendersi dai Cyber attacchi di quinta generazione

Ma cosa è un attacco di Quinta Generazione? Un attacco cibernetico estremanente pericoloso e a grande scala, progettato per infettare più componenti di un’infrastruttura informatica, comprese le reti, le macchine virtuali istanze cloud e i dispositivi endpoint. Un attacco di questo tipo è in grado di superare le barriere di difesa dei FireWall: primi esempi di questo tipo di tacchi sono stati NotPetya e WannaCry.

Andrea Biraghi

La cyber resilienza rimane un’alta priorità. Ci sono soluzioni attuali per difendersi dagli attacchi informatici del 2021? Le soluzioni di “quinta generazione” si basano sulla prevenzione in tempo reale, sulla gestione unificata dei rischi, sui continui aggiornamenti per evitare attacchi zeroday e l’utilizzo di Firewall con funzioni avanzate di nuova generazione (NGFW).

E’ necessaria l’attivazione di un’intelligence che copra tutte le superfici di attacco, inclusi cloud, dispositivi mobili, rete, endpoint e IoT.

L’importanza della Cyber Security nel settore marittimo

La cyber security nel settore marittimo – a causa del crescente numero di attacchi informatci contro organizzazioni marittime – è una delle priorità assolute in termini di sicurezza e difesa.

Gli attacchi informatici ai sistemi e alle tecnologie operative del settore infatti hanno avuto un aumento globale del 900% negli ultimi tre anni (dati International Maritime Organization’s – IMO).

Riguardo a ciò è utile ricordare che il settore marittimo svolge un ruolo vitale nell’economia globale: il 90% del commercio globale è trasportato dalla navigazione. Gli attcchi informatici verso questo settore e contro infrastrutture nazionali critiche – come l’industria marittima – possono avere effetti paralizzanti sull’intera economia nazionale e internazionale.

Dall’altro lato le organizzazioni marittime dipendono sempre più dall’IT (Information Technology) e OT (Operation Technology) per massimizzare l’affidabilità e l’efficienza del commercio marittimo. Questi sistemi abilitati per il cyber aiutano la navigazione delle navi, le comunicazioni, la gestione ingegneristica a bordo, la gestione del carico, la sicurezza, la sicurezza fisica e il controllo ambientale. Tuttavia, la proliferazione di sistemi rivolti a Internet in tutto il settore marittimo sta introducendo rischi sconosciuti ed espandendo la superficie di minaccia.

L’attacco informatico NotPetya del 2017 è stato un campanello d’allarme degli effetti disastrosi, che hanno paralizzato l’industria marittima globale per più di qualche giorno.

Tar le molte imprese marittime che ne sono rimaste colpite, il colosso Maersk che ha stimato un danno di circa $ 300 milioni: Maersk ha subito la chiusura di alcuni terminal portuali gestiti dalla sua controllata APM.

Cyber Security nel settore marittimo: i diversi incidenti

“Il non riuscire a proteggere la nave da un evento cyber potrebbe essere considerato un mancato esercizio della dovuta diligenza nel rendere la nave idonea alla navigazione, e anche una violazione degli Articoli 3(1) e 4(1) delle Regole dell’Aja/Aja-Visby.”

Il rischio di attacchi cyber nel settore marittimo – 2017

La consapevolezza – oggi più che mai – che le operazioni di trasporto marittimo siano esposte a questo tipo di rischi è cresciuta. Tra le aziende che si occupano di sorveglianza marittima e costiera c’è Leonardo, che garantisce i sistemi informativi delle forze navali, capacità di comando e controllo, gestione dei sistemi d’arma e comunicazioni integrate.

Tuttavia “i pericoli derivanti dagli attacchi cyber non riguardano solo i sistemi informatici delle compagnie di navigazione ed i dati sensibili ivi contenuti, ma coinvolge anche le stesse navi, le quali sono sempre più computerizzate e quindi anch’esse esposte alla pirateria informatica”.

Quali sono i diversi incidenti che si possono verificare?

  • Problemi con il trasferimento dei dati
  • Problemi con l’attrezzatura e l’hardware di bordo
  • Perdita o manipolazione di dati esterni del sensore, fondamentali per il funzionamento di una nave.

Diventa sempre più importante proteggere sistemi e dati critici con più livelli di protezione, per aumentare la probabilità di rilevare un incidente informatico e lo sforzo, insieme alle risorse, per proteggere informazioni, dati o disponibilità di hardware IT.

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Intelligenza artificiale e identità digitale: la capacità di dimostrare davvero chi siamo

Identità digitale: se da un lato cresce la necessità di provare la propria identità per accedere ai servizi digitali, intelligenza artificiale, machine learning e reti neurali ci vengono incontro.

Tuttavia, nel cyberspazio, l’identità è tutt’ora più difficile da verificare a causa della mancanza di standard – che si rivelino affidabili – per non parlare della proliferazione di frodi di identità e falsificazione dei dati biometrici. Il crimine informatico ha quindi fatto emergere nuove problematiche circa il problema del furto dell’identità e ma anche nuovi implusi alla sicurezza informatica per nuove soluzioni per ripensare alla sicurezza dell’identità.

“L’identità può essere scambiata digitalmente tra utenti e fornitori di servizi in modo sicuro ed efficiente. L’autenticazione dell’identità è il primo passo verso la creazione di fiducia tra due parti nello spazio online e, in ultima analisi, “è alla base dell’intera economia digitale”.

Husayn Kassai, CEO of Onfido

Le nostre vite si stanno spostando nello spazio digitale. Acquisti online, servizi sanitari, online banking, senza dimenticare le interazioni sociali, ci fanno comprendere come l’indetità digitale diventi quindi un problema importante. La capacità di dimostrare davvero chi siamo è diventato un fattore cruciale per accedere ai vari servizi digitali, per abilitare le transazioni. Non c’è limite al suo utilizzo – si può parlare anche dei check-in aeroportuali o al voto online, o la dimostrazione di un test COVID-19.

Contemporaneamente devono essere tutelati gli aspetti informativi sulla privacy.

L’utilizzo dell’Identità digitale cresce anche in Italia come le soluzioni e le startup

In Italia la crescita delle identità SPID attive quest’anno rispetto allo scorso anno è del 140%.

“Nel 2020 il numero di identità SPID attive è più che raddoppiato, con circa 7,7 milioni di nuovi utenti in più rispetto ai 5,5 milioni censiti a fine 2019, e gli accessi mensili sono passati dai 6,3 milioni di gennaio ai 16,7 milioni di ottobre. Nonostante l’aumento, SPID copre appena il 22% della popolazione (e il 26% degli italiani maggiorenni), lontano dai livelli dei paesi europei più avanzati, come Olanda (79%), Svezia (78%), Norvegia (74%) e Finlandia (55%)”.

Giorgia Dragoni, Direttore dell’Osservatorio Digital Identity

Su EconomyUp si parla di 9 startup italiane che oggi stanno affrontando il problema dell’identità digitale con varie soluzioni. La lista è composta da: Biowetrics, Elysium, Floux, iProov, Keyless, Monokee e Vibre.

Le loro tecnologie variano dall’identificazione biometrica sicura senza password, riconoscimento facciale per i pagamenti contactless o algoritmi – come MindPrint – che consente l’autenticazione dell’utente tramite il segnale cerebrale, sfruttando tecnologie di AI.

La minaccia della Disinformazione mediatica: a tutti gli effetti un ulteriore sfida della Cyber Security

La disinformazione mediatica è oggi delle sfide della Cyber Security: la manipolazione dei fatti e delle informazioni è anche al centro della nuova agenda translatantica Europa USA per il cambiamento globale.

L’obiettivo è quello di contrastare i poteri autoritari (Cina, Russia in primis) che cercano di sovvertire l’ordine democratico destabilizzando il ruolo delle istituzioni. Anche tramite attacchi cyber e disinformazione di Stato, che ad esempio stanno colpendo in questa fase i vaccini covid-19 e le strutture sanitarie.

AgendaDigitale.eu – Nuova alleanza UE-USA: il ruolo inedito della cybersecurity

Fake News, notizie false, informazioni inganevvoli, prontamente confezionate per influenzare l’opionone pubblica. Un fenomeno che in questi anni ha subito una crescita esponenziale e che mette a rischio la stessa informazione. Non manca chi da queste “bufale” trae profitto, per fare soldi in minor tempo possibile e sfruttandone tutti i meccanismi che stanno dietro.

Andrea Biraghi – L’informazione online è sotto minaccia.

La Commissione europea ha definito la disinformazione come “l’aggregato di informazioni false o ingannevoli che sono create, annunciate e divulgate, per trarre vantaggi economici o per plagiare intenzionalmente le persone, e che potrebbero causare un pericolo pubblico”.

La sfida va dunque accolta: per quanto Internet sia un importante mezzo di informazione e uno strumento in grado di cambiare le nostre vite permettendoci di comunicare più velocemente, biosgna ora pensare a strumenti che guidino gli utenti nella giungla delle informazioni. Allo stesso tempo sarebbe utile una maggiore consapevolezza del lato oscuro del web: per questo ancora più importnate è elaborare degli strumenti che aiutino le persone e che le metta in sicurezza.

Disinformazione mediatica e social

Nel 2019 Facebook si è dovuto tutelare per contrastare le interferenze da parte di Paesi stranieri nelle elezioni presidenziali USA 2020: eliminando account registrati in Russia e Iran. Gli account in questione erano accusati di creare meme e video deepfake anti-Trump. Il numero della loro diffusione è notevole: hanno raggiunto circa 265.000 accounts sui social network. Il numero dei profili chiusi: 78 account Facebook, 11 pagine, 29 gruppi e quattro account Instagram.

Andrea Biraghi – Fake News: l’informazione sotto minaccia

ComputerWeekly evidenzia come la regolamentazione dell’informazione su Internet e quindi anche sui social possa essere usata come pretesto per reprimere la libertà di parola. “Dovremmo essere molto cauti nell’usarlo eccessivamente come strumento”.

Crescono intanto nuove startup il cui obiettivo è fermare il flusso della disinformazione tra cui: Right of Reply, Astroscreen e Logically, che anche se non si definiscono società di sicurezza informatica in pratica è come se lo fossero. La sicurezza informatica non riguarda infatti solo le violazioni dei dati ma la loro integrità. Inoltre la manipolazione dell’informazione può minacciare la sicurezza nazionale per cui ecco perchè la questione dovrebbe essere al centro delle nostre difese informatiche.

Nelle previsioni di Avast Security si parla anche di DeepFake: già a Gennaio abbiamo visto che con le elezioni presidenziali degli Stati Uniti 2020 i deepfakes sarebbero stati sfruttati per tentare di screditare i candidati e inviare messaggi politici falsi agli elettori attraverso i social media

Cyber Security: le sfide e le priorità del 2021

Le sfide per la Cyber Security chiudono un anno difficile ma aprono un 2021 impegnativo.

Le priorità per il 2021 sono innanzitutto quelle di poter anticipare situazioni e attacchi con l’aiuto della Cyber Intelligence ma anche in una strategia di sicurezza completa nell’ambiente delle minacce di oggi richiede soluzioni che tengano conto sia della sicurezza fisica che di quella informatica, perché anche le minacce informatiche sono minacce fisiche. Pensando alla sicurezza cyber-fisica in modo unificato, si può investire in una tecnologia digitale avanzata che rende la loro rete e le loro strutture più sicure. [Preparing for physical and cyber security convergence by Andrea Biraghi]

Nel bene e nel male però la sicurezza informatica non sarà così diversa dall’anno che stiamo per lasciare – almeno in prima battuta – sebbene con l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale  le capacità di poter prevenire gli attacchi sono aumentate sino ad arrivare ad individuare l’85% degli attacchi e a ridurre fino a ad un quinto il numero di falsi positivi.

Nel panorama delle tendenze 2021 intanto emergono alcuni fattori destinati forse a divenire delle priorità già nei prossimi mesi.

Tra queste la sicurezza dei dispositivi Iot (Internet of Things), un numero crescente di attacchi che sfrutteranno l’Intelligenza Artificiale (AI) e il numero di attacchi sempre in aumento da parte di hacker sponsorizzati dallo Stato e il successivo aumento di spionaggio informatico.

La CyberSecurity e le sfide ad essa correlate si stanno evolvendo rapidamente, motivo per cui la Commissione europea ha adottato una serie di misure tra cui l’istituzione di un quadro legislativo globale: l’Internet Of Things pone nuove questioni in materia di sicurezza e minacce informatiche

Andrea Biraghi – Infrastrutture critiche e cybersecurity: le sfide alla sicurezza

Cyber Security: le sfide del 2021 e la vulnerabilità delle democrazie

Se le elezioni presidenziali americane hanno rivelato la vulnerabilità della democrazia americana rispetto agli attacchi cyber, gli USA hanno in programma una riforma sulle pratiche della privacy, ma anche e soprattutto struemnti con i queli combattere l’Hate Speech sulle piataforme social.

Controllo e sicurezza di internet come scrive AgendaDigitale fano parte del vecchio programma di Obama per una strategia nazionale per il Cyber Spazio. Ma non solo Stati Uniti, le stesse preoccupazioni ci sono anche in Europa. Questo perchè la maggior parte delle attività informatiche dannose è collegata alla criminalità informatica, anche se puntare alle elezioni non offre alcun vantaggio finanziario diretto. In ogni caso, nonostante i recenti miglioramenti, ciò rimane una sfida nel cyberspazio – questo restringe il cerchio a organizzazioni statali e terroristiche (escluso l’hacker solitario che con un impatto limitato). Per riassumere i tentativi di indebolire le democrazie potrebbero palesarsi in una paralisi politica, o lasciare spazio per la manovra di altri attori.

Intelligenza artificiale e Cybersecurity

Intelligenza artificiale (IA) e CyberSecurity comunicano già su più livelli: l’utilizzo di tecnologie come l’IA e l’apprendimento automatico è diventato oramai essenziale per proteggere le organizzazioni da attori malintenzionati, che stanno sempre più veloci, migliorano e raffinano le loro tecniche di attacco per arrivare ai loro obiettivi.

“I criminali che sono là fuori, stanno anche usando AI e ML per migliorare la loro capacità di creare malware”.

Bob Turner, chief information security officer presso l’Università del Wisconsin, Madison, durante il Security Transformation Summit di Fortinet.

L’intelligenza artificiale è un’enorme opportunità per l’uomo e il pianeta e altrettanto lo è implementare i suoi strumenti e il ML, rispondendo meglio così agli attacchi in arrivo e ottenere informazioni chiave su dove potrebbero essere i prossimi obiettivi.

Sul fronte della guerra cibernetica, le tecnologie emergenti continuano a svolgere un ruolo chiave e l’intelligenza artificiale (AI) non fa eccezione.

I cyber criminali utilizzano l’intelligenza artificiale per decifrare le password più velocemente: gli attacchi di forza bruta possono essere accelerati utilizzando il deep learning e così via. Vien da sè comprendere che la sicurezza informatica ne farà un uso sempre più massiccio, sfruttandone la potenza.

L’IA compare nei software antivirus che identificano i programmi con comportamenti insoliti, scansionano le e-mail scoprendo i tentativi di phishing e automatizzano l’analisi del sistema o dei dati di rete per garantire un monitoraggio continuo. Ciò nonostante tra molti giovani c’è una parte di preoccupazione per i mezzi di automazione, prcependoli come una minaccia per la sicurezza del lavoro. Come se analizzare e migliorare la sicurezza informatica non potesse essere più un problema a misura d’uomo.

“La preoccupazione per l’automazione tra i giovani professionisti della sicurezza informatica ci ha sorpreso. Nel tentativo di comprendere questo sentimento, potremmo in parte attribuirlo alla mancanza di formazione sul posto di lavoro utilizzando la tecnologia di automazione”.

Samantha Humphries, stratega della sicurezza presso Exabeam

Leggi anche: Intelligenza Artificiale quali rischi e quali opportunità?

Le dimensioni tra Intelligenza artificiale e Cybersecurity

Come avviene applicata l’IA nell’informatica? Normalmente vi sono due tipi di principale utilizzo:

  1. Utilizzo Offensivo da parte dei criminali informatici, per realizzare frodi o furti di idnetità, attacchi di phishing più credibili, oppure anche per sviluppare nuovo malware.
  2. Uso Difensivo: contro gli attacchi informatici, creando grandi quantità di infromazioni per identificare modelli ed anomalie

L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico (ML) sono diventate tecnologie critiche nella sicurezza delle informazioni. La loro capacità va dal poter analizzare rapidamente milioni di eventi e identificare molti diversi tipi di minacce, al malware che sfrutta le vulnerabilità zero-day e all’identificazione di comportamenti rischiosi che potrebbero portare a un phishing attacco o download di codice dannoso.

Come l’uomo possono apprendere o “attingere” dal passato per identificare ora nuovi tipi di attacchi.

Proprietà-intellettuale-sicurezza-andrea-biraghi-coronavirus

Proprietà intellettuale e sicurezza: gli hacker di stato puntano al vaccino Covid

La violazione della proprietà intellettuale è a rischio sicurezza: gli hacker sponsorizzati dallo stato hanno come obiettivo il vaccino per il Covid 19.

La pandemia non è solo un banco di prova di una sfida che diventa ogni giorno più complessa, ma dicenta il centro di interesse per criminali informatici e interessi globali: gli esperti di sicurezza accusano gli hacker di stato, provenienti da Russia, Cina o Iran, di cercare di rubare gli utlimi dati sui vaccini COVID-19. E’ la guerra della proprietà intellettuale.

La guerra della proprietà intellettuale: così gli esperti di sicurezza definiscono la corsa alle informazioni sul vaccino

Gli hacker stanno lavorando instancabilmente per recuperare informazioni sensibili sui risultati della produzione del vaccino Covid 19. Gli esperti di sicurezza la definiscono la guerra per la proprietà intellettuale e si basa su un vero e proprio sequestro di dati sulla produzione di un vaccino che è molto vicino alla definitiva approvazione.

In questa lotta informatica – come si legge sul TheGuardian sono coinvolte le agenzie di intelligence occidentali, tra cui il National Cyber Security Centre britannico, che affermano di essere impegnate a proteggere “le risorse più critiche”.

In precedenza l’intenzione principale degli hacker era quella di rubare i segreti dietro la progettazione di un vaccino, con centinaia di aziende farmaceutiche, laboratori di ricerca e organizzazioni sanitarie da tutto il mondo prese di mira in qualsiasi momento.

Tra gli esperti Adam Meyers – vice presidente presso l’agenzia di sicurezza IT Crowdstrike – ha affermato che i paesi impegnati nel furto delle informazioni e quindi nell’hacking di dati – come Russia o Cina – hanno aumentato le loro attività concentrandole su un solo argomeno: Covid19.

Tra i paesi si contano anche Iran e Nord Corea: vengono utilizzate esche spear-phishing per il furto di credenziali o sfruttando vulnerabilità note lasciate non appotte per cercare di ottenere l’accesso a lungo termine.

Gli attacchi hacking alle informazioni sul Covid

L’Iran, ad esempio, è stato accusato di aver preso di mira l’Organizzazione Mondiale della Sanità all’inizio dell’aprile 2020 utilizzando tecniche di phishing, in cui sono state inviate e-mail cercando di incoraggiare i membri dello staff a fare clic su un link contenente malware nel tentativo di rubare password e ottenere l’accesso ai sistemi.

Il gruppo hacker cinese APT41, a volte noto come Wicked Panda, ha iniziato l’anno con campagne sostanziali che cercano di sfruttare le vulnerabilità di sicurezza nelle reti IT aziendali rivolte a Internet, compresi i sistemi governativi del Regno Unito. A settembre, l’FBI degli Stati Uniti ha presentato accuse contro quelli che ha detto essere cinque figure chiave in APT41, in cui ha detto che uno dei quali aveva detto a un collega che era “molto vicino” all’MSS. La Cina però, nega di essere impegnata nello spionaggio legato all’hacking.

La Russia infine: Cozy Bear, collegato in vari modi all’FSB nazionale russo e alle agenzie SVR straniere, è stato accusato dall’agenzia britannica NCSC di aver preso di mira i laboratori di ricerca sui farmaci nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Canada a luglio. Il suo obiettivo, ha detto NCSC, era probabilmente quello di “rubare informazioni e proprietà intellettuale relative allo sviluppo e al test dei vaccini Covid-19”.

Leggi anche: Andrea Biraghi, Spionaggio informatico: tra vaccini, elezioni, proprietà intellettuali e propaganda

La Sicurezza dei satelliti e dei network della difesa

La sicurezza dei satelliti e le loro vulnerabilità sono legate attualmente ad una delle più grandi minacce globali di questo secolo.

La frontiera dello spazio, a sua volta, è la nuova e moderna frontiera per la Cyber Security a livello globale. Per quale motivo? Il ritmo vertigionso con cui avanzano le capacità di sicurezza informatica e di guerra informatica di diverse nazioni e attori non statali rappresenta una sfida enorme per i proprietari delle risorse spaziali in orbita. Oltre a questo la Cina, nel 2021, avrà un’intensa attività di lancio di satelliti per la rete spaziale a supporto dello IoT – 80 satelliti nello spazio per completare la rete, in tre fasi, intorno al 2023. L’IoT spaziale avrà un’ampia copertura e consentirà una facile connessione in tutte le condizioni atmosferiche e in molteplici campi. 

Prendere il controllo di un satellite da parte di elementi anomali potrebbe avere conseguenze disastrose.

L’aeronautica americana nell’aprile di quest’anno ha organizzato un hackathon per testare le vulnerabilità dei suoi satelliti militari in orbita. I ricercatori di sicurezza informatica hanno condiviso uno degli utlimi dettagli della Conferenza Black Hat USA 2020, e spiegano come sia possibile – tramite semplici apparecciature del valore di 300 dollari – intercettare il traffico Internet via satellite per curiosare nei dati.

Leggi i dettagli della ricerca di James Pavur, Studente di Computer Science della Oxford University – Andrea Biraghi, Intercettazioni satellitari: le minacce ai protocolli di comunicazione.

Sicurezza dei satelliti e dello spazio

Le economie dei governi di tutto il mondo fanno sempre più affidamento su infrastrutture dipendenti dallo spazio; si è quindi aperta una nuova frontiera per la sicurezza informatica.

In settori come i trasporti e la logistica, i dati sulla posizione vengono registrati regolarmente in tempo reale dai satelliti GPS e inviati ai back office consentendo ai team di monitorare i conducenti e le risorse. Le organizzazioni che hanno avamposti remoti o navi oceaniche ovviamente non possono connettersi online tramite una rete mobile o via cavo, devono invece utilizzare i satelliti per le comunicazioni. Inoltre, i satelliti memorizzano le informazioni sensibili che raccolgono da soli, che potrebbero includere immagini di installazioni militari riservate o infrastrutture critiche. Tutti questi dati sono obiettivi interessanti per vari tipi di criminali informatici.

La continua proliferazione dell’esplorazione spaziale non farà che aumentare la portata del nostro ambiente connesso. Dato l’elevato valore dei dati memorizzati sui satelliti e altri sistemi spaziali, sono bersagli potenzialmente interessanti per chiunque voglia sfruttare questa situazione per realizzare un profitto illegale. Sebbene risiedere nel vuoto dello spazio profondo li renda meno vulnerabili agli attacchi fisici, i sistemi spaziali sono ancora controllati da computer a terra. Ciò significa che possono essere infettati proprio come qualsiasi altro sistema informatico più vicino a noi. Gli aggressori non devono nemmeno essere hacker provenienti esclusivamente da nazioni che trattano o lavorano con lo “spazio”, così come non hanno nemmeno bisogno di avere accesso fisico diretto ai sistemi di controllo appartenenti a organizzazioni come NASA, ESA o Roscosmos. In un mondo così interconnesso, hanno tempi facili.

Continua a leggere su Andrea Biraghi Blog – La sicurezza nello spazio: la nuova frontiera per la CyberSecurity

Articolo tratto da Longitude 109 – Looking for space Security, Andrea Biraghi.

Internet of things: la tecnologia estende internet ad oggetti e spazio

Internet of Things (IoT): tecnologia e innovazione hanno esteso internet ad oggetti e luoghi reali. Ora le cose che si trovano intorno a noi possono interagire con il mondo circostante, reperendo e trasferendo informazioni tra rete internet e mondo reale.

Per funzionare però è indispensabile che la gran mole di dati, da processare raccogliere e analizzare, sia disponibile in tempo reale: in questo caso la tecnologia 5G – quinta generazione degli standard per le connessioni mobile – è in grado di supportare connessioni ad altissima velocità in tempi piuttosto bassi, permettendo la connessione di un numero molto più elevato di dispositivi.

Ecco perchè la Cina, nel 2021, avrà un’intensa attività di lancio di satelliti per la rete spaziale a supporto dello IoT – 80 satelliti nello spazio per completare la rete, in tre fasi, intorno al 2023. L’IoT spaziale avrà un’ampia copertura e consentirà una facile connessione in tutte le condizioni atmosferiche e in molteplici campi. 

Internet of Things

Non solo, l’Internet delle cose sta cambiando la scienza e la medicina, nella quale la tecnologia si sta dimostrando un driver importante. Una mole enorme di dati – big data – vengono trasformati dall’intelligenza artificiale in informazioni utili – per diagnosticare e prevenire – in molti settori tra cui quello medico.E nel settore medico i dispostivi IoT possono fare meglio degli umani, estendendosi anche alla sala operatoria ed utilizzati per interventi chirurgici.

Per funzionare però è indispensabile che la gran mole di dati, da processare raccogliere e analizzare, sia disponibile in tempo reale: in questo caso la tecnologia 5G – quinta generazione degli standard per le connessioni mobile – è in grado di supportare connessioni ad altissima velocità in tempi piuttosto bassi, permettendo la connessione di un numero molto più elevato di dispositivi.

Così le previsioni anticipano che che gli investimenti in questa tecnologia cresceranno del 13,6% all’anno fino al 2022. E grazie a nuovi sensori, maggiore potenza di calcolo e connettività mobile affidabile, negli anni a venire ci sarà evidente un’ulteriore crescita.

Internet of Things e sicurezza informatica

Che i sistemi IoT siano esposti a rischi collegati alla sicurezza ben lo sappiamo come siamo consapevoli che sia quindi indispensabile proteggerli e quanto siano importanti soluzioni di cybersecurity per risolvere le loro vulnerabilità.

La CyberSecurity e le sfide ad essa correlate si stanno evolvendo rapidamente, motivo per cui la Commissione europea ha adottato una serie di misure tra cui l’istituzione di un quadro legislativo globale: l’Internet Of Things pone nuove questioni in materia di sicurezza e minacce informatiche

Andrea Biraghi – Infrastrutture critiche e cybersecurity: le sfide alla sicurezza

Il Threat Intelligence Report di NetScout afferma che molti dispositivi IoT possiedono vulnerabilità note che li rednono facili da compromettere se connessi ad Internet. A ciò si aggiunge che molti non dispongono di un meccanismo di aggiornamento software e quindi ad un certo pnto della loro vita destinati a essere vulnerabili. In: IOT E SICUREZZA INFORMATICA: PERCHÈ CONTA

Iot: un caso di reverse engineering

Tutto può essere hackerato: e Martin Hron, un ricercatore della società di sicurezza Avast, ne ha data la dimostrazione. Un dispositivo Iot può essere vulnerabile ad un attacco e in questo caso è una macchina intelligente per il caffè.

L’esperimento di Hron ha trasformato la “caffettiera” in una macchina ransomware, dimostrando che alcuni dispositivi possono anche essere riprogrammati per andare in tilt e richiedere un riscatto da utenti ignari. Nel suo blog il ricercatore parla del suo interessante esperimento The Fresh Smell of ransomed coffee: trasformare un oggetto di tutti i giorni – modificando il firmware della macchina- in una macchina pericolosa per chiedere il riscatto.

Potrebbe farlo anche qualcun altro? Come ci si potrebbe aspettare, la risposta è: sì.

Sicurezza informatica e Covid: i cyber criminali approfittano delle nostre vulnerabilità

Sicurezza informatica e Covid: durante la pandemia i Cyber criminali approfittano della nostre vulnerabilità, che non sono solo quelle informatiche ma sono quelle più umane, legate alle emozioni, alle paure vere e proprie.

Ci stiamo però adattando ad una nuova realtà, fatta anche di lavoro da casa dove abbiamo già visto, in altra sede, quali sono le sfide da sostenere per il solo smart working.

Lavoro da remoto: un impatto sicuramente forte lo ha avuto la nuova modalità di lavoro che molte aziene hanno dovuto obbligatoriamente sostenere: chi non ne ha sofferto sono le aziende più sviluppate, soprattutto quelle legate al settore tech e digital. Soprattutto la riduzione del numero di persone che si recano in uffcio ha avuto un impatto molto positivo sull’ambiente, il che ha significato: meno traffico, meno inquinamento, qualità di vita maggiore. Ma il lavoro da remoto ha espanso anche i rischi delle imprese e gli attacchi informatici sono aumentati in modo esponenziale.

Andrea Biraghi – Sicurezza informatica e smart working: le nuove sfide post Covid

La transizione al lavoro da remoto ha infatti spostato gran parte delle attività al di fuori del perimetro di sicurezza aziendale aumentando l’esposizione delle reti a rischio così di cyber attacchi. A riguardo sono stati recentemente pubblicati due report prodotti da Enterprise Strategic Group (ESG) e International Systems Security Association (ISSA): il Life and Times of Cybersecurity Professionals 2020 e The Impact of the COVID-19 Pandemic on Cybersecurity. .

Quello che emerge è la situazione da parte dei professionisti di sicurezza messi particolarmente alla prova da attacchi distruttivi, ransomware, phishing, correlati al COVID-19 e aumentati durante la pandemia. A questo si aggiunge il perimetro di sicurezza, le vulnerabilità e le minacce che prendono di mira gli smartphone.

Covid e sicurezza informatica: le statistiche da brivido raccolte da ZDNet

Su ZDNet si trovano 10 statistiche che hanno per oggetto il Covid19 e la sicurezza: al “quarto posto” e non per ordine di importanza c’è una statistica prodotta nel Verizon Business 2020 Data Breach Investigations Report. La statistica afferma che anche prima della pandemia, il furto di credenziali e il phishing erano al centro di oltre il 67% delle violazioni, ma in un test eseguito alla fine di marzo, i ricercatori hanno scoperto che gli utenti hanno una probabilità tre volte maggiore di fare clic su un collegamento di phishing e quindi inserire le proprie credenziali rispetto a prima del COVID. Ovviamente, le email di phishing contegono spesso parole come “COVID” o “coronavirus”, “maschere”, “test”, “quarantena” e “vaccino”. Vuoi non cliccarci su o scaricare l’allegato? Sbagliato.

I criminali informatici si avantaggiano delle vulnerabilità che sono anche i nostri dubbi e le paure di questa nuova pandemia con lo scopo di estorcere denaro e dati. Non bisogna avere paura, o dubitare: prima di toccare qualsiasi cosa, è fondamentale controllare e accertarsi della fonte o chiedere alla stessa azienda, la conferma della tale.

Ransomware 2020: Italia, uno dei paesi più colpiti

Ransomware 2020: l’Italia secondo le analisi e il report di TrendMicro è uno dei paesi più colpiti al mondo.

Ransomware 2020

Nell’ultimo mese, Luglio 2020, il numero degli attacchi informatici è aumentato rispetto al mese di giugno. Secondo TG Soft Cyber Security Specialist – TGSoft.it – c’è una crescita del numero dei cluster di malware rispetto al mese precedente. Secondo il Cyber Threat Report di Luglio, nella prima parte del mese è stata registrao un aumento dei malware attraverso campagne malspam, vari password stealer come AgentTesla, MassLogger e FormBook.

Ma la novità, tra le minacce informatiche, c’è il ritorno di Emotet, famoso per essere il più pericoloso framework criminale di cyber spionaggio.

Dal 21 luglio il malware Emotet ha iniziato a “spammare” anche in Italia. Fino al 24 luglio abbiamo una diversificazione di campagne malspam, dove diverse tipologie di malware si sono alternate in quelle settimane. Nell’ultima settimana di luglio vi è una predominanza di Emotet e AgentTesla.

Cyber Threat Report Luglio 2020 – TG Soft

Emotet, che nel tempo ha con un numero indefinito di varianti e con una serie non precisata di nomi differenti, è attualmente il malware più temuto in circolazione.

Secondo l’analisi di Security Affairs a metà agosto, il malware è stato impiegato nella nuova campagna di spam a tema COVID19: ora la botnet Emotet ha iniziato a utilizzare un nuovo modello “Red Dawn” che mostra il messaggio “Questo documento è protetto” e informa gli utenti che l’anteprima non è disponibile nel tentativo di indurlo a fare clic su “Abilita modifica” e “Abilita contenuto” per accedere al contenuto.

Leggi l’analisi su SecurityAffairs.co – Emotet Red Dawn template

Ransomware, Malware e Macro Malware: la situazione in Italia

In classifica nel report annuale di TrendMicro Italia, per quanto riguarda il 2019, l’Italia è seconda in Europa per attacchi ransomware subiti, mentre su scala mondiale è settimo per malware e quarto per macromalware. Le considerazioni poi della società di sicurezza informatica Forrester hanno prevsito una crescita, nel 2020, degli incidenti causati da attacchi ransomware “Gli aggressori sempre più esperti, indirizzeranno i loro attacchi a dispositivi di consumo (e ai consumatori) a scapito dei produttori di dispositivi“. I principali cambiamenti che stanno già avvenendo infatti si basano sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale, gli attacchi all’integrità mediante deepfakes, e l’implementazione della tecnologia anti-sorveglianza.

Malware e ransomware continuano a rappresentare una minaccia per le aziende e i recenti attacchi contro imprese di rilevazna nazionale non fanno latro che evidenziare la crescita delle pratiche del cyber crime.

Rapporto Clusit 2020

Andrea Biraghi: ultime notizie e rassegna stampa, cybersecurity 24 Agosto 2020

Rassegna stampa del 24 Agosto di Andrea Biraghi: le ultime notizie su cybersecurity e attacchi informatici.

Cybersecurity: hackers iraniani prendono di mira Asia e Russia con il ransomware DHARMA

Hackers iraniani – si dice poco qualificati, secondo quanto afferma la società di sicurezza informatica Group-IB – hanno preso di mira aziende in Russia, Giappone, Cina e India. Gli attaccanti hanno cercato di crittografare le loro reti.

Dharma è una nuova variante di Crysis – un ransomware-virus molto pericoloso. A seguito della sua infiltrazione, Dharma cripta i file memorizzati utilizzando la crittografia asimmetrica. Inoltre, questo ransomware aggiunge l’estensione”

Fonte: PCRISK

Gli hacker principianti hanno utilizzato strumenti di hacking disponibili pubblicamente, open source su GitHub o scaricati dai canali di hacking di Telegram.

Approfondimenti su ZDNET

Cybersecurity: rischio malware i file condivisi su Google Drive

A. Nikoci ha spiegato a The Hacker News come una falla di sistema potrebbe indurre gli utenti a scaricare un malware tramite un aggiornamento: i file condivisi su Google Drive potrebbero non essere sicuri a causa di una falla segnalata a Mountain View che non risulta ancora aver rilasciato alcuna patch.

Questa falla sfruttata dagli attaccanti – con lo scopo di distribuire file dannosi camuffati da documenti o immagini legittimi – consentirebbe di eseguire attacchi di spear phishing con un alto tasso di successo.

Leggi tutto su TheHackerNews

Malware Drovorub su Linux: il report di FBI e NSA

L’FBI e la NSA hanno pubblicato un rapporto sul malware basato in Russia che attacca Linux noto come Drovorub.

Fonte:
Russian GRU 85th GTsSS Deploys Previously Undisclosed Drovorub Malware – FBI – NSA

Drovorub utilizza un rootkit del modulo del kernel consentendo di controllare il computer da remoto, evitando ogni suo rilevamento mentre è in azione. Il malware è facile da individuare se si scaricano informazioni non elaborate dalla rete, ma il modulo del kernel quindi lo rende difficile da trovare, agganciando molte delle sue funzioni in modo che i processi possano essere nascosti.

La fonte del malware è stata rintracciata presso il GRU, Direttorato principale per l’informazione e servizio informazioni delle forze armate russe

Il report si può leggere a questo link: Report sul malware Dovurub di matrice russa che attacca Linux

Andrea Biraghi ultime notizie su sicurezza informatica

I ricercatori di sicurezza informatica hanno condiviso uno degli utlimi dettagli della Conferenza Black Hat USA 2020, e spiegano come sia possibile – tramite semplici apparecciature del valore di 300 dollari – intercettare il traffico Internet via satellite per curiosare nei dati.

Leggi la notizia: Intercettazioni satellitari: le minacce ai protocolli di comunicazione.

Nuove vulnerabilità trovate nei gateway industriali dai ricercatori di sicurezza di Trend Micro: non tutti prestano attenzione alla sicurezza informatica ma gli attacchi critici sono dietro l’angolo.

Leggi l’artiolo: Nuove vulnerabilità nei gateway industriali: l’analisi di Trend Micro

Perchè le elezioni USA 2020 sono al centro delle priorità per la sicurezza

Perchè le elezioni USA 2020 sono al centro delle priorità volte alla sicurezza? Le elezioni possono essere violate a livello informatico? Il solo fatto che la sicurezza elettorale sia nel centro del mirino della sicurezza dovrebbe far pensare.

Elezioni USA 2020: la sicurezza come priorità contro gli attacchi informatici

Uno dei rischi principali è la disinformazione che corre sui social insieme alle molte fake news che abbiamo potuto sperimentare tutti durante la prima ondata di pandemia Covid.

Già a Gennaio abbiamo visto che con le elezioni presidenziali degli Stati Uniti 2020 i deepfakes sarebbero stati sfruttati per tentare di screditare i candidati e inviare messaggi politici falsi agli elettori attraverso i social media. Un altro problema che si potrebbe presentare è quello relativo ai ransomware ed ecco perchè c’è in gioco un piano per mettere in sicurezza i database degli elettori registrati. Un ransomware infatti, potrebbe “catturare” i dati degli elettori e mettere in ginocchio i seggi elettorali. e veniamo al punto più interessante, ovvero la ricompensa che il Dipartimento di Stato americano darà a chi darà informazioni utili ad identificare gli hacker che intendono influenzare le elezioni.

Più che una ricompensa Key4Bitz.it parla di una vera e propria taglia di 10 milioni di dollari volta a ottenere “informazioni per l’identificazione o l’ubicazione di qualsiasi persona che, mentre agisce sotto la direzione o sotto il controllo di un governo straniero, interferisce con elezioni federali, statali o locali degli Stati Uniti aiutando o favorendo una violazione della sezione 1030 del titolo 18

Elezioni USA 2020: dubbi sulla sicurezza del voto online

Ma non solo ransomware e deepfake: un nuovo rapporto dei ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e dell’Università del Michigan discute le vulnerabilità della sicurezza informatica associate a OmniBallot, un sistema basato sul web per la consegna delle schede bianche, la votazione delle schede elettorali e (facoltativamente) il voto online, consentito nello Delaware, in West Virginia e New Jersey. Il sistema di voto online OmniBallot infatti è vulnerabile alla manipolazione da parte di malware sui dispositivi dell’elettore, mettendo anche a repentaglio la segretezza del voto oltre consentire ai criminali di modificare gli esiti senza essere scoperti.

Sicurezza elettorale 2020: difendere l’integrità del voto

Il tema della sicurezza elettorale del 2020 è diventato il punto principale dell’agenda sulla sicurezza informatica per i governi federali, statali e locali. Garantire il processo di voto è fondamentale e come se non bastasse la pandemia di COVID 19 sta contribuendo con effetti diretti ed indiretti oltre alle raffiche incessanti di nuove minacce informatiche. A questo si deve sommare l’impegno attuale della sicurezza perchè le elezioni del 2020 non siano una ripetizione di quelle del 2016 per quanto riguarda l’interferenza straniera (o, peggio ancora, l’hacking) nei processi di voto democratico.

Ma cosa succedeva nel lontano 2016? Nel 2016, gli aggressori russi hanno tentato di hackerare i sistemi di voto controllati dallo stato, incluso il tentativo di violazione di una società di software che fornisce software agli uffici di voto locali per verificare l’identità degli elettori. Il bottino più cispicuo è stato rubare i dati personali di 500.000 elettori in un unico stato. A tutto ciò va sommata la minaccia delle vulnerabilità e delle applicazioni e piattaforme di voto.

Ora più che mai – scrive Repubblica.it – per l’Intelligence Usa non ci sono dubbi, la Russia di Vladimir Putin ha dato il via a una nuova offensiva – proprio come nel 2016, ma con azioni ancora più sofisticate – per danneggiare Joe Biden e far rieleggere Donald Trump alla Casa Bianca. 

Le rinnovate preoccupazioni sull’integrità dei sistemi di voto vedono la sicurezza informatica una delle maggiori minacce del sistema, ampiamente sottofinanziata ed in certa misura trascurata anche negli USA.

Cybersecurity e Covid: agilità e resilienza contro le minacce informatiche

Cybersecurity e Covid: Il ruolo della Cybersecurity durante il Covid 19 si è dimostrato essenziale: durante la pandemia molte aziende sono state messe a rischio. Tuttavia la lezione più importante è stata chiara: sicurezza informatica e pandemia hanno una cosa in comune, l’imprevedibilità. E’ qualcosa che si può aggiustare? Si con una maggiore resilienza, ma soprattutto reinventandosi ogni giorno.

Un concetto che viene insegnato agli studenti di sicurezza informatica è che non c’è alcuna sicurezza assoluta: ovvero “nessuna iniziativa di sicurezza e’ tale da garantire, con assoluta certezza, l’ assenza di rischi informatici“. Questo aiuta a stare sempre in guardia, in teoria.

Durante la pandemia, però. si sono digeriti altri concetti, uno dei quali parifica ciò che è successo con il Covid al campo della cybersecurity: allo stesso modo di un nuovo malaware o ransomware, non ci è stato possibile prevedere come il nuovo Coronavirus avrebbe influenzato – e in quale misura – le nostre vite, la nostra società, la nostra economia.

Inoltre una forzata digitalizzazione, laddove non vi era la necessaria preparazione, l’aumento di forza lavoro da remoto, ha reso il panorama ancora più precario. In questo modo la superficie di attacco è aumentata a dismisura ma la tendenza attuale non può essere fermata: le tendenze in atto oggi sono necessarie ed accelereranno ancora con la necessità sempre più forte di una forza lavoro mobile e distribuita. In questo senso la sicurezza informatica deve porsi oggi l’obiettivo di essere ancora più flessibile e se necessario reinvetarsi. Imparare l’agilità aziendale.

Le big tech stano lavorando all’l’Internet of Things (IoT) e il numero di dispostivi IoT potrebbe raggiungere 41,6 miliardi d entro il 2025, mentre gli ambienti multicliud continuano ad aumentare. E’ chiaro che serve una nuova spinta nel senso di velocità e agilità stessa delle imprese che lavorano nell’IT.

Qunidi ad oggi sappaimo dell’esitenza di minacce note ma sappiamo e ci rendiamo conto di quanto possano danneggiarci quelle ignote. Attraverso la cyber intelligence si può anticipare un attacco informatico, sapere quando arriverà di che tipologia sarà. Ed oggi più che mai conoscere la geopolitica del Cyber Spazio e usare metodologie di intelligence per la cybersecurity può contribuire a fronteggiare attacchi informatici e vulnerabilità nel modo più efficiente e veloce.

Con l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale per implementare le misure in materia di sicurezza informatica, le capacità di poter prevenire gli attacchi sono aumentate sino ad arrivare ad individuare l’85% degli attacchi e a ridurre fino a ad un quinto il numero di falsi positivi.

Cybersecurity e Covid: i rischi informatici sono ancora in corso

Se la chiave per vincere le minacce informatiche è basata sulla preparazione e sulla stessa innovazione bisogna avere ben chiaro che uno dei principali fattori di successo sarà un solido framework di cyber resilienza, dove i principi chiave sono l’adattabilità – alle minacce – e la prevedibilità – alle incognite.

Tuttavia, se ancora non sappiamo quanto durerà ancora la pandemia di Covid, possiamo essere certi che la trasformazione tecnologica continuerà anche molto tempo dopo che il Covid scomparirà.

E’ importante capire quindi che pianificarne lo sviluppo con agilità e modelli è strettamente necessario.

Su WeForum un articolo interessante – COVID-19 has disrupted cybersecurity, too – here’s how businesses can decrease their risk – ci parla di tre principali passi di durata diversa per le sfide attuali della Cybersecurity:

  1. Durata immediata (da 0 a 3 mesi): a causa delle nuove modalità di lavoro – smart working e remote working – le aziende devono garantire l’accesso remoto ed intensificare gli sforzi anti-phishing e rafforzare la continuità aziendale. Necessario: un’adeguata formazione a livello informatico, monitoraggio dell’attività su risorse critiche.
  2. Breve termine (da 3 a 6 mesi): sapere prendere le decisioni giuste e dare priorità alle azioni corrette non è cosa scontata. Necessario: la sicurezza degli utenti finali e dei dati.
  3. Medio-lungo termine (12 mesi): pensare a più lungo termine è divenuto obbligatorio, per la sicurezza di processi e architetture. Necessario: dare priorità e accelerare l’esecuzione di progetti critici come Zero Trust, Software Defined Security, Secure Access Service Edge (SASE) e Identity and Access Management (IAM), nonché l’automazione per migliorare la sicurezza di utenti, dispositivi e dati remoti .

Leggi su WeForum.org

Andrea Biraghi

Digital transformation amazing challenge | Andrea Biraghi

Digital transformation amazing challenge: opportunities and need of change to survive and thrive. Andrea Biraghi

2020 represents a decisive year in the world of service companies, not only for the economic impact that the Covid-19 pandemic has had and will have, but also because it will be the watershed among the companies that will be able to seize this opportunity/need of change to be able to survive and then thrive, and those that will remain anchored to an old way of operating.


If, on the one hand, manufacturing companies are closely linked to the production sites where workers work, the whole world of the economy of digital and financial services has had to suddenly work remotely, through the so-called smart or agile working. There are countries where this habit was much more developed, for example in the Scandinavian peninsula where 21% of people already worked remotely in 2019, but there are countries like Italy where only 6% of workers had the opportunity to work from home. The global average of remote working in developed countries is around 15% for this type of company, with a continuous growth rate in recent years.

Digital tranformation amazing challenge!


The reasons that are given in the United States to justify the choice of remote work are the greater productivity (many managers report that by working remotely the teams have increased their results by 28%), the reduced turnover (25% less than to companies that do not allow it), employees satisfaction (many statistics report that in the USA, employees with the possibility of working remotely are willing to even see their wages cut in order to have a flexible work), the ability to attract talent (for millennials this possibility is a driver in choosing a job).

In 2020, within two weeks, the world of service companies brought 90% of their employees into smart working, in all the countries affected by the pandemic, with no appreciable differences between them.

This impressive acceleration brings with it several consequences, which impact directly on the whole society, we think about the reduction of traffic in the cities, the time saved for commuting, the contact between colleagues that has become exclusively virtual, the need for managers to have to evaluate their resources by achieving the assigned objectives, rather than measuring their presence in the office.
But in order to be efficient and prepared for this change, companies must also face important technological challenges, we think of the need to guarantee broadband for each employee, to provide IT tools for collaboration (sharing, video conferencing, cloud, etc.), to review totally the problem of the protection of its computer networks and of its intellectual capital. At a European level in Italy, Spain, France and Germany, most of the organizations presented themselves unprepared for this appointment, especially as regards the protection of their data; United Kingdom, thanks to its bond with the United States, is certainly ahead on these issues and was therefore more ready.

Digital Transformation: let’s analyse two important aspects that this change has entailed

Starting from the more strictly cultural and organizational context, it should be noted that many organizations have suddenly discovered that they are able to perform equally well in this new modality, and that this change in many cases increases the productivity and satisfaction of the employees, who manage to improve the personal work/life balance sheet. We must therefore expect that we will not go back from this situation, or rather that we will not return to a formula that sees the work done in the office as almost exclusive, but instead we will have a significant part of employees who will remain working from home.

It is worth reporting what Jack Dorsey (Twitter CEO) said, who in recent weeks has offered all employees the possibility of remote working forever. Google, Facebook and Microsoft have already announced that at least throughout 2020, employees will remain working from home. This testifies that even companies that operate in such competitive markets as that of social media and digital, are able to operate in the same way, or better, even with their employees in smart working. It will certainly be complicated for large, more “old-style” organizations to reach such flexibility, but certainly it will never return to the pre-Covid state.

Having a 30% of its employees working remotely, it would also mean that the current offices are oversized by 30% and if we think about the real estate market for business, you can easily understand what huge impact we will have, with a drop in demand a third of the offer; it is a significant saving opportunity for companies and will certainly be seized. But on the other hand, cities such as New York, London and Milan that have built their wealth also on the real estate market for businesses and organizations, will necessarily have to revise the business plans of many new construction projects.

Another not insignificant impact will be on the supply chain linked to the people who work in the offices, we think only of catering with canteens, bars and restaurants, but also of cleaning companies, taxis and so on. The reduction in the number of people in the office, on the other hand, will also lead to a reduction in traffic and the use of public transport, especially in the so-called rush hours, for the benefit of the environment and quality of life. Certainly, the possible psychological consequences caused by this lack of physical sociability are still to be explored, but for the advantages described above, we believe that it will be difficult to go back completely.

The second aspect to be explored here is related to technology. From this point of view the challenge and the opportunities are equally great, we first highlighted the need to equip all its employees with adequate tools to be able to “simulate” the presence in the office ensuring the same level of productivity, but this is a pretty simple topic to deal with, it is a matter of choosing the best technologies, purchasing them and then making them available to employees. Much more complex is the problem related to the protection of one of the most important asset for almost all companies, the data.
The data that are patents, software, financial data or design, represent the true wealth of a company, protecting them therefore becomes crucial to keep their organization competitive. Remember that cyber-attacks cause damage estimated at 2/3 trillion dollars worldwide every year: stealing research and development is much cheaper and faster than doing them; it is a shortcut that is very often undertaken.

A technological challenge

Digital transformation: smart working.

To protect a company or organization, the so-called perimeter exposed to attacks must be considered, the wider it is, the more complex its defence is. Theoretically a company that has all its data stored in a single server not connected to the internet and without any communication port is 100% protected, but would be so inefficient from a working point of view, for the employees who have to operate, that fact is unachievable. Companies therefore try to find the best compromise between safety and work efficiency, increasing the possibility of accessing data through internet connections, the choice to move their data to the cloud is a direct consequence. With smart working this has pushed itself to the maximum consequences, increasing the so-called “surface exposed” to potential attacks, to a level never experienced before.

We are therefore faced with a compelling and crucial challenge, only if the cyber security experts manage to adequately protect the infrastructures, even in this new configuration so extensive, smart working will continue to be used and grow as a stable working mode; if instead it turns out that the level of risk (and therefore the related cost) is too high, we will have that only some sectors will be able to continue working remotely, while the people who work on the most critical assets will return to work in more closed perimeters and therefore more easily defensible.

Digital transformation: a technological and human challenge in Cybersecurity

It is not only a technological challenge, but also and above all, a human one, cyber security has in fact a very important human component, it must be emphasized here that 90% of the attacks that are brought to organizations still go through wrong employee behaviour or through email phishing. So it will be fundamental specific training for their workers and an organization dedicated to them, available 24 hours a day, will therefore be even more important, given that people in “nimble” mode work at times that were not previously planned, while remaining always connected to the corporate network. Remote working considerably increases the exchange of emails when compared to traditional office work (there has been a 47% increase in the two Covid-19 months compared to the same period of 2019), this consequently increases the risk of phishing, because having more emails to read it can inadvertently happen to open the wrong one with disastrous consequences.

Digital transformation: Companies must therefore plan the hiring and training of qualified personnel, equip them with the appropriate digital tools to fight this new and complex battle and must foresee the need to invest in Cyber ​​Security part of the savings/earnings obtained by Digital Transformation if they want avoid it may become a digital disaster.

You can therefore understand how this change, which companies have “suffered” because of Covid-19, can really be a crucial moment in their path of growth, because if they manage to seize this opportunity without losing efficiency, profitability and competitiveness, then they will find themselves having made a significant part of the digital transformation process which for many years has been invoked as the indispensable step to bring businesses into the future. Transformation that can only take place if done “in safety”, in another word by guaranteeing the protection of data and therefore of revenues. Moreover, it will be a change that will have important and significant repercussions also on civil society and on the lives of the people who make up the companies themselves, the workers.

You can download the full article in pdf here: Longitude, Building up business agility, Issue #106, by Andrea Biraghi

La Cyberwar nel 2020: cyber sabotaggi e nemici invisibili

Cyberwar 2020: i cyber sabotaggi sembrano avere nemici invisibili. Nelle ultime settimane infatti l’Iran ha affrontato un’ondata mortale di esplosioni e incendi in siti militari e civili sensibili, tra cui un incidente che ha causato danni enormi a un’importante struttura nucleare. Nessuno così sa ufficialmente perché stia accadendo o chi sia il responsabile.

Nel mese di giugno 2020 intanto – come si legge su SecurityAffairs.it – si sono verificati due attacchi informatici: secondo i funzionari, l’infrastruttura interessata non ha avuto alcun danno.

Cyberwar 2020: cybersabotaggi alle infrastrutture militari e civili

Due esplosioni si sono verificate il 26 Giugno e il 30 Giugno 2020: una abbastanza importante ha colpito il complesso della produzione missilistica di Khojir, considerata vitale per le capacità missilistiche dell’Iran. Una seconda esplosione ha avuto luogo in in una clinica medica a nord della capitale, Teheran – uccidendo 19 persone.

Ma non finisce qui: il 2 luglio 2020, infatti, si è verificata un’altra esplosione seguita da un massiccio incendio nella centrale nucleare sotterranea di Natanz, un componente chiave degli sforzi di arricchimento dell’uranio nel paese, con la conseguenza di un ritardo nella produzione delle centrifughe che potrebbero variare da un periodo di mesi ad anni.

Tutt’ora sembra non sia chiaro cosa sia successo, ma il capo dell’intelligence israeliana, Yossi Cohen – ha dichiarato al New York Times la scorsa settimana che Israele aveva fatto esplodere una bomba. Mentre Dalia Dassa Kaye – direttrice del Center for Middle East Public Policy presso la RAND Corporation- ha affermato che esista concretamente “un modello di escalation e un contesto che suggerirebbe un motivo da parte israeliana per colpire gli iraniani”.

Gli eventi che si sono svolti più di 10 anni fa – Stuxnet – di per sé non possono costituire alcuna prova delle cose che accadono oggi.

Olejnik, cybersecurity researcher and consultant.

Cyberwar 2020: siamo nel pieno di uno cyber guerra tra Israele ed Iran?

Cyberwar 2020: tra gli obiettivi degli attacchi informatici le infrastrutture critiche. Secondo quanto riportato da SecurityAffairs sembra che gli ultimi attacchi gli analisti della sicurezza abbiano affermato che ci troviamo nel mezzo di una guerra cinbernetica in cui Israele e Iran sono tra gli attori.

A Maggio 2020 dopo pochi giorni dall’incursione informatica nel sistema idrico israeliano, un attacco hacker “altamente accurato” ha bloccato il porto di Shahid Rajaee sul Golfo Persico. L’Iran aveva negato di aver compiuto il primo attacco ma la risposta di Israele – se è stata una sua risposta – sembra avere un significato con un messaggio preciso: le infrastrutture civili sono un obiettivo inaccettabile per il cyber.

Tuttavia i funzionari dell’Autorità per l’acqua hanno rivelato altri due attacchi informatici ad altre strutture nel paese: uno degli attacchi ha colpito le pompe idrauliche agricole nella parte superiore della Galilea, mentre l’altro ha colpito le pompe idrauliche nella provincia centrale di Mateh Yehuda. Israele non ha fatto importanti commenti sugli autori dell’attacco ma alcuni funzionari lo hanno attribuito a gruppi APT collegati all’Iran.

Gli attacchi, inoltre, sembrano avre avuto come obiettivo il controllo controllo dei sistemi SCADA negli impianti di trattamento delle acque reflue, nelle stazioni di pompaggio e nelle strutture fognarie.

“La risposta agli attacchi informatici fa parte della difesa del Paese. Se sarà dimostrato che il nostro Paese è stato preso di mira da un attacco informatico, risponderemo “.

Gholamreza Jalali, capo della Difesa Civile

Reuters riporta in ultimo le considerazioni dell’Iran in seguito algli tulimi fatti, affermando che l’Iran ha dichiarato che si vendicherà contro qualsiasi paese che effettui attacchi informatici ai suoi siti nucleari.

Un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa statale IRNA ha associato gli incidenti alla possbilità di un sabotaggio di nemici come Israele e gli Stati Uniti. “Finora l’Iran ha cercato di prevenire l’intensificarsi delle crisi e la formazione di condizioni e situazioni imprevedibili”, ha affermato IRNA. “Ma l’attraversamento delle linee rosse della Repubblica islamica dell’Iran da parte di paesi ostili, in particolare il regime sionista e gli Stati Uniti, significa che la strategia … dovrebbe essere rivista.”

Cyber Range: il poligono virtuale per la cyber difesa

Cyber Range: è ora della Cyber difesa e delle esercitazioni fatte in un campo addestramento per contrastare la criminalità informatica, le potenze avversarie e quelle forze che utilizzano Internet per ottenere vantaggi o informazioni. La guerra elettronica e quella cyber stanno oggi convergendo ed è quanto mai importante non farsi trovare impreparati. Lo scenario dei conflitti nel cyber spazio è stato infatti riconosciuto come quinto dominio operativo al pari di aria, mare, terra e spazio extratmosferico. 

Cyber spazio come dominio delle operazioni

Leonardo Cyber Range è un poligono virtuale, composto da una infrastruttura Hardware e software che permette di simulare complessi sistemi ICT. In materia di Difesa e Sicurezza la Cyber Security diventa sempre di più un’arma strategica e Leonardo stava lavorando ad un vero e proprio “poligono virtuale” in campo informatico (IT), il primo cyber range italiano per la Difesa e per gestire le infrastrutture critiche: i possibili scenari vengono virtualizzati per sviluppare strategie e componenti di difesa con l’intelligenza artificiale (AI).

Cyber Range: le ipotesi di scenario per la cyber warfare

Il nuovo centro di addestramento, come si legge su AnalisiDifesa.it, nasce con l’ambizione di formare il giusto personale per potere affrontare le criticità più complesse della minaccia informatica contro sistemi informativi (IT) e operativi (OT).

Basato sulla necessità di poter formare adeguatamente il personale tecnico che lavora nei settori delle infrastrutture governative e critiche, il poligono consente la generazione di molteplici scenari di allenamento con diversi livelli di complessità. Le esercitazioni sono pratiche e molto realistiche.

Componenti principali sono:

  • Piattaforma di esecuzione dell’attacco
  • Piattaforma di gestione, per la configurazione degli esercizi e del loro punteggio
  • Piattaforma educativa

Attraverso l’utilizzo delle piattaforme i “cadetti” divisi in attaccanti e difensori, mettono in atto, imparano e migliorano le tattiche di attacco informatico e difesa in un abinete dinamico stimolato dall’intelligenza artificiale.

Ransomware 2020: attacchi ogni 11 secondi

Ransomware 2020: i report annuali non portano nulla di buono, il ransomware rimane il grande business del cyber crime e dei criminali informatici.

Infine, secondo il report di TrendMicro , l’Italia è il paese più colpito al mondo, almeno per quanto riguarda le cifre relative al 2019 per quanto riguarda gli attacchi ransomware. Su scala mondiale, invece, il nostro paese, è settimo per ciò che concerne malware e quarto per macromalware.

Attacchi cyber ogni 11 secondi

Ransomware: le minacce del 2019 portano alle previsioni per il 2020

Cosa consiglia TrendMicro per difendersi dalle minacce? Innanzitutto “una strategia di connected threat defense che metta al sicuro i gateway, le reti, i server e gli endpoint”.

Un pò di numeri in Italia:

  • 17.120.526 malware intercettati
  • 4.326 malaware relativi all’home banking
  • 7.915.566 visite ai siti maligni
  • 851.725 siti maligni bloccati
  •  384.376.157 minacce via mail
  • 185.747 APP malevoli
  • 4.222 attacchi exploit
Fonte – 2019 Annual Security Roundup: The Sprawling Reach of Complex Threats
The Sprawling Reach of Complex Threats

Ultimamente un approccio più mirato dei ransomware ha permesso tecniche più mirate volte a costringere le organizzazioni a cedere alle richieste di ricatto. L’efficiacia relativa all’evoluzione delle nuove tecniche utilizzate è stata dimostrata – a livello globale – da una serie di attacchi rivolta ad entità governative.

Il ransomware Maze ha comportato, ad esempio, ha rappresentato un onere maggiore per le sue vittime, data la sua capacità di copiare automaticamente tutti i file interessati su sever controllati dai suoi operatori.

Ma c’è stato un ulteriore e importante sviluppo: la formazione di “alleanze” tra gruppi di ransomware. TrendMicro ritiene che, nel novembre del 2019, gli operatori dietro a Ryuk abbiano lanciato l’attacco dall’ufficio dei servizi tecnologici della Lousiana stessero lavorando come fornitori access-as-a-service.

Infine c’è la questione dei dispositivi IoT, il cui numero dovrebbe aumentare a circa 22 miliardi entro il 2025: il rischio, appurato, è che i cyber criminali trasformino questi dispositivi in una piattaforma per condurre attacchi malevoli, sfruttando le loro attuali vulnerabilità.

Al riguardo, nel rapporto vengono citate le segnalazioni riguardo alla variante del famoso Mirai (Trojan.Linux.MIRAI.SMMR1), che usa molteplici exploit per colpire i router e dispisitivi IoT. Un’latra segnalazione è stata fatta riguardo una sua variante backdoor che sfrutta una vulnerabilità nei router Huwaei HG532

Ransomaware 2020: la situazione attuale

Altri due report, segnalano invece la situazione Ransomware 2020.

Mentre Sophos segnala che quasi tre quarti degli attacchi nel 2020 comportano la crittografia dei dati, si rileva che per il 51% delle oragnizazioni che hanno subito attacchi, i dati sono stati crittografati nel 73% dei casi. Lo scarto tra pagamento del riscatto (56%) e recupero tramite backup (26%) parla da solo.

Gli attacchi che hanno maggior successo sono quelli che includono dati nel cloud pubblico, ma i criminali, chiaramente prendono di mira i dati, ovunque siano archiviati.

Sembra poi che il settore pubblico, nonostante i titoli di testa, sia più al riparo di quello privato. Riguardo le assicurazioni (che pagano il riscatto il 94% delle volte), invece solo il 64% degli intervistati è coperto contro i ransomware.

Infine BlackFog ha compilato una lista internazionale, mese per mese, di tutti gli attacchi informatici a livello globale: mentre il mese di Aprile 2020 era inizato a rilento gli attacchi sono via via aumentati a partire da un grave attacco in Portogallo.

Il gigante portoghese Energias de Portugal (EDP) è stato il primo a riferire di essere stato vittima di un grave attacco quando i criminali informatici li hanno informati diun massiccio riscatto: 9,9 milioni di euro!

Andrea Biraghi: intelligence per la sicurezza informatica nazionale

Andrea Biraghi: attraverso l’intelligence si può anticipare un attacco informatico, sapere quando arriverà di che tipologia sarà.

La protezione di un’infrastruttura sino ad oggi è sempre stata un concetto di reazione ma oggi prevedere un attacco diventa basilare: conoscere la geopolitica del Cyber Spazio e usare metodologie di intelligence per la cybersecurity può contribuire a fronteggiare gli attacchi informatici.

Andrea Biraghi
Gli scacchi sono una guerra idealizzata, richiedono tattica, strategia, freddo calcolo e intuizione. (Friedrich Dürrenmatt)

Da quando internet ha superato la sua originale funzione di scambio e condivisione è diminuita la sua capacità di tutelare i suoi utilizzatori contro i crimini informatici.

Il problema però risiede nel costante aumento dei livelli di complessità e connettività in modo parallelo a quelli delle vulnerabilità. Per citare un settore si può pensare alle cyber minacce nel settore automotive in tutta Europa: è il caso delle smart e connected cars, grazie anche all’ascesa, semprepiù veloce dell’Internet of Things (IoT). Non per nulla, Mary Teresa Barra – General Motors – ha affermato che proteggere le automobili da incidenti causati da attacchi informatici “è una questione di sicurezza pubblica”.

Nell’ambito dei nuovi componenti IIoT (Industrial Internet of Things) di carattere industriale e nei sistemi di controllo infatti, le vulnerabilità non sono evitabili, proprio come in ogni sistema informatico: questo prevede che non siano esenti da minacce come malware, che possono portare guasti all’interno dei sistemi o consentire l’accesso ai dati critici.

Nella guerra informatica, secondo il rapporto “Cyberspace and the Changing Nature of Warfare” – Kenneth Geers, PhD, CISSP, Naval Criminal Investigative Service (NCIS) – sono utilizzate almeno 5 tattiche comuni ovvero: spionaggio, propaganda, Denial of Service, modifica dei dati, manipolazione dell’infrastruttura.

Oggi, tutto ciò che accade nel mondo reale si riflette nel Cyberspazio: per chi pianifica la sicurezza nazionale questo significa cyber spionaggio, ricognizione, propaganda, bersagli e quindi guerra. Oggi si parla di geopolitica dell’hacking in un clima in cui le nazioni competono tra loro, con operazioni che vanno dai cavi sottomarini al sabotaggio nucleare sotterraneo, dove uno dei temi di maggior preoccupazione riguarda le nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale. Lo spazio cibernetico ha modificato la geografia del mondo: e la sua evoluzione è in questa direzione in base anche alle interazione degli esseri umani. Proviamo a farne una mappatura.

Possiamo immaginare il cyber space come una reppresentazione a strati: il primo composto dai cavi sottomarini, della rete ethernet, dai router e dispositivi di scambio dati e comunicazione. Nel secondo strato si trovano i codici, che permettono all’hardware di funzionare e comunicare e nel terzo appunto le nostre interazioni e ora anche quelle tra “machine to machine”.

Infine, è chiaro come conoscere la geopolitica dello spazio cibernetico – al rango di “dominio delle operazioni” insieme a terra, maree e aria per le strategie di sicurezza nazionale – e usare metodologie di intelligence, sia oggi quanto mai importante per contribuire a fronteggiare gli attacchi in tema di cybersecurity.

Andrea Biraghi: la nuova frontiera è cercare di prevenire con l’intelligence

Tutti noi sappiamo – e per chi non lo sa è bene tenrelo a mente – che basta il ritardo di poche ore nell’aggiornamento dei nostri sistemi per compormetterli interamente. Oggi, quindi, diventa fondamentale anticipare gli attacchi informatici e le minacce tramite la cyber intelligence.

Immaginiamo le nostre reti come un fortino ai tempi del West con i sodlati che dovevano proteggere il forte contro gli indiani che lo attaccavano. Cosa si faceva? I soldati, per sapere quello che stava per succedere, utilizzavano gli scouts, figure che andavano in avanscoperta e cercavano di sapere da dove sarebbe arrivato l’attacco, di che tipologia sarebbe stato, se erano pochi o erano tanti. Questo è esattamente ciò che cerchiamo di fare.

Andrea Biraghi

La cyber Intelligence ha uno scopo predittivo

La cyber intelligence, come abbiamo sentito nell’intervista video ad Andrea Biraghi, ha uno scopo predittivo: si raccolgono le notizie e le informazioni, in seguito si analizzano, si valutano e si classificano, cercando di estrapolarne le giuste informazioni a supporto di una strategia operativa. Quindi per riassumerne il processo:

  1. Raccolta informazioni e loro classificazione per ordine di importanza
  2. Definizione delle potenziali minacce e degli obittivi strategici
  3. Applicazione di contromisure: conoscenza di punti deboli e applicazione delle tecniche di attacco
  4. Monitoraggio

Quali sono le potenziali minacce? Tra le minacce che vengono esaminate vi sono ransomware, phishing, violazione degli account e sniffing: ognuna viene valutata per il suo grado di gravità.

Andrea-Biraghi-cyber-security-intelligence

Ma in che modo vengono raccolte le informazioni? Vi sono circa sei principali sezioni, secondo ICTSecurityMagazine che rappresentano ognuna diverse modalità di raccolta di dati e informazini utili, ma tutte si basano sulla capacità di raccogliere, correlare e analizzare:

  1. Intelligence umana (HUMINT)
  2. Intelligence delle immagini (IMINT)
  3. Intelligence dei segnali (SIGINT)
  4. Intelligence delle misurazioni (MASINT)
  5. Intelligence tecnica (TECHINT)
  6. Intelligence delle fonti libere (Open Source) (OSINT)

L’OSINT, ovvero Open Source Intelligence, è uan tecnica utilizzata spesso nel settore della Cyber Security per scovare informazioni a diversi livelli su internet e a scopo predittivo: tra le fonti vi sono anche il deep web e il dark web. Più dettagliata è un’informazione e più la sua qualità è alta più gli scenari ideati si avvicinano alla realtà. 

La domanda relativa all’OSINT sta crescendo esponenzialmente e le previsioni sono che lo farà sino al 2024: l’OSINT si divide in

  1. tipo di sicurezza (intelligenza umana, big data, analisi del dark web, link/network analisi, analisi di dati e testi, intelligenza artificiale)
  2. tecnologia (ad esempio cyber security)
  3. applicazione (ad esempio militare e difesa, sicurezza nazionale).

Cyber tecnologie e digitalizzazione: in Italia serve innovazione

Cyber tecnologie e digitalizzazione: il mondo si trova ad una svolta e proprio durante l’emergeza Covid-19 ci si sta rendendo conto del ruolo che la tecnologia digitale sta avendo in questo momento.

L’emergenza sanitaria, inoltre, ha spinto gran parte dell’Italia ad una digitalizzazone forzata, laddove non vi era nè esperienza nè preparazione: ciò rappresenta una grande opportunità ma anche una grande sfida per il nostro Paese.

L’Italia ha bisogno di aumentare la sua preparazione a livello di sicurezza informatica: molte aziende oggi infatti sono esposte al rischio di vulnerabilità. I criminali informatici sono sempre in agguato, pronti a capitalizzare tutto ciò che può rappresentare un loro beneficio: sono pronti persino ad usare la crisi sanitaria globale come un’opportunità per colpire organizzazioni e individui vulnerabili.

Secondo Agenda Digitale, in questo momento aziende, start up ma anche i singoli cittadini rivestono un ruolo centrale per portare ancora più valore al Paese attraverso le nuove tecnologie da applicare: si parla – e solo per citarne alcune – di intelligenza artificiale, droni, robot, reti di nuova generazione, analisi video real-time o tecnologia IoT.

Il digitale quindi per il nostro Paese rappresenta anche una ripartenza per stare la passo con l’innovazione a livello interazionale e qui vengono elencati smart working, applicazioni di eGovernment, telemedicina ed eLearning, eCommerce, remote banking, digitalizzazione della supply chain e della logistica, ma la lista sarebbe ancora lunga.

Cyber tecnologie e digitalizzazione in Italia: quali sono le sfide

Sicuramente in Italia le sfide alla digitalizzazione non riguardano solo preparazione tecnica e problemi tecnici e di banda: si parla di cambiamento che non riguarda solo l’innovazione tecnologica ma anche e soprattutto l’ambito culturale. La tecnologia da sola potrebbe non bastare: bisogna pensare a riprogettare anche le stesse città.

“La smart city non è dunque restare tutti a casa con la fibra e nemmeno avere la SIM con i Giga” afferma Agenda Digitale. Dalla crisi determinata dalla pandemia di Covid-19 si potrà uscire solo con la ri-progettazione dello spazio/tempo in cui viviamo e non cercando di aggiungere/appiccicare strumenti digitali a modelli territoriali e sociali del passato, rigidi ed inefficaci nel gestire la complessità.

Leggi l’articoolo su AgendaDigitale.eu – Telelavoro e teledidattica? Non basta la tecnologia: riprogettiamo le città

Intelligenza Artificiale quali rischi e quali opportunità?

Intelligenza artificiale: quali sono i rischi e le opportunità della tecnologia AI per l’uomo?

Intelligenza artificiale: quali sono i rischi e le opportunità- Andrea Biraghi
Intelligenza Artificiale pro e contro

Yuval Noah Harari, tra i più grandi pensatori contemporanei, ha affermato che facciamo parte di una delle ere migliori della storia dell’umanità, ma al tempo stesso anche una delle più turbolente. In questa sera ci sono tre sfide importanti che l’umanità deve affrontare:

  1. La possibilità di una guerra nucleare
  2. Il collasso ecologico
  3. La tecnologia destabilizzante, ovvero l’ascesa dell’Intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale e la bio-ingegneria secondo Harari, destabilizzeranno non solo l’economia e la società, ma perfino il corpo umano. Uno dei temi più rilevanti del suo pensiero rigarda il rapporto tra l’uomo e la tecnologia.

La tecnologia è quindi buona o catttiva? Lo stotico contemporaneo, in un’intervista a SkyTg24 risponde: “la tecnologia da sola non è né il problema, né la soluzione. Alla fine dei conti spetta sempre alla società decidere cosa fare con la tecnologia“. Ogni tecnologia si può usare infatti in modi molto diversi: treni, radio, televisione, automobili, elettricità possono essere usati per creare regimi fascisti, dittature comuniste e poi democrazie liberali.

Intelligenza Artificiale rischi e opportunità: il sondaggio pro e contro

Intelligenza artificiale: quali sono i rischi per l’uomo e quale è la famosa parte oscura di questa tecnologia? Cosa ne pensano le persone?

BVA DOXA, in collaborazione con WIN, ha svolto un sondaggio mondiale sulle nuove tecnologie, coinvolgendo 30.890 persone in 40 Paesi. I risultati potrebbero soprendervi!

Alla domanda: «Quanto sarebbe favorevole al fatto che in futuro l’Intelligenza Artificiale sostituisca le attività svolte dal personale medico?» solo il 7% si dichiara favorevole ad una totale sostituzione, con valori più alti in India (24%), Libano (22%) e Cina (17%). Ciò potrebbe denotare una minore fiducia nel sistema sanitario di quei Paesi e rappresentare un appello ad un maggiore uso delle tecnologie per la cura dei pazienti.

La maggior parte degli intervistati (53%) a livello mondiale auspica che l’Intelligenza Artificiale sia di supporto ai medici, ma non li sostituisca completamente.

Leggi il risultato del sondaggio sul sito di BVA doxa

Il lato oscuro dell’AI

Quale è il lato oscuro dell’intelligenza artificiale? Quali sono gli scenari futuri di una possibile applicazione di AI malaevola?

Forbes riassume in 4 punti i potenziali scenari futuri non proprio rosei, ovvero dalla manomissione della privacy alla cattiva gestione economica.

  1. Un piccolo numero di giganti della tecnoloia potrebbe monopolizzare l’economia dell’AI
  2. Gli algoritmi potrebbero manipolare i modelli e le transazioni di acquisto o vendita.
  3. L’intelligenza artificiale potrebbe contribuire ad allargare il divario tra leader e ritardatari, tra ricchi e poveri.
  4. Micro-bit di dati personali potrebbero contribuire a creare deepfakes.

Come riporta Focus.it lo scandalo Cambridge Analytica, scoppiato a marzo 2018, ha invece evidenziato l’effettiva capacità dei social media di pilotare la coscienza politica delle persone dando maggiore risalto a certe notizie e a certe fonti di informazione a discapito di altre.

L’AI è una enorme opportunità per il nostro futuro e quello del pianeta

Andrea Biraghi rassegna stampa Marzo 2020: cybersecurity Italia

Andrea Biraghi rassegna stampa del 26 marzo 2020 e ultime notizie dal mondo della cybersecurity.

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5G e perimetro cibernetico

Come si sta evolvendo l’attività dei servizi segreti nei confronti del 5G?

Se ne parla nella Relazione Annuale al Parlamento 2019 : la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza riconosce infatti le armi cibernetiche come lo strumento privilegiato per la conduzione di manovre ostili in danno di target, sia pubblici che privati, di rilevanza strategica per il nostro Paese.

“Obiettivo primario dell’intelligence – viene scritto nella Relazione – ha continuato ad essere il contrasto delle campagne di spionaggio digitale, gran parte delle quali riconducibili a gruppi strutturati di cui è stata ritenuta probabile – alla luce sia delle ingenti risorse dispiegate, sia della selezione dei target, quasi sempre funzionale al conseguimento di obiettivi strategici e geopolitici – la matrice statuale”.

Il potenziamento della resilienza cibernetica del Paese è quanto mai importante: le reti di nuova generazione 5G sono al centro delle attenzioni e rappresentano una sfida a portata globale.

CyberSecurity360 23-03-2020: “Nella Relazione si parla esplicitamente, sulla scorta delle leggi 133/2019, 56/2019 e 105/2019, di monitorare la tecnologia 5G, come ci dice anche il capo del DIS Gennaro Vecchione nell’ambito del cd. Golden Power”.

Leggi tutto l’articolo: 5G e servizi segreti, strategie per la protezione rafforzata degli asset ICT strategici

Andrea Biraghi rassegna stampa 5g e cybesecurity: gli attacchi basati sul SWARM

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L’avvento del 5G può fungere infine da “catalizzatore” per gli attacchi basati sul Swarm. Si è già parlato di come il suo avvento ponga nuove sfide alla Cyber Security in termini di attacchi di 5 generazione ma si deve anche prendere in considerazione come potrebbero essere vulnerabili anche agli attacchi informatici sostenuti da Stati stranieri.

Leggi su Andrea Biraghi Blog – Attacchi informatici: cosa ci aspetta nel corso del 2020?

Il 5G cambierà il mondo?


Cyber Security vantaggio competitivo nell’era digitale

La Cyber Security sta diventando un vantaggio competitivo nell’era dell’economia digitale.

Il Cybersecurity Tech Accord, nato con l’intezione di proteggere gli utenti e i clienti sempre e ovuqnue, si rivela essere la più grande alleanza di Cybersecurity per stimolare la collaborazione tra i diversi attori in gioco.

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L’accordo con il quale i firmatari si impegnano a rafforzare l’ecosistema della cybersecurity, difendendo l’economia digitale dai cyber attacchi si basa su 4 punti principali che non vedono la cyber security solo come un vantaggio competitivo:

  1. Proteggere- ovunque – tutti i clienti dai cyber attacchi informatici, siano essi individui, organizzazioni o governi. Ciò verrà fatto sviluppando prodotti e servizi di sicurezza basati sulla privacy, l’integrità e l’affidabilità e ridurre, a loro volta, la probabilità e la frequenza dello sfruttamento e della gravità delle vulnerabilità.
  2. Opporsi ai cyber attacchi mirati ai cittadini e alle imprese, con l’intenzione di protegere prodotti e servizi tecnologici nelle loro fasi di sviluppo progettazione e utilizzo. Non verranno invece aiutati i governi a lanciare attacchi informatici da qualsiasi luogo contro i propri cittadini e imprese innocenti.
  3. Aiuto a clienti e sviluppatori: verrà quindi fornito agli utenti un ampio ecosistema di sviluppatori, insieme ad informazini e strumenti di sicurezza informatica. Verranno quindi aiutati e sostenuti i governi, la società civile e le organizzazioni internazionali per fare progredire la cyber security, ia nelle economie sviluppate che in quelle emergenti.
  4. Con l’obiettivo di lavorare insieme, verranno quindi stabilite partnership, incoraggiando la condivisione globale di informazioni e gli sforzi civili per identificare, prevenire, rilevare, rispondere e recuperare dagli attacchi informatici e garantire risposte flessibili alla sicurezza dell’ecosistema tecnologico globale più ampio.

Tra i firmatari dell’accordo c’è anche la Schneider Electric, che si va ad aggiungere a 144 aziende mondiali. Christophe Blassiau, Senior Vice President, Digital Security e Global CISO di Schneider Electric comunica che la società è orgogliosa di partecipare: “Unendoci a Cybersecurity Tech Accord, siamo orgogliosi di continuare a collaborare con i leader industriali di tutto il mondo per aiutare a individuare, prevenire, respingere i cyberattacchi”.

La cyber security come vantaggio

La cyber security, ovvero la sicurezza informatica, si legge su Key4bitz.it, a ora un’opportunità illimitata di “alzare la testa”: perchè, dopo l’epidemia di coronnavirus, con molta probabilità una buona percentuale dello spostamento digitale rimmarrà.

Il Coronavirus potrebbe quindi portare a un forte impatto in questo senso: “Un numero considerevole di processi offline migrerà in qualche modo verso Internet, sostituendo le consulenze con medici e avvocati con agili videochiamate, privilegiando software come Zoom, WebEx o GoToMeeting per le riunioni di lavoro interne; consegnando cibo e merci a domicilio invece di mangiare fuori o fare shopping nei weekend in centri commerciali sovraffollati”.

Cyber intelligence: prevenire le minacce

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La Cyber Intelligence, che ha un ruolo  importante nella difesa nazionale, può in realtà essere definita come il monitoraggio, l’analisi e il contrasto delle minacce alla sicurezza digitale.

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L’intelligence, in una miscela di spionaggio fisico e di moderna tecnologia dell’informazione, diventa sempre più indispensabile per la sicurezza informatica perchè in grado di anticipare situazioni ed attacchi; la Cyber Intelligence, considerata soprattutto in ambito militare, si sviluppa su tre livelli: strategico, operativo e tattico.

Photo by Markus Spiske on Unsplash

Con l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale per implementare le misure in materia di sicurezza informatica, le capacità di poter prevenire gli attacchi sono aumentate sino ad arrivare ad individuare l’85% degli attacchi e a ridurre fino a ad un quinto il numero di falsi positivi.

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L’intelligence sulle minacce è un investimento importante per la posizione di sicurezza di un’organizzazione in quanto offre un vantaggio e un anticipo sugli “avversari”, identificando in anticipo gli attacchi informatici.

Ma cosa pensare quando la Cyber Security per prevenire le minacce viene affiancata ed integrata all’Intelligenza artificiale? Sarebbe interessante ribaltare la domanda, ovvero, l’intelligenza artificiale riuscirà a superare i limiti della sicurezza informatica?

Gli algoritmi possono rappresentare un pericolo?

 

Direttiva NIS e Infrastrutture critiche: sicurezza 2020

Perchè la Direttiva NIS e infrastrutture critiche è un tema caldo per il 2020?

La tecnologia avanza, soprattutto nel campo delle tecnologie ICT connesse: i dispositivi IoT non entrano solo nelle nostre case ma si occupano di gestire anche i dati per le analisi di quelle che vengono considerate “infrastrutture critiche” con lo scopo di proteggerle. Andrea Biraghi – Ultime notizie

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Infrastrutture critiche 2020

Questo è anche un caso italiano: la società WestPole  monitora il Ponte Morandi con un sensore IoT, in fase di sperimentazione. Il dispostivo in grado di registrare e misurare tutte le vibrazioni cui è sottoposta la struttura nell’arco delle 24 ore. Compito del sensore è raccogliere i dati e inviarli ad un gateway, che a sua volta li trasmette al data center. [Fonte: Internet4Things]

Il compito di Westpole è innanzitutto quello di diffondere la trasformazione digitale e renderela scalabile, nel campo dell’informatica delle cose opera per aumentare la competività delle aziende e delle loro performance abilitando l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale e dei modelli predittivi. Nel campo delle infrastrutture critiche, per rimanere in teme, si possono così ottenere monitoraggi in tempo reale, controllando in modo veloce la situazione e il superamento delle soglie di sicurezza.

Questo ci fa comprendere come nel 2020 il tema delle infrastrutture critiche rimarrà cruciale, per capirne soprattutto gli scenari futuri. Gli oggetti connessi in rete infati comprendono per ora rischi che non sono da sottovalutare, ad esempio nel settore sanitario, ancora molto vulnerabile.

La Direttiva NIS, nota anche come Direttiva Comunitaria per la sicurezza delle reti e dell’informazione, stabilisce i requisiti minimi di sicurezza per l’informatica. E’ essenziale che reti, sistemi e servizi siano affidabili e sicuri, poichè eventuali incidenti relativi alla sicurezza rappresentano una vera e propria minaccia per il loro funzionamento, ripercuotendosi sulla società. Perchè la stessa città va vista come una grande infrastruttura critica. Per comprenderne l’importanza qui di seguito il documento di InfrastruttureCritiche.it in tema: Direttiva NIS pdf

Sicuramente i dispositivi IoT rappresentano una notevole innovazione ma contemporaneamente la loro fase di sperimentazione è, in modo evidente, molto importante. Anche l’introduzione della nuova rete 5G ha un potenziale estremamente innovativo al pari di vunerabilità di violazioni che non hanno precedenti. In sintesi velocità più elevate offriranno agli hacker la possibilità di colpire più dispositivi e innescare attacchi informatici sempre più grandi. Da qui la necessità che la Cyber Security elabori nuove strategie di difesa.

A valle del recepimento della Direttiva NIS, la Strategia nazionale di sicurezza cibernetica, è un provvedimento che segna un ulteriore passo in avanti verso l’attuazione della direttiva europea, proprio per definire le procedre tecniche per la prevenzione degli incidenti cibernetici.

Il tema della Cyber Security nelle Infrastrutture critiche è stato affrontanto relativamente al quadro normativo presente. Qui di seguito l’intervento di Angelo Tofalo all’Università degli studi di Roma Tor Vergata.

Direttiva NIS e infrastrutture: l’energia elettrica

La Direttiva NIS si applica ai settori e alle infrastrutture critiche, con lo scopo di migliorare le difese delle infrastrutture critiche degli Stati europei. Se solo pensiamo che il comparto energetico, che cerca soluzioni più sostenibili e sicure, passando per la digitalizzazione, si può comprendere come questa infrastruttura critica sia un asset da proteggere contro gli attacchi informatici.

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A diventare più restrittivo della Direttiva Nis sarà il Perimetro Nazionale: quindi verranno presi in considerazione non solo i danni di un attacco ma anche quelli relativi alla violazione dell’integrità di un asset.

Le modifiche al decreto legge approfondiscono la gestione della sicurezza cibernetica nazionale secondo criteri di gradualità del rischio, individuazione di vulnerabilità sin dalla fase dell’approvigionamento e la definizione delle tempistiche associate agli obblighi di notifica.

Anello debole della catena rimane ancora l’errore umano: informazione e formazione restano la chiave per avere tecnici più preparati, programmatori più attenti e utenti più consapevoli e attenti: qusto sarà per molti il vero cambio del 2020.


5 Libri sulla Sicurezza informatica da non perdere

Tra i migliori libri sulla sicurezza informatica, consigliati anche dagli esperti del settore, ve ne sono alcuni molto interssanti sia in termini accademici che in termini di intrattenimento. Tra questi ve ne solo altri che sono perfettamente in grado di tenere insieme teoria e pratica, ssolutamente da leggere perchè raccontano la storia del nostro tempo, l’era della rivoluzione digitale.

Utili quindi per comprendere appieno la nostra società e il presente, i migliori libri che trattano di sicurezza informatica, tengono anche in considerazione che la trasformazione digitale non è solo tecnologia, ma è molto di più.

Hacking: risolvere un problema in un modo assolutamente non previsto


Jon Erickson, Hacking: The Art of Exploitation
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Per questo la lista dei migliori libri che trattano dell’argomento e da non perdere non è solo una classica lista di manuali e guide tecniche che riassumono gli strumenti del mestiere e gli avanzamenti nel campo. Questo perchè il panorama della sicuerzza informatica è piuttosto complesso. Piuttosto qui troverete i titoli di alcuni libri che parlano di un mondo, raccontanto in modo semplice. Infatti i temi della così detta Cyber Security oggi riguardano tutti noi e più un libro ci terrà icollati oltre la quinta di copertina più l’argomento ci appassionerà e vorremo approfondirlo.

Ecco la lista dei migliori 5.

Libri che raccontano la sicurezza informatica e l’hacking

  1. ‘L’arte dell’Hacking: le idee, gli strumenti, le tecniche degli hacker’, titolo originale “Hacking: The Art of Exploitation”: al primo posto il libro di Jon Erickson con la prefazione di Raoul Chiesa. E’ un libro che racconta le cose dal punto di vista di un hacker ed è questa la cosa interessante: che non bisogna essere tecnici informatici per leggerlo. In generale il libro di Erickson – uno dei maggiori esperti di sicurezza informatica al mondo – è un manuale, sulle idee, gli strumenti e le tecniche degli hacker, (che include nella versione originale anche un live cd in ambiente Linux). Su ZeusNews, potrete trovare una recensione approfondita.
  2. The Art of Invisibility‘, è un altro libro scritto dal famoso hacker Kevin Mitnick, che nelle sue pagine spiega come restare sicuri nell’epoca dei Big Data. Sempre Di Mitnik è un altro interessante libro: ‘Il fantasma nella rete’- titolo originale Ghost in the Wires: My Adventures As the World’s Most Wanted Hacker – ed è la sua autobiografia, che altro non è la storia di Condor uno degli hacker più ricercati al mondo. Le domande restano aperte: chi c’è dietro le maschere di Anonymous e da quali idee sono mossi?
  3. Per chi ama la crittografia non può non leggere ‘Codici & segreti. La storia affascinante dei messaggi cifrati dall’antico Egitto a Internet’ di Simon Singh. Una storia senz’altro affascinante, indubbiamente avvincente e sicuramente appassionante che vede il mondo della crittografia dalla parte di chi cerca di occultare e da chi cerca il modo per violare i messaggi cifrati.
  4. Indubbiamente contemporaneo è ‘Social Engineering: the Science of Human Hacking’ di Christopher Hadnagy, CEO e Chief Human Hacker di Social-Engineer, LLC. L’ingegneria sociale, altro non è che l’arte di sfruttare, influenzare e manipolare le debolezze umane per sferrare nuovi cyber attacchi. Con questo volume, ricco di informazioni pratiche, Hadnagy insegna e sottolinea che nella sicurezza informatica l’elemento umano è sempre l’anello debole.
  5. ‘The Cyber Effect’ di Mary Aiken è l’ultimo libro, per oggi, anche perchè la lista avrebbe potuto essere molto più sostanziosa. A parte avere il merito di rappresentare un’aesplorazione rivoluzionaria del Cyberspazio è una lettura sicuramente da non perdere. Muovendosi tra le sue pagine si affronta la questione di come la tecnologia oggi abbia invaso le nostre vite, cambiando inevitabilmente il nostro comportamento.

Per riassumere le scelte sono state condizionate da un pensiero condiviso: ovvero che la tecnologia non sia buona nè cattiva e l’unica scelta che noi abbiamo è conviverci in modo intelligente. Anche leggendo qualche buon vecchio libro di carta, qualche volta.

Intanto…buona lettura. Andrea Biraghi.



Sicurezza informatica: il crimine approfitta di proteste ed epidemie

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Sicurezza informatica: massima attenzione non solo sui malware che girano in questi giorni con campagne malspam ma anche sulle fake news, che in questi giorni rischiano di avere un forte impatto con l’aumentare delle preoccupazioni legate al coronavirus.

Così, mentre Oms e Iss scendono in campo contro le notizie false che crescono in modo esponenziale sui social media, pregando di non dare credito alle fonti non ufficiali, i criminali informatici approfittano della situazione di paura globale ed entrano in azione. Il Coronavirus diventa così un’esca o meglio un’arma di facile portata.

Sicurezza informatica: un malware sfrutta la paura del contagio

E’ di pochi giorni fa il comunicato del Singapore Computer Emergency Response Team che avvisa che i criminali informatici stanno sfruttando la situazione del Wuhan Coronavirus per condurre attività informatiche dannose attraverso mezzi come e-mail o messaggi che inducono gli utenti ad aprire allegati dannosi offrendo ulteriori informazioni relative alla situazione sull’epidemia.

Si cerca così, a livello di sicurezza, di monitorare in modo costante le ultime minacce rilevate attraverso i messaggi di posta elettronica che usano il coronavirus come oggetto, cercando di convincere le vittime ad aprire il contenuto, mascherandosi dietro notifiche ufficiali dei centri di salute pubblica. La prima grande ondata di malware è stata rilevata da IBM X-Force Threat.

Leggi la notizia su TechRadar

Hong Kong: gli hacker colpiscono due università

Mentre Hong Kong è in subbuglio a causa delle proteste che si sono trasformate in un’opposizione all’ingerenza di Pechino nell’autonomia di Hong Kong, un cyber attacco, basato su malware, cerca di raccogliere e sottrarre dati.

Gli attacchi sarebbero incominciati durante le proteste di Hong Kong di marzo 2019, avrebero nel mirino altre tre università cinesi e sarebbero associati al gruppo Winnti, attivo dal 2011 e farebbe parte dei gruppi di hacker sostenuti dal governo cinese. I ricercatori di Kaspesky hanno scoperto dei collegamenti con la violazione del LiveUpdate di ASUS durante l’Operazione ShadowHammer.

Leggi tutto su Sicurezza.net

Un wallpaper malevolo con Kobe Brynat: cryptojacking

Mentre il mondo piange la perdita di Kobe Bryant, leggenda della NBA, i criminali informatici stanno anche qui e come previsto, approfittando della tragedia. Microsoft lo annuncia in un Tweet di oggi. Si tratta di un file HTML con lo sfondo che ritrae Kobe Bryant ma con uno script malevolo.

Cyber Crime: nuovi tipi di ransomaware

Cyber Crime: il nuovo ransomware basato su Node.js si chiama Nodera. Riscontrato da Quick Heal Security Labs, durante le attività di “caccia alle minacce” secondo il CERT-PA non ha ancora colpito l’Italia ma si continua a monitorarne gli ulteriori sviluppi per realizzare le difese di sicurezza necessarie.

Secondo la società di analisi Forrester gli attacchi ransomware sono triplicati e gli incidenti causati “cresceranno poichè tenere in ostaggio i dati è un percorso rapido verso la monetizzazione”. I cyber attacchi e gli incidenti sono quindi destinati ad aumentare.

Ma non solo perhè i criminali informatici stanno diffondendo ransomaware fuori dal comune.

Cyber Crime e Sicurezza Andrea Biraghi
Cyber Crime e Cyber Security 2020

L’uso del framework Node.js infatti non è comune nelle famiglie di malware: questo ransomware è unico nel suo genere e utilizza il framework Node.js, che gli consente di infettare il sistema operativo basato su Windows.

Node.js: cosa è e come funziona

Ma cosa è Node.js? Per addentrarci in un’analisi tecnica Node.js è un ambiente runtime JavaScript open-source, multipiattaforma che esegue codice JavaScript all’esterno di un browser e basato sul motore JavaScript V8. V8, a sua volta, è il motore JavaScript e WebAssembly ad alte prestazioni open source di Google, scritto in C ++.

Implementa ECMAScript e WebAssembly e funziona su Windows 7 e successivi, MacOs 10.12 e successivi e sistemi Linux (processori: x64, IA-32, ARM o MIPS)

Nodera, un nuovo e orribile ransomware progettato dal Cyber Crime

Il nuovo ransomware Nodera, che risulta ancora in fase di sviluppo, può facilmente infettare durante la navigazione online: il tutto può accadere cliccando su un file HTA malevolo.

Qui si seguito potrete trovare tutti i dettagli tecnici necessari: Quick-Heal e Forum Sans ISC InfoSec

Le modalità di Nodera, afferma Difesa e Sicurezza, sarebbero simili agli altri ransomware: “come di consueto, una volta eseguito, il ransomware cifra i file e aggiunge l’estensione “.encrypted”. All’utente appare un file HTML con la nota di riscatto” (0.4 Bitcoin).




Reti neurali artificiali nella sicurezza della rete

Reti neurali artificiali: l’intelligenza artificiale, sempre più utilizzata per prevedere, identificare ed eliminare minacce informatiche, sta per rivoluzionare la CyberSecurity?

Andrea Biraghi Cyber Security reti neurali machine learning

Dal punto di vista dell’utilizzo sul campo, l’introduzione di strumenti di Machine Learning ha permesso oggi di gestire problematiche che richiedono analisi estremamente lunghe e complesse. L’aspettativa per i vantaggi che l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale potrà portare alla CyberSecurity è attualmente molto alta perchè le nuove risorse di aiuto potrebbero derivare direttamente dall’AI. Attualmente l’Ai viene utilizzata per prevedere le minacce, identificare le vulnerabiltà e arrestare i Cyber Attacchi più velocemente.

La velocità nel 2020 è diventata infatti indispensabile e per un essere umano analizzare grandi volumi di dati è pressochè impossibile, questo è il caso di un gran numero di data log relativi agli attacchi informatici.

In che modo quindi l’Intelligenza Artificiale potrebbe rivoluzionare la sicurezza informatica del futuro?

Leggi anche Cyber Security e AI le sfide del 2020

Agenda Digitale spiega quali sono i progressi fatti nel campo analizzando un recente rapporto di Forrester Research: tra questi la biometria e l’elelaborazione del linguaggio neurale. Se la biometria può contribuire a ridurre i tassi di frode e migliorare il livello di sicurezza contro gli attacchi cche utilizzano credenziali rubate, la tecnologia legata all’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) è in grado di leggere e comprendere i testi scritti dall’uomo. IBM Watson per la Cybersecurity, ad esempio, comprende il testo scritto e quindi può essere utilizzato ai fini di un’analisi aggiuntiva.

Non solo la Forrester si è cimentata in questa ricerca, se ne è parlato anche alla tavola rotonda durante evento Hot Topics on Networking and Cybersecurity organizzato da NetEvents in Portogallo: ossia quali possano essere gli effettivi utilizzi dell’intelligenza artificiale per potenziare le capacità predittive dei sistemi e quindi difendere dagli attacchi in modo ottimale. Roark Pollock, SVP Marketing di Ziften Technologies (soluzioni cloud di protezione degli endpoint) ha affermato che oggi non si possa ancora concretamente parlare di vera e propria AI applicata alla cybersecurity, ma al contempo NLP e machine learning hanno compiuto importanti progressi.

E’ comunque un dato di fatto che lo sviluppo e l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale sta progredendo ovunque e naturalmente il settore della sicurezza delle informazioni e quello della Cyber Security sono inclusi. Le tecnologie di ML e AI sono state studiate per la loro applicazione nell’ambito della Cyber Security in TIM, al tempo della costruzione della piattaforma di Big Data di Security.

Le reti neurali artificiali oggi svologono un ruolo sempre più importante nella gestione della rete: tecnologia che resa più flessibile e sciura potrebbe sempre più migliorare il rilevamento di falsi allarmi. Allo stato di fatto la quantità di ricerca condotta sull’applicazione di reti neurali per rilevare le intrusioni sono limitate, anche se diversi studi hanno rilevato che l’utilizzo di reti neurali artificiali può identificare un attacco in situazioni ove le regole non sono note e con maggior coerenza. Le sfide future sono l’affidabilità e la precisione nell’identificazione delle intrusioni in rete non sicure.

Le reti neurali di Google Brain

Le reti neurali di Google Brain hanno imparato da sole a nascondere i segreti, cifrandoli: il team di ricerca di Google, noto come Google Brain, ha dimostrato che una rete neurale artificiale può apprendere autonomamente a nascondere il contenuto dei propri messaggi durante le sue interazioni comportamentali. Basato sulla comunicazione di tre diverse reti neurali, soprannominate Alice, Bob ed Eve, appositamente istruite a comunicare fra di loro, il progetto ha dato risultati strabilianti.

Leggi l’articolo su CyberSecurity Startup Italia

Andrea Biraghi


Cyber Security 2020: cosa si prevede?

Cyber Security 2020: a pochi giorni del World Economic Forum (WEF) si discute già delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare.

Soprattutto giono dopo giorno la tecnologia non solo diviene sempre più avanzata ma è costantemente in sviluppo. La società, in base ad una connettività continua, sta cambiando e facendo crescere l’utilizzo di sempre più piattaforme: datacenter, cloud e dispositivi Internet degli oggetti (IoT). Nel 2020 questa prima tendenza continuerà ad aumentare. Quale sarà il prezzo da pagare? Naturalmente le nostre accresciute vulnerabilità: più siamo connessi più i dati divengono vulnerabili.

Andrea Biraghi Cyebr Security Leonardo
Cyber Security 2020

Se solo guardiamo i progressi degli ultimi due anni, i risultati di analisi e reports sulla sicurezza informatica riportano il fatto che la Cyber Security non solo è diventata la garanzia di protezione, efficacia e resilenza ma anche il tallone d’Achille per una nuova innovazione. I progressi entusiasmanti dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dell’Internet delle cose (IoT) ne sono un esempio.

Le principali previsioni sulla Cyber Security del 2020, o le tendenze in crescita, come si preferisce chiamarle, oltre ad analizzare a fondo cosa sta funzionando o meno e guardano comunque al futuro per esaminare nuove soluzioni informatiche alle nuove minacce che stanno per presentarsi.

Oltre a ransomware più mirati, nuovi attacchi al Cloud e attravreso la tecnologia deepfake, tutti concordano sul fatto che la sicurezza informatica sia oggi e lungo il 2020, soprattutto, più importante che mai. L’FBI ha difatti ultimanente ammorbidito la propria posizione nei confronti dei ransomware sempre più dannosi: in alcuni casi viene ammesso quindi il pagamento del riscatto per porteggere azionisti, clienti e gli stessi dipendenti. Inoltre, si prevede che con le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del Novembre 2020 che i deepfakes venranno sfruttati per tentare di screditare i candidati e inviare messaggi politici fasli agli elettori attraverso i social media.

Dorit Dor, della Check Point Technologies, riassume i trend della sicurezza informatica in tre sezioni principali: la guerra cibernetica Est-Ovest, che si intensificherà, nuove vulnerabilità dovute alle tecnologie del 5G e dello Iot e il ripensamento della tecnologia Cloud da parte delle aziende che hanno bisogno di nuove architetture più flessibili su cloud che offrano protezione scalabile a velocità elevata.

Cyber Security 2020 e gli attacchi di quinta generazione


Lo sviluppo della tecnologia 5G e dell’Internet of Things aumenteranno le vulnerabilità degli utenti: si parla di attacchi informatici di quinta generazione su larga scala. Molte aziende però non sono ancora preparate contro attacchi di questo tipo: multi-dimensionali, multi-stadio, multi-vettore, polimorfici, in poche parole estremamente articolati.

Ma cosa è un attacco di Quinta Generazione? Un attacco cibernetico estremanente pericoloso e a grande scala, progettato per infettare più componenti di un’infrastruttura informatica, comprese le reti, le macchine virtuali istanze cloud e i dispositivi endpoint. Un attacco di questo tipo è in grado di superare le barriere di difesa dei FireWall: primi esempi di questo tipo di tacchi sono stati NotPetya e WannaCry.

Le soluizioni attuate sino ad oggi sono state quelle di diminure la superficie di attacco, prevedere le minacce in tempo reale e l’utilizzo di Firewall con funzioni avanzate di nuova generazione (NGFW).

Cyber Security Ultime Notizie: cyber attacchi e ransomware

Cyber Security Ultime Notizie: nel 2020 i cyber attacchi e gli incidenti aumenteranno. La notizia di CyberSecItalia si basa sulle previsioni per il prossimo anno della società di analisi. “Gli incidenti causati da attacchi ransomware cresceranno poichè tenere in ostaggio i dati è un percorso rapido verso la monetizzazione. Gli aggressori sempre più esperti, indirizzeranno i loro attacchi a dispositivi di consumo (e ai consumatori) a scapito dei produttori di dispositivi“.

Andrea Birghi Ultime Notizie

Attacco ransomware: LifeLabs paga il riscatto

Tra le ultime notizie che hanno accesso varie controversie c’è l’attacco subito dalla canadese LifeLabs. La portata dell’attacco ransomware in Novembre ha portato l’azienda a pagare il riscatto per proteggere i dati sensibili di circa 15 milioni di utenti. LifeLabs esegue infatti ogni anno milioni di test di laboratorio e il bottino dei criminali informatici conteneva, oltre ai soliti nomi, indirizzi fisici, e-mail, password, date di nascita, i numeri di tessera sanitaria e i risultati dei test di laboratorio dei propri pazienti. La decisione di pagare il ricatto è così stata presa per poter rientrare in possesso delle informazioni sottratte evitando così divenissero pubbliche.

La storia di LifeLabs è piuttosto controversa, a partire dal fatto che non è la prima volta che un’azienda capitola di fronte ad un attacco ma soprattutto perhè la conseguenza potrebbe essere quella di incentivare atti emulativi.

In questi ultimi giorni però, gli sviluppatori di Maze, uno degli ultimi ransomware, hanno appunto pubblicato un sito dove per chi non cede alle estorsioni vedrà pubblicato la data dell’attacco, i nomi dei propri file, i volumi dell’archvio, l’indirizzo IP delle macchine attaccate e così via.

Cyber Security ultime notizie: la nuova variante della botnet GoldBrute

CyberSecurity360 ha pubblicato nei giorni scorsi tutti i dettagli tecnici e i consigli per mitigare i rischi di un possibile attacco della nuova variante della botnet GoldBrute che sta prendendo di mira i server RDP (Remote Desktop Protocol) in tutto il mondo: lo scopo è trasformarli in altri bot ai comandi dei criminali informatici. La pericolosa variante è stata scoperta in Italia dagli analisti di CybergON business unit di Elmec Informatica, che affermano che alcune parti di codice malevolo non ancora completamente operative.

Tutti i dettagli su: Cyber Security 360 – GoldBrute, la nuova variante della botnet ha già colpito 4 milioni di server RDP

CyberSecurity Leonardo: ultime notizie

Cybersecurity Leonardo (ex Finmeccanica) guarda al Centro di Valutazione e Certificazione nazionale.

Alessandro Profumo, CEO di Leonardo, in occasione del discorso di apertura di Cybertech Europe 2019, ha ricordato che il gruppo” è disposto a ricoprire un ruolo chiave nel panorama europeo della sicurezza informatica”

Andrea Biraghi Leonardo cyber security
CyberSecurity

Il 21 novembre è entrata in vigore la legge che definisce il perimetro di sicurezza cibernetica nazionale. L’Italia così accelera la consapevolezza sul tema della sicurezza informatica ma non solo: la strada che si sta percorrendo è quella che procede verso la costituzione di un Comando delle operazioni in rete che riunisca tutte le capacità delle Forze armate nel settore cyber.

Leonardo Spa (ex Finemccanica), attivo nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, dovrebbe avere un ruolo cruciale. Barara Poggiali, in un’intervista a Wired ha affermato che Leonardo SpA potrebbe avere “un ruolo per fare certificazioni e assicurare la resilienza“. In particolare Leonardo guarda al Centro di Valutazione e Certificazione nazionale (Cnvc) istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), con il compito di analizzare le tecnologie critiche delle reti e dei sistemi informativi. Il Cnvc infatti che sarà dotato di un laboratorio interno per analizzare prodotti hardware e software si appogegrà anche a centri esterni accreditati”.

CyberSecurity Leonardo: la sicurezza della distribuzione energetica

Il 6 Dicembre al Forum CyberSecurity svoltosi a Napoli, si è dicusso delle necessarie iniziative di cooperazione pubblico/privato in tema di sicurezza informatica, e quidni del bisogno di facilitare il dialogo tra Governo, Industria e Università per valorizzare e implementare le competenze ingegneristiche in materia di Cyber Security.

La CyberSecurity infatti, al di là di rappresentare una fondamentale importanza in senso militare e quidni una questione nodale per la difesa del Paese, riguarda i servizi come quello della distribuzione energetica, i sistemi bancari e l’assistenza sanitaria tanto per citarne alcuni.

La divisione Cyber di Leonardo, è infatti al lavoro sul progetto europeo Secure Gas, per la protezione delle reti di distribuzione del gas a livello continentale. Ombretta Arvigo, specialista della divisione CyberSecurity di Leonardo ha affermato infatti che: “si va sempre più verso un modello e soluzioni di sicurezza che mettono insieme la sicurezza ‘fisica’ di reti e strutture con la loro sicurezza ‘cyber’. Perché mondo reale e digitale sono sempre più intrecciati e interconnessi”.

Tra le preziose partnership di Leonardo c’è infatti anche il nome di Saipem: l’occasione di riunire questi due grandi nomi è stato il Cyber attacco del 2018: occasione che ha visto la Saipem iniziare ad investire non solo su innovazione e nuove tecnologie ma anche nella formazione del personale (Cyber Security Awareness).

Alla tavola rotonda hanno partecipato: Alberto Manfredi (Head of Cyber Information & Security – Business support, di Leonardo Spa); Marco Tulliani (Chief information Security Officer di Bnl Spa); Nicola Sotira (Direttore della Fondazione GcSec).

Leonardo CyberSecurity e NATO, ultime notizie

AndreaBiraghiCyberSecurity.com| Leonardo CyberSecurity e NATO: le minacce informatiche alla sicurezza stanno diventando non solo sempre più frequenti ma complesse, distruttive e coercitive.

Andrea Biraghi Leonardo

L’obiettivo della NATO e dei suoi alleati è quello però quello di adattarsi sempre di più al panorama delle minacce informatiche, affidandosi a difese sempre più forti e resistenti per gestire i rischi e soprattutto la sicurezza. Leonardo collabora con l’agenzia NCI dal 2012 per proteggere le infrastrutture dei sistemi di comunicazione e informazione della NATO. Non è poco, perché Leonardo è a tutti gli effetti il “cyber defence mission partner” della NATO, alla quale garantisce servizi di protezione dalle minacce informatiche in tutto il mondo (oltre 70.000 utenti). Nel 2016 Leonardo e NCIA hanno firmato l’IPA (Industrial Partnership Agreement), un accordo di partnership industriale per condividere informazioni sulla sicurezza informatica.

Il nuovo accordo, invece, che porta il nome di “NCIRC — CSSS” (NATO Security Incident Response Capability — Cyber Security Support Services) riguarda le attività di sicurezza cibernetica erogate da Leonardo (ex Finmeccanica) nell’ambito del programma NCIRC — FOC (Full Operational Capability). Ovvero, per altri 18 mesi vengono estesi i servizi di protezione per supportare e aumentare la resilienza dell’Alleanza Atlantica nello svolgimento della propria missione in circa 29 paesi a livello globale. Parallelamente NATO e UE stanno rafforzando la loro cooperazione in materia di difesa informatica, in particolare nei settori dello scambio di informazioni , formazione, ricerca ed esercitazioni.

La difesa informatica, infatti, fa parte del compito principale della NATO di difesa collettiva: nel luglio del 2016, gli Alleati hanno infatti riaffermato il mandato difensivo della NATO, riconoscendo il cyberspazio come un dominio di operazioni in cui bisogna difendersi con la stessa efficacia che ha in aria, a terra e in mare.

Leonardo oltre la CyberSecurity: Ocean 2020

Leonardo oltre la CyberSecurity.

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Leonardo cyber security e NATO

Leonardo Cyber Security e NATO: le minacce informatiche alla sicurezza stanno diventando non solo sempre più frequenti ma complesse, distruttive e coercitive.

Biraghi Leonardo Cyber Security

L’obiettivo della NATO e dei suoi alleati è quello però quello di adattarsi a al panorama delle minacce informatiche, affidandosi a difese sempre più forti e resistenti per gestire i rischi e soprattutto la sicurezza. Leonardo collabora con l’agenzia NCI dal 2012 per proteggere le infrastrutture dei sistemi di comunicazione e informazione della NATO. Non è poco, perché Leonardo è a tutti gli effetti il “cyber defence mission partner” della NATO, alla quale garantisce servizi di protezione dalle minacce informatiche in tutto il mondo (oltre 70.000 utenti). Nel 2016 Leonardo e NCIA hanno firmato l’IPA (Industrial Partnership Agreement), un accordo di partnership industriale per condividere informazioni sulla sicurezza informatica.

Il nuovo accordo, invece, che porta il nome di “NCIRC — CSSS” (NATO Security Incident Response Capability — Cyber Security Support Services) riguarda le attività di sicurezza cibernetica erogate da Leonardo (ex Finmeccanica) nell’ambito del programma NCIRC — FOC (Full Operational Capability).  Ovvero, per altri 18 mesi vengono estesi servizi di protezione per supportare e aumentare la resilienza dell’Alleanza Atlantica nello svolgimento della propria missione in circa 29 paesi. Parallelamente NATO e UE stanno rafforzando la loro cooperazione in materia di difesa informatica, in particolare nei settori dello scambio di informazioni , formazione, ricerca ed esercitazioni.

La difesa informatica, infatti, fa parte del compito principale della NATO di difesa collettiva: nel luglio del 2016, gli Alleati hanno infatti riaffermato il mandato difensivo della NATO, riconoscendo il cyberspazio come un dominio di operazioni in cui bisogna difendersi con la stessa efficacia che ha in aria, a terra e in mare.

Leonardo oltre la Cyber Security: Ocean 2020

Il più importante progetto militare sulla sicurezza marittima, Ocean 2020, è pronto per essere testato. Ocean (Open Cooperation forEuropean mAritime awareNess), per il quale sono state valutate anche le capacità di interoperabilità a livello europeo e NATO, è stato finanziato dall’Unione Europea e riguarda la sorveglianza in mare con il supporto di sistemi a pilotaggio remoto.

Gli assetti previsti nella prima dimostrazione (20-21 Novembre 2019, Golfo di Taranto) sono: sei unità navali, nove sistemi a pilotaggio remoto, cinque satelliti, due reti di comunicazioni a terra, quattro centri nazionali di coordinamento (Maritime Operation Centers – MOC), un prototipo di centro di comando (EU MOC) installato a Bruxelles.

I sistemi e le soluzioni studiate da Leonardo Finmeccanica sono i sitemi di sorveglianza, di difesa e comunicazione a bordo delle fregate della Marina Militare, soluzioni di maritime domain awareness, elicotteri pilotati a distanza, e sensori radar avanzati.

Leggi la notizia su AnalisiDifesa.it

Leonardo Finmeccanica: resilienza cyber europea

Andrea Biraghi Leonardo Finmeccanica
Resilienza Cyber in Italia e Europa

Leonardo Finmeccanica Cyber Security: aumentare e migliorare la capacità di resilienza cyber dell’Europa. Questa è l’intenzione che Alessandro Profumo ha espresso durante il Cybertech Europe 2019 a Roma. 

Per raggiungere davvero l’indipendenza digitale l’Europa infatti deve fare ancora grandi passi, tra cui il rafforzamento della cooperazione tra industria, istituzioni e Paesi alleati. 

Ma dove puntare l’attenzione? Leonardo guarda anche alle piattaforme: modulabili, facilmente adattabili e velocemente aggiornabili per affrontare le nuove minacce e utili anche nella prevenzione. L’attenzione è puntata su 3 sistemi complessi: il Decision Support System (DSS), il Cyber Range & Training e il Critical Infrastructure Security.

Ma di cosa si tratta e come vengono utilizzati nella Cyber Security?

1 — Il Decision Support System (DSS) di Leonardo Finmeccanica, che misura in modo dinamico l’impatto dei rischi cibernetici, si basa sui sistemi di Intelligenza Artificiale, Big Data, Analytics e IoT. Correlando dati e fonti informative (come threat intelligence, risk assessment, SIEM ed asset management), l’intento è quello di riuscire a misurare una minaccia alla luce delle esperienze pregresse. Il risultato è una migliore capacità analitica e minori tempi di comprensione con capacità di risposte veloci, elevate ed efficienti.

2 —Il  Cyber Range & Training, un ambiente integrato per l’addestramento Cyber, permette invece, facendo leva su tecnologie di simulazione e virtualizzazione, di generare scenari complessi di Cyber Warfare. Attraverso la costruzione di esperienze cibernetiche realistiche e immersive, gli studenti possono sviluppare le loro capacità di risposta ad un attacco, interpretandone gli effetti e imparare a contenerlo in modo efficace.

3 — Critical Infrastructure Security: anche se in Europa manca una chiara definzione delle infrastrutture critiche, tutti concordano di innalzare il loro livello di protezione e difesa. L’obiettivo è la loro resilienza informatica se non altro per garantire la continuità dei servizi. Ma riguardo a questo punto fare chiarezza diventa indispensabile. La direttiva NIS è ancora in fase di completamento, molte infrastrutture critiche sono vecchie e gli gli Operatori di Servizi Essenziali (OSE) sono, da un punto di vista pratico e tecnico, interconnessi come molte infrastrutture critiche, interconnesse oltre ai confini nazionali.

Leonardo Finmeccanica: infrastrutture critiche e intelligenza artificiale

Leonardo Finmeccanica punta l’attenzione sulla prevenzione degli attacchi informatici nei servizi pubblici essenziali. Ma quando gli attacchi raggiungono potenze di calcolo inafferrabili per il cervello umano l’Intelligenza Artificiale (AI) rappersenta un alleato indispensabile. 

Non solo, si parla di Augmented Intelligence, una concettualizzazione alternativa alla semplice AI, che si concentra sul ruolo assistivo, sottolineando il fatto che la tecnologia cognitiva è progettata per migliorare l’intelligenza umana anziché sostituirla. L’Augmented Intelligence diventa quindi uno strumento in grado di potenziare le capacità umane: un concetto importante basato sul fatto di non poter mai perdere il controllo sulla tecnologia. 

Un progetto essere estremamente utile per formare personale sempre più esperto e all’avanguardia, che deve migliorare lacapacità di analisi e di veloce risposta in caso di crisi.

Alla cyber security, aumentata da Artificial Intelligence e Analytics, Leonardo ha quindi dedicato una linea ad hoc, rivolta espressamente a Governi, Infrastrutture critiche nazionali e Industrie.

Continua a leggere su Corriere comunicazioni — Uomo+AI: istituzioni e infrastrutture critiche più sicure grazie all’augmented intelligence.

Augmented Intelligence: George Yang | TEDxUPDiliman

Direttiva NIS: strategie per la Cyber Security

 Direttiva NIS Cyber Security
Direttiva NIS e Cyber Security

Direttiva NIS: sono recenti le notizie circa le disposizioni sull’organizzazione e il funzionamento del Computer Security Incident Response Team (Csirt) italiano.

Il decreto che applica la Direttiva NIS, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: il provvedimento che affronta il tema della Cyber Security a livello europeo e quindi in Italia, definisce le misure necessarie a conseguire un elevato livello di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi.

Il decreto istituisce il Csirt presso il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ne definisce la sua organizzazione.

Decimo incontro del Cestudis sul tema cyber, che offre spunti per analizzare la situazione attuale e suggerire possibili prospettive dopo l’adozione della direttiva NIS.

Tra i compiti del CSIRT quello di definire le procedure tecniche per la prevenzione e la gestione degli incidenti informatici; ricevere le notifiche di incidente; fornire al soggetto che ha effettuato la notifica le informazioni per facilitare la gestione efficace dell’evento; informare gli altri Stati membri dell’Ue eventualmente coinvolti dall’incidente; garantire la collaborazione nella rete di Csirt, attraverso forme di cooperazione appropriate, scambio di informazioni e condivisione di best practices.

Leggi di più sulle Difese con il Csirt nazionale su CorriereComunicazioni.it

La Direttiva NIS in pillole

La Direttiva prevede l’adozione di una strategia nazionale di sicurezza cibernetica da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri. I settori che rientrano nell’ambito della sua applicazione sono i seguenti: energia, trasporti, banche, mercati finanziari, sanità, fornitura e distribuzione di acqua potabile e infrastrutture digitali; nonché motori di ricerca, servizi cloud e piattaforme di commercio elettronico.

Fonte CSIRT Italia

Oltre agli OSE la Nis identifica anche i Fornitori di Servizi Digitali (FSD), a cui spettano i medesimi obblighi: quello di adottare le misure tecniche e organizzative adeguate e proporzionate alla gestione dei rischi e a prevenire e minimizzare l’impatto degli incidenti a carico della sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, al fine di assicurare la continuità del servizio. Ma soprattutto hanno l’obbligo di notificaresenza ingiustificato ritardo, gli incidenti che con impatto rilevante al CSIRT, informandone anche l’Autorità competente NIS di riferimento.

Vediamoli in dettaglio.OSE: soggetti, pubblici o privati, che forniscono servizi essenziali per la società e l’economia nei settori sanitario, dell’energia, dei trasportibancario, delle infrastrutture dei mercati finanziari, della fornitura e distribuzione di acqua potabile e delle infrastrutture digitali.

FSD o Fornitori di Servizi Digitali: persone giuridiche che forniscono servizi di e-commercecloud computing o motori di ricerca, con stabilimento principale, sede sociale o rappresentante designato sul territorio nazionale.

OSE: soggetti, pubblici o privati, che forniscono servizi essenziali per la società e l’economia nei settori sanitario, dell’energia, dei trasportibancario, delle infrastrutture dei mercati finanziari, della fornitura e distribuzione di acqua potabile e delle infrastrutture digitali.

L’elenco nazionale degli OSE è istituito presso il Ministero dello sviluppo economico e viene aggiornato, almeno ogni due anni, a cura delle Autorità competenti NIS.

Autorità competenti NIS: hanno il compito di vigilare sull’applicazione delle direttiva, con il potere di esercitare le relative potestà ispettive e sanzionatorie, procedono ad identificare gli OSE entro il 9 novembre 2018 e possono predisporre linee guida per la notifica degli incidenti e dettare specifiche misure di sicurezza, sentiti gli OSE.

In materia di trattamento di dati personali si dovrà fare riferimento al  Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Cyber Security nuove strategie di difesa

A valle del recepimento della Direttiva NIS, sarà adottata la Strategia nazionale di sicurezza cibernetica, sentito il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR).

“Il provvedimento segna un ulteriore importante passo in avanti verso l’attuazione della direttiva europea NIS– spiega Davide Maniscalco, avvocato esperto di informatica giuridica e nuove tecnologie  – con il compito di definire le procedure tecniche per la prevenzione e la gestione degli incidenti cibernetici” e le loro notifiche. “Si tratta di uno step fondamentale nell’ambito anche della strategia di information sharing – conclude Maniscalco – ossia della collaborazione nella rete di CSIRT, per la condivisione di best practices”.

Leggi l’articolo su OFCSReport

Open Source Intelligence e Cyber Security

Che cosa ha a che fare l’Open Source Intelligence (OSINT) con la sicurezza informatica?

Wargame: il gioco degli scacchi

Oggi l’informazione è ovunque, il business legato ai dati pubblici (legali e gratuiti) è in piena espansione, tanto è che molti stati stanno cercando di inasprire le politiche in materia di protezione e della privacy dei dati. Tutti usano l’OSINT quotidianamente: ad esempio, quante volte al giorno digitiamo parole su Google in ricerca di risposte? Compito dell’OSINT nella cyber security è trovare quelle risposte e quei dati pubblici prima che lo facciano gli hacker per compromettere i sistemi.

Un esempio concreto potrebbe essere questo: le “impronte digitali” che possono essere rintracciate online per sfruttarle a proprio vantaggio. In questo modo, individui che mascherano la propria identità, possono attaccare le Istituzioni Finanziarie. Le “impronte digitali” possono fornire ai malintenzionati dettagli molto precisi come il nostro comportamento o le informazioni sul nostro IP o sul dispositivo che utilizziamo, ma non solo.

Anche se il mondo digitalizzato è cambiato rispetto ad un tempo, la ricerca di informazioni dei servizi militari e di intelligence non è mai passata di moda: oggi avviene tramite milioni di dati raccolti su internet, indagini svolte su fonti online come i post dei blog, i profili dei social media o le immagini, che si traducono in un’incredibile raccolta di informazioni da strutturare, correlare e verificare. A ciò si devono aggiungere l’analisi di supporti cartacei, documenti governativi, pubblicazioni accademiche e altro ancora. Tutte queste informazioni, in mano a chi sa mettere in relazione molti punti insieme, significa un grande potere, che può essere anche quello di proteggersi contro attacchi malevoli.

Gli esperti di Cyber Security usano l’open source intelligence 

L’incredibile domanda di Open Source Intelligence (OSINT) sta crescendo e lo farà sino al 2024: principalmente utilizzata nelle funzioni di sicurezza nazionale, applicazione della legge e business intelligence, si segmenta in diverse categorie di flusso.

La segmentazione del mercato dell’OSINT, si divide in tipo di sicurezza (intelligenza umana, big data, analisi del dark web, link/network analisi, analisi di dati e testi, intelligenza artificiale) tecnologia (ad esempio cyber security) e applicazione (ad esempio militare e difesa, sicurezza nazionale).

Le principali modalità di raccolta delle informazioni sono quindi:

  • Intelligence umana (HUMINT)
  • Intelligence delle immagini (IMINT)
  • Intelligence dei segnali (SIGINT)
  • Intelligence delle misurazioni (MASINT)
  • Intelligence tecnica (TECHINT)
  • Intelligence delle fonti libere (Open Source) (OSINT)

Gli esperti di sicurezza informatica utilizzano l’OSINT cercando informazioni a diversi livelli su internet e a scopo predittivo: tra le fonti vi sono il deep web e il dark web. Più dettagliata è un’informazione e più la sua qualità è alta più gli scenari ideati si avvicinano alla realtà. 

Protezione delle infrastrutture critiche e OSINT

OSINT — C’è Spazio x Le Interviste — Andrea Biraghi Leonardo

Etica dell’innovazione, ecco perché serve un neo-Umanesimo digitale

Il dibattito sulle ricadute sociali della tecnologia sta prendendo corpo in Europa. Dai programmi di Horizon2020 alle linee guida introdotte dall’Ocse sull’Intelligenza artificiale, una panoramica delle iniziative che puntano a enfatizzare il ruolo delle scienze umanistiche all’interno della ricerca

L’articolo Etica dell’innovazione, ecco perché serve un neo-Umanesimo digitale proviene da Agenda Digitale.

Sicurezza informatica: il 5G paradiso degli Hacker?

Come cambierà la sicurezza informatica in materia di 5G? La nuova implementazione delle reti mobili di quinta generazione offriranno un potenziale di velocità decuplicato rispetto a quelle odierne ma cosa potrebbe succedere? Velocità più elevate offriranno agli hacker la possibilità di colpire più dispositivi e innescare attacchi informatici sempre più grandi. 

Il punto debole del 5G sarebbe la comunicazione tra dispositivi connessi a Internet, noti come Internet of Things (IoT).

Come il 5G trasformerà la nostra società e il mondo a livello globale

Antonio Sassano, presidente della fondazione Bordoni, a un convegno organizzato da I-Com ha mostrato la rivoluzione “copernicana delle architetture di rete delle telecomunicazioni” riassunta in una slide: “da una parte c’è un palo della luce, dall’altra un fulmine. Il fulmine è il 5 G. Il palo della luce è sempre lì. Il fulmine prima non esisteva, dura pochi secondi, crea dei collegamenti nuovi”. Tecnicamente il passaggio dal 4G al 5G è un passaggio dalla rete definita dall’hardware (hardware-defined network) alla rete definita dal software (software-defined network). 

Questo però significa anche una rivoluzione nella sicurezza informatica per garantirci contro i cyber-attacchi: dalla sicurezza dei device si deve passare a quella dei servizi, più sofisticati ma potenzialmente anche più vulnerabili.

Leggi l’articolo su Huffingtonpost.it

Il 5G e la geopolitica italiana

Sicurezza informatica e 5G: la guerra commerciale in atto tra Cina e Stati Uniti interessa anche il dominio tecnologico: interesse che si inserisce in un contesto geopolitico che interessa anche l’Italia. Quest’ultima non ha ancora rassicurato gli USA in merito al coinvolgimento dei colossi cinesi nel 5G italiano: i timori americani sono legati alla sicurezza di tale tecnologia e al fatto che un punto debole nelle reti di una nazione potrebbe mettere a repentaglio anche quelle altrui. I problemi quindi potrebbero essere estesi alle basi Nato e militari americane in Italia.

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha ribadito la volontà USA di essere partner dell’Italia, ma senza voler sacrificare la sicurezza nazionale americana: “se un’azienda italiana decide di investire o fornire attrezzature che hanno una rete che i nostri team di sicurezza nazionale ritengono metta a rischio la nostra privacy, allora dovremo prendere decisioni difficili”. 

Leggi tutto su Formiche.net

Sicurezza informatica, 5G e operazioni chirurgiche da remoto

Operazioni chirurgiche a distanza, ambulanze connesse, monitoraggio e cura dei pazienti in tempo reale e da remoto, robot di servizio in ospedale che interagiscono con gli utenti: sembra un film di fantascienza ma oggi tutto questo è realtà.

Matteo Trimarchi, otorinolaringoiatra al San Raffaele, ha condotto per la prima volta in Italia, un intervento di chirurgia ‘da remoto’: a renderlo noto è Vodafone, che ha presentato a Milano i progetti 5G nel settore sanità e benessere, mostrando per la prima volta in Italia un intervento di chirurgia da remoto su rete 5G.

Leggi su AdnKronos.com

La prima operazione in Italia di chirurgia in 5G

Cyber Security 2019: gli attacchi più significativi

Il rapporto Clusit sulla Sicurezza informatica in Italia

Mentre il Cyber Security Act 2019, in vigore dal 27 Giugno, rinnova e rafforza la legge sulla cibersicurezza dell’UE e istituisce un quadro di certificazione della cibersicurezza a livello dell’UE per prodotti, servizi e processi digitali, il cyber crime e i casi di spionaggio informatico aumentano: il Rapporto Clusit prevede che il 2019 sarà un anno molto impegnativo per la sicurezza informatica italiana.

Vediamone i punti più importanti.

Mentre il 2018 è stato il peggiore degli ultimi anni in materia di attacchi informatici: gli attacchi informatici da parte del cyber crime, a livello globale sono aumentati del 38%, con una media di 129 al mese. Ma non solo, è aumentata anche la loro gravità media: l’80% dei casi sono stati rilevati come critici. 

Secondo queste cifre, il rapporto Clusit rileva invece nel primo semestre una crescita del +8,3% con un record segnato dai settori della Sanità: 97 attacchi in sei mesi. Non da meno è l’intero settore pubblico con un aumento dei casi di criminalità rilevata intorno al +44%, così come i centri di ricerca e formazione (+55%), fornitori di servizi di cloud computing (+36%) e il mondo finanziario (+33%). In aumento del 57% anche gli attacchi di cyber spionaggio nei seguenti settori: spionaggio geopolitico, industriale e furto di proprietà intellettuale.

Cyber Security 2019: a due minuti dalla mezzanotte

Il rapporto Clusit per descrivere la situazione e la criticità del momento che la cyber security sta vivendo nel 2019 ha utilizzato il paragone del “Doomsday Clock”, l’orologio metaforico ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists, in cui la mezzanotte simboleggia la fine del mondo, ed i minuti di distanza da essa la probabilità dell’apocalisse nucleare.

Paragone non molto lontano dalla realtà, poichè proprio oggi ilmondo sta affrontando importanti cambiamenti — con una velocità di cambiamento senza precedenti — derivanti dallo sviluppo delle tecnologie così dette dirompenti: gli sviluppi nella biologia sintetica, nell’intelligenza artificiale (che avrà effetti militari, economici e sociali sempre più grandi)) e nel cyber sabotaggio destano particolare preoccupazione. Il Bullettin of the Atomic Scientists afferma che lo sforzo internazionale, in materia di cyber security, per gestire questi rapidi progressi è stato finora gravemente insufficiente.

In tutto questo il sabotaggio di reti e sistemi informatici costituisce una minaccia poliedrica per la sicurezza globale: se pensiamo che il sofisticato “Internet of Things” — reti di computer che controllano le principali infrastrutture finanziarie e energetiche e hanno accesso a oltre 20 miliardi di dispositivi personali — potrebbe avere impatti così gravi da ispirare risposte militari, comprendiamo come siano oggi disperatamente necessari regimi di gestione internazionali più efficaci.

Cyber security 2019/2020: le principali 4 nuove minacce 

Il rapporto Clusit ha redatto una lista delle principali 4 nuove minacce in materia di cyber security per il 2019/2020 eccole di seguito:

Information Warfare e Cyber Guerrilla

La gestione dei conflitti degli stati sta scivolando sempre più verso il piano “cyber”, in quest’ottica si potrebbe entrare in una fase storica di cyber-guerriglia permanente.

Cyber espionage e sabotage

Cyber spionaggio e cyber sabotaggio stanno aumentando sempre di più come i furti sistematico di ogni genere di informazioni per finalità geopolitiche, predominio economico e tecnologico: le vittime non sono assolutamente strutturate per difendersi e la superficie di attacco potenziale è sostanzialmente infinita.

Machine Learning (AI)

La preoccupazione nasce da un’inevitabile “weaponisation” delle tecniche di Machine Learning (sia in ambito civile che militare) anche per i cyber attacchi (sempre più veloci e meno costosi) , quindi essenziale che il problema sia visto e affrontato dal punto di vista della cyber security. 

Surveillance Capitalism

La Surveilance Capitalism, riguarda più un fenomeno socioeconomico che sta alterando modelli di business e relazioni umane e ovvero la tecnologia digitale modellata in base agli interessi economici delle multinazionali high-tech e la successiva mancanza di trasparenzaaccountability social responsibility.

Attacchi in Italia — Clusit 2019 — Intervista TG3 — Fastweb Marco Raimondi

Cyber Security 2019: la sicurezza informatica del futuro

Cyber Security 2019: il cyber crime è in aumento e ruba sempre più dati e risorse. Il costo medio di un attacco ad una piccola o media impresa (PMI) si aggira sui 35mila euro ed oggi, allo stato delle competenze in Italia, ci vogliono in media 200 giorni per capire che si è stati presi di mira. Nel 2017 i danni ammontano a 10 mld € in Italia e il 2018 è stato un anno ancora più impegnativo. Il Cyber Risk è al secondo posto nell’impatto dei rischi delle PMI, a prescindere dalla dimensione o dall’ambito di attività. L’attaco ai dati sensibili e la successiva perdita ha conseguenze economiche, legali e giudiziarie e può danneggiare la reputazione delle aziende. Tra le perdite di informazioni, la perdita delle risorse, i ransomware, le truffe quali sono tra le fonti più significative della criminalità informatica?

Intelligenza Artificiale

Tra le fonti più significative del cybercrime vi sono: la posta elettronica, truffe sugli investimenti, furti di identità, violazione dei dati personali, frodi immobiliari e con carte di credito, ma la lista conta ancora numerosi elementi.

Nel 2019 ci si prepara ad attacchi sempre più duri: gli hacker costruiscono strumenti sempre più veloci e più intelligenti, che aggirino i sistemi di sicurezza e le normative, che le organizzazioni e le aziende hanno messo in atto. Ma come si stanno preparando le divisioni Cyber?

Cyber Security 2019: i nuovi trend a cui si si prepara la sicurezza

  • Le password a più fattori

Un’unica password non basta più, per combattere il rischio informatico si sono aggiunte e si stanno aggiungendo persino impronte digitali o scansioni dell’orecchio. L’utilizzo di password a più fattori sarà per la Cyber Security del 2019 una nuova strategia che ridurrà il rischio di errori umani e negligenze.

  • Privacy dei dati e GDPR

L’Europa ha spinto le imprese ad adattarsi al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), anche se ancora non ci sarà, nel 2019, un impatto significativo. Il regolamento però dovrebbe dare impulso ai nuovi mercati ma soprattutto dovrebbe garantire un salto di qualità in tema di sicurezza. Intanto si sta sviluppando una strategia europea sull’impiego delle tecnologie più avanzate come l’intelligenza artificiale. 

Curiosità: a distanza di 1 anno dall’avvio del GDPR le sanzioni commutate in Europa arrivavano a 56 milioni di euro (60 provvedimenti circa), con le 2 multe proposte a luglio dell’autorità inglese per la data protection (ICO UK), pari a 204,6 milioni per la British Airways e 110 milioni alla catena alberghiera Marriott (Fonte: TheInnovationGroup)

L’ascesa del CryptoJacking

Il cryptojacking è una nuova tecnica malevola degli hacker che consente di minare le criptovalute sfruttando la potenza di calcolo dei computer o dei dispositivi mobile. Quando il cyber criminale attua il programma di mining di criptovalute (spesso in JavaScript), il sistema rallenta la potenza di elaborazione. Nel caso migliore si ha una perdita produttività, ma nel caso peggiore si potrebbero innescare gravi blackout: questo significherebbe danni enormi ad esempio se l’attacco avvenisse in una struttura ospedaliera.

Attacchi AI

L’aumento dell’intelligenza artificiale (AI) e quello dell’apprendimento automatico (ML) viene utilizzato anche dai criminali per i loro attacchi. Gli attacchi basati sulla AI e sul machine learning sono al momento utilizzati per le analisi dei dati e la creazione di contenuti falsi (in modo molto più sofisticato e avanzato della nostra capacità di rilevarli).

Internet of Things (IoT)

Nel 2019 i problemi di sicurezza legati allo IoT potrebbero emergere ed finalmente essere affrontati: con una maggior connettività e un maggior numero di sistemi connessi (come ad esempio veicoli, dispositivi, apparecchiature, elettronica, software), la sicurezza pubblica non dovrebbe essere presa alla leggera.

Cyber Security 2019 – A View from the Front Lines of Cybersecurity

Governance della trasformazione digitale, cambiare approccio col metodo “Gandalf”: ecco come

Una trasformazione digitale, per definizione, richiede il cambiamento (tecnologico, organizzativo, culturale) di un sistema tecno-umano complesso. Un aiuto, per evitare ulteriori fallimenti, può arrivare dal metodo G.and.A.L.F. Vediamo di cosa si tratta e come attuarlo

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Monetizzare i big data: la grande sfida per l’Europa passa dall’accountability

La corsa al business dei dati sta facendo i conti con i limiti imposti dalle norme europee. Ma sarà una corretta “accountability” – e non l’adesione passiva alle regole – a ridisegnare lo scenario del “nuovo oro nero”. Rispettando la privacy e liberando il potenziale della data economy

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Computer quantistico: IBM da 53 qubits online ad Ottobre 2019

“Il nuovo sistema quantistico è importante perché offre un reticolo più ampio e offre agli utenti la possibilità di eseguire esperimenti di entanglement e connettività ancora più complessi”, Dario Gil, direttore di IBM Research.


Mentre il 14mo computer quantistico dell’IBM e il più potente sino ad ora sarà disponibile online nell’Ottobre del 2019, pare che i ricercatori di Google vogliano aggiudicarsi la supremazia in campo. La notizia è apparsa sul Financial Times e in questo “giallo” non sono chiari i dettagli dell’esperimento effettuato che avrebbe dimostrato che il computer quantitistico è superiore ad uno tradizionale: quindi il computer più potente sino a ora è il modello con 53 qubits firmato IBM.

IBM Q quantum computer

Un grande passo avanti per l’IT anche se il calcolo quantistico rimane altamente sperimentale e il mantenimento di queste macchine sia limitato dalla necessità di un raffreddamento dei circuiti sempre intorno al così detto zero assoluto. 

Tuttavia questi sistemi potrebbero risolvere calcoli ed eleborazioni inimmaginabili, risolvendo più soluzioni ad un singolo problema.

Che cosa è un qubit? i computer quantistici si basano su un qubit per archiviare ed elaborare i dati: a differenza dei bit — che memorizzano uno zero o uno uno, i quibits memorizzano una combinazione di entrambi contemporaneamente attraverso la sovrapposizione. La sovrapposizione di stati opera quindi calcoli paralleli anziché quelli sequenziali dei computer tradizionali.

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Le tre generazioni del computer quantistico IBM: da 5 a 16, da 20 a 50 qubits

I progressi di ricerca e sviluppo di IBM hanno portato la società a lanciare, dal 2016 al 2019, sistemi da 5 a 16 (accessibili dalla piattaforma IBM Q experience) e da 20 a 50 qubits. Il continuo impegno e lavoro degli scienziati ha portato a migliorare sempre di più i diversi aspetti di queste macchine: la qualità dei qubits, la connettività dei circuiti e il tasso di errore operativo, sino a raggiungere i tempi di coerenza sino ad un valore medio di 90 microsecondi.

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Con chi compete IBM? naturalmente i competitors sono Google, Microsoft, Honeywell, Rigetti Computing, IonQ, Intel, NTT e D-Wave.

Ultimo ma non meno importante è il fatto che i computer quantistici potrebbero rappresentare una ulteriore minaccia alla sicurezza informatica: in mano a hacker malevoli potrebbero causare disastri inimmaginabili. Ovvero i qubits sarebbero ancora instabili: il loro stato quantico può quaini essere alterato e bloccato con piccole variazioni di temperatura o vibrazioni.

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Quantum computer Update 2019

Curiosità: Principio di Sovrapposizione e il gatto di Schrödinger

CyberWarfare e Geopolitica del CyberSpazio

Geopolitica, Cyberspazio, Netwar e Cyberwar: la guerra cibernetica del nostro secolo

“Gli strateghi devono essere consapevoli che parte di ogni conflitto politico oggi si svolge su Internet, le cui caratteristiche imprevedibili fanno si che le battaglie combattute nella rete possano essere altrettanto importanti, se non di più che gli eventi che si svolgono sul campo”. [Kenneth Geers]

Cyberspace

Oggi, tutto ciò che accade nel mondo reale si riflette nel Cyberspazio: per chi pianifica la sicurezza nazionale questo significa spionaggio, ricognizione, propaganda, bersagli e quindi guerra. Conoscere la geopolitica del Cyber Spazio e usare metodologie di intelligence possono contribuire a fronteggiare gli attacchi è oggi quanto mai importante.

Andrea Biraghi, Cyber Security Leonardo: Cyber Espionage e Cyber Counterintelligence: cercare di sapere prima cosa succederà.

Nel rapporto “Cyberspace and the Changing Nature of Warfare”, Kenneth Geers, PhD, CISSP, Naval Criminal Investigative Service (NCIS), descrive 5 tattiche comuni utilizzate nella guerra informatica. 

1- Spionaggio

2 – Propaganda

3- Denial-of-Service (DoS)

4- Modifica dei dati

5- Manipolazione dell’infrastruttura

Gli eventi attuali dimostrano che le strategie e le tattiche di guerra informatica aggressiva sono già un luogo comune in tutto il mondo e per ciò e di conseguenza la Sicurezza nazionale deve migliorare in modo drastico la comprensione della tecnologia, delle leggi e dell’etica collegate agli attacchi e alle difese informatiche, pianificando un vero e propri piano in tutte le sue fasi. Il cyber spazio, diventato terreno quotidiano per moltissime operazioni, infatti è diventato terreno di scontro decisivo.

La mappa del Cyberspazio e la triplice rappresentazione

E’ possibile rilevare diverse analogie tra lo spazio geografico e lo spazio cibernetico? Si, lo spazio cibernetico ha già modificato la geografia del mondo e si sta evolvendo in questa direzione, in base alle interazioni che condizionano l’azione degli uomini, ma non solo. 

Il cyberspazioè diventato un dominio globale sul quale il potere e gli Stati vorrebbero imporre la propria sovranità: la possibilità di variarne la mappatura, influenzandone la priorità nella rappresentazione, segna non solo un cambiamento nel potere della cartografia, inteso come strumento di controllo, anche se i confini del campo di battaglia si fanno più sfumati, quasi indefiniti.

L’ascesa del cyberspazioe i suoi effetti sulla politica internazionale è fondata sul fatto che il Cyber Space sia un medium virtuale e intangibile, la cui natura eterogenea — come spiega Martin C. Libicki, che ha lavorato alla National Defense University  per 12 anni— è rappresentata su tre livelli: fisico, sintattico e semantico. Secondo un articolo di Luigi Martino, su “La quinta dimensione della conflittualità e l ’ascesa del cyberspazio e i suoi effetti sulla politica internazionale, l’esercito statunitense aggiunge un livello sociale suddiviso in tre strati:

1 — Strato FISICO: composto dai cavi sottomarini o della rete ethernet, dai router e dispositivi di scambio dati e comunicazione.

2 — Strato LOGICO: realizzato dai codici che permettono all’hardware di funzionare e comunicare.

3 — Strato SOCIALE: interazione tra gli utenti online e tra machine to machine.

Secondo tale “triplice” rappresentazione, il primo strato (quello fisico) è composto dai cavi sottomarini o della rete ethernet, dai router e dispositivi di scambio dati e comunicazione. Sopra di questo vi è lo strato logico realizzato dai codici che permettono all’hardware di funzionare e comunicare. Il terzo strato è composto dal livello sociale che consiste nell’interazione tra gli utenti online (persone fisiche) e, sempre più spesso, tra machine to machine. Questi “tre livelli” vanno a costituire la prima cornice della mappatura dello spazio cibernetico. Tuttavia, l’elemento essenziale che distingue la geografia del do- minio cibernetico (dalle altre realtà) è rappresentato dal suo carattere artificiale ed ibrido che, secondo quanto afferma Gregory J. Rattray: “è molto più mutevole rispetto ad altri ambienti; a differenza delle montagne e degli oceani statici, le parti del cyberspace possono essere attivate e disattivate con un semplice click” (Rattray 2009).

https://youtu.be/haYvNMEExAE

Ingegneria Sociale: l’arte di hackerare gli umani

Cosa è l’Ingegneria Sociale? E’ l’arte di sfruttare le debolezze umane attrvaerso  lo studio del comportamento individuale al fine di carpire informazioni utili e furti di identità, commettendo atti di criminalità informatica. Ecco i nuovi cyber attacchi che sfruttano le debolezze umane!

Articolo estratto da  Andrea Biraghi Medium.

Ingegneria sociale Andrea Biraghi Cyber Security
Photo by Yeshi Kangrang on Unsplash

L’Ingegneria sociale comprende un insieme di tecniche utilizzate per ottenere informazioni utili e dati sensibili da altri mediante la manipolazione psicologica e sfruttare le debolezze per raggiungere obiettivi a proprio beneficio.

E’ molto importante, visto la pericolosità di tali attacchi che le aziende oggi vengano sensibilizzate alla formazione dei propri dipendenti per evitare fenomeni di data breach. Tra gli esperti sta prevalendo l’idea di un necessario approccio multidisciplinare al problema, tecnico e umano (antropologico) assieme, per affrontare il fenomeno che rispetto al 2017 è in forte crescita (56.9% -Rapporto Clusit 2019 — Agenda Digitale).

Cosa è l’ingegneria sociale e perchè sepre più spesso ne sentiamo parlare?

Ingegneria Sociale: perché sempre più spesso ne sentiamo parlare?

Questo argomento preme al settore della Cyber Security nella misura in cui gli attacchi messi in moto dall’ingegneria sociale, sfruttando le debolezze umane, possano mettere in moto degli attacchi basati su computer.

Gli attacchi quindi possono essere di due tipi: attacchi basati sulla persona e attacchi basati sui computer.Per entrambi vi è il solito modus operandi:viene selezionata la vittima (meglio se facilmente manipolabile) e vengono raccolte informazioni, viene staibilito un contatto con la vittima che subisce la manipolazione, terminato l’attacco il criminale sparisce nel nulla.

Oggi, purtroppo, molte piccole e media aziende — le più colpite — sono vulnerabili a questo tipo di attacchi a causa della troppa fiducia, della paura o mancanza di conoscenza. Altre cause si trovano e si identificano nei 6 principi di Roberto Cialdini, psicologo statunitense e noto per la sua fama internazionale nel campo della psicologia della persuasione. I sei principi, meglio conosciuti come “Cialdini’s 6 Principles of Influence”, meglio spiegati da Chiheb Chebbi in un articolo completo su Peerlyst, sono:

  • Reciprocità
  • Impegno e coerenza
  • Riprova sociale
  • Gradimento
  • Autorità
  • Scaristà

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Cyber Security e Cyber Spionaggio: le minacce nel settore automotive in Europa

Cyber security Automotive: in un recente report di Accenture “Securing the Digital Economy: Reinventing the Internet for Trust” emerge la convinzione comune che “il progresso dell’economia digitale sarà seriamente compromesso se non ci sarà un sostanziale miglioramento della sicurezza su Internet”.

Da quando Internet, grazie all’innovazione, ha superato la sua originale funzione di solo scambio e condivisione di informazioni contemporanemaente è diminuita la sua capacità di garantire i suoi utilizzatori contro i crimini informatici mettendo a rischio l’intera economia. Il problema nasce proprio in base all’origine dello stesso Internet, progettato per consentire elevati livelli di condivisione dei dati ma non per affrontare questioni come il costante aumento dei livelli di complessità e connettività.

Andrea Biraghi Cyber Security
Photo by Michael Mroczek on Unsplash

L’ascesa sempre più veloce dell’Internet of Things (IoT) ha rappresentato un’opportunità di crescita digitale per molte industrie, creando però al contempo un certo livello di complessità e di vulnerabiltà. E’ il caso del settore automotive, delle smart e delle connected cars: parallelamente alla diffusione delle auto connesse si sono moltiplicate le minacce e gli attacchi, che, in Europa, rappresentano una delle minacce più frequenti alla Cyber Security.

I criminali informatici e il “cyberspionaggio”hanno iniziato a prendere di mira anche l’industria automobilistica e i suoi stabilimenti produttivi per rubare dati e informazioni relative in special modo i veicoli a guida automatica o semiautomatica. Mary Teresa Barra, della General Motors, ha affermato che proteggere le automobili da incidenti causati da attacchi informatici “è una questione di sicurezza pubblica”. Ma non è solo un problema di conformità alle normative ma di dettagliate analisi delle minacce alla sicurezza e alla privacy, di valutazione del rischio e trattamento del rischio, consideriamo non solo lo sviluppo iniziale dei progetti e dei prototipi ma anche l’intero ciclo di vita dello stesso prodotto.

Oggi, la sicurezza informatica del settore automotive ha quindi l’obiettivo principale di rilevare e prevenire gli attacchi ai veicoli analizzando e mettendo in sicurezza:

  • i singoli componenti elettronici
  • la comunicazione dei singoli componenti elettronici
  • le interfacce tra il veicolo e il mondo esterno
  • il trasferimento e l’elaborazione dei dati, inclusi il cloud e il back-end.

Privacy a scuola: tutti gli adempimenti per tutelare la privacy dei soggetti vulnerabili

L’obbligo di adottare strumenti digitali per la semplificazione amministrativa o la tutela di minori, quali il registro elettronico o le videocamere di sorveglianza, desta diversi timori dal punto di vista della protezione dei dati personali. Ai titolari del trattamento l’onere di identificare le opportune misure di tutela

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Intelligenza Artificiale e lavoro: così nasce il “cyber-proletariato”

Lavori altamente ripetitivi. retribuiti a cottimo e di cui non si percepisce lo scopo. Così l’intelligenza artificiale e il deep learning, da promessa per una società libera da lavori poco dignitosi rischia di diventare promotrice di un “cyber-proletariato” che potrebbe rimpiangere le fatiche della catena di montaggio

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Perimetro di sicurezza cibernetica: così renderà l’Italia più “cyber protetta”

Lo scopo del Perimetro di sicurezza è difendere gli interessi vitali dell’Italia alzando il livello di protezione su tutti i servizi da cui dipende, direttamente o indirettamente, il funzionamento stesso del Paese. Vediamo cosa prevede la norma, le fasi per la messa in esercizio e le nuove responsabilità di Agid e Mise

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Privacy nei Comuni, bilancio disastroso: le cose cambieranno solo a suon di multe?

Il GDPR ha rivoluzionato la protezione dei dati personali, ma nei Comuni e in generale nelle Pubbliche Amministrazioni, poco o nulla è cambiato: non esistono uffici ad hoc o dipendenti istruiti appositamente, mancano le informative ai cittadini. Viene da pensare che il cambio di rotta si avrà con le prime pesanti sanzioni

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Come capire se qualcuno ha usato il mio pc? Ecco come scoprirlo

Qualcuno ha usato il mio pc? Come capirlo

Il dubbio può insinuarsi nella mente di chiunque. Qualcuno ha usato il mio computer? Che tu sia in un ufficio open space in cui i colleghi passano regolarmente o viva in un luogo aperto, come un dormitorio universitario, può essere fin troppo facile per qualcuno intrufolarsi nel tuo computer per darvi un’occhiata, o, peggio, manometterlo.

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Area 51: perché 2 milioni di persone vogliono invadere l’area militare degli alieni

Are 51 perché invasione

Invadere l’Area 51, una base militare degli Stati Uniti presente dal 1955 nel deserto del Nevada, per scoprire se davvero al suo interno sono presenti degli extraterrestri e delle navicelle aliene. È questa la strana idea che ha preso piede negli ultimi tempi sui social fino ad ottenere attenzione mondiale.

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Libera circolazione dei dati in Europa, i nodi della convergenza delle norme

Promuovere la libera circolazione dei dati è un importante obiettivo Ue, ma non si potrà realizzare senza una completa protezione dei dati personali da un lato e la libera concorrenza dei fornitori del mercato dall’altro. A questi scopi concorre il Gdpr ma anche molte altre norme. Vediamo come garantire la compliance

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Come cambiano le norme penali con il cyber crime: i reati informatici e cibernetici

La normativa penale si è adeguata all’evoluzione tecnologica, andando a considerare man mano che se ne presentava la necessità nuovi reati informatici che prima dell’epoca della digitalizzazione non esistevano. Esemplari i casi della frode informatica e dell’accesso abusivo a un sistema informatico

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Malware, nel 2019 scoperte 74.360 varianti sconosciute. Ransomware in crescita globale del 15%

Scoperte 74.360 varianti sconosciute di malware. Boom dei kit ransomware-as-a-service (RaaS) e malware open-source. Per essere efficienti, le imprese devono sfruttare tecnologie innovative come l’apprendimento automatico, in modo da poter intervenire in anticipo contro le strategie di attacco che mutano costantemente.

Difendere il proprio ecosistema digitale ed informatico non è cosa facile oggi. Che siano aziende, amministrazioni pubbliche, organizzazioni internazionali, o piccole realtà, fino alla nostra casa, ogni dispositivo collegato in rete è una porta che favorisce un attacco.
Nell’ultimo Rapporto SonicWall, relativo alle minacce informatiche rilevate in 200 Paesi di tutto il mondo nel primo semestre 2019, si evidenzia un’escalation nell’utilizzo di diversi strumenti cyber crime, soprattutto il nuovo ransomware as a service, il malware open sourcee il

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Cybercrime, i data breach costano alle aziende italiane 3,13 milioni di euro

I costi medi totali dovuti ad attacchi che hanno determinato perdita di dati alle aziende sono aumentati di quasi il 10% nel nostro Paese. Il 67% dei costi della violazione di dati viene registrato entro il primo anno, il 22% nel secondo anno e un altro 11% si estende oltre i due anni.

Non solo aumenta il numero di attacchi informatici alle aziende di tutto il mondo, ma anche il valore complessivo del danno e quello medio per singola organizzazione. Il rapporto annuale “Cost of a Data Breach” (Costo di una violazione di dati) sponsorizzato da IBM Security e condotto dal Ponemon Institute si concentra sia sulle imprese a livello globale, sia di

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Sicurezza nelle reti di telecomunicazioni: la minaccia informatica

Oggi, il buon funzionamento delle reti di telecomunicazioni è fortemente legato al nostro sviluppo economico e la minaccia informatica, che in questi anni è divenuta sempre più pressante e mette a repentaglio la sicurezza delle reti e delle informazioni, è una grande sfida da affrontare a beneficio del progresso.

Identikit dell’hacker: chi è, cosa fa e cosa vuole

Chi è l’hacker? Ne sentiamo parlare ogni giorno, quando guardiamo il telegiornale, leggiamo le notizie e navighiamo su internet.  La parola hacker oggi identifica un individuo che trova e sfrutta la debolezza dei sistemi informatici e delle reti per ottenerne l’accesso. Solitamente è un esperto programmatore di computer, che sfrutta le vulnerabilità dei sistemi per rubare informazioni e ottenere profitti illegali. Questa attività può rendere oggi milioni e milioni di euro.